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Milano e Bergamo, moderno e contemporaneo sotto la lente

Milano e Bergamo, moderno e contemporaneo sotto la lente

Due nuove guide sull’architettura delle due città lombarde aprono la riflessione sulle tendenze editoriali degli ultimi anni

 

L’uscita di due nuove guide di architettura moderna e contemporanea, su Milano e Bergamo, è l’occasione per fare una riflessione su alcuni aspetti che contraddistinguono questo genere di pubblicazione. L’ennesima guida milanese, in particolare, diventa lo spunto per una lettura trasversale per cercare di riassumere la tendenza dell’offerta editoriale registrata negli ultimi anni.

Milano

Dopo lunghi anni di stallo e di lento trascinarsi di occasioni di rigenerazione spesso andate perse, Milano è diventata la metropoli italiana depositaria del verbo contemporaneo dell’architettura, tra molte luci e qualche ombra. E a lei, e al suo paesaggio urbano, sono state giustamente dedicate diverse guide che, con una buona dose di sintesi e di obbligata semplificazione, proviamo a ricapitolare.

La pietra miliare da cui è d’obbligo iniziare è Milano. Guida all’architettura moderna di Maurizio Grandi e Attilio Pracchi. Nel 2008 il Libraccio ne ha ripubblicato in forma anastatica l’edizione originale, con qualche ampliamento e aggiustamento, conservando intatto quel taglio critico-scientifico di antologia storica che guida il lettore a comprendere la città e la sua architettura attraverso l’evoluzione culturale, sociale, politica e economica. La miscellanea di guide su Milano viste negli ultimi dieci anni non segue quest’esempio – unico e probabilmente non ripetibile – e si dirige su cliché editoriali ammiccanti alle nuove tendenze di gusto e mercato. Sono pubblicazioni che prediligono un’impostazione “a schede”, con molte immagini, testi ridotti all’essenziale e saggi introduttivi a cui è delegato il ruolo di commento critico del periodo indagato. In base al lasso storico preso in esame si possono distinguere guide sull’architettura moderna del XX secolo, sulle tendenze del III Millennio o su un’epoca a cavallo dei due secoli.

Al primo caso appartiene Milano. Un secolo di architettura milanese, curata da Giuliana Gramigna e Sergio Mazza (Hoepli, edizioni dal 2013 al 2017) e che considera tutto il XX secolo. Ha un grande formato (diventato ormai controtendenza), testi sintetici con traduzione inglese in appendice, foto in bianco/nero di repertorio o recenti e anche disegni dei progetti originari.

Del secondo tipo sono le guide dedicate da Skira all’architettura milanese del nuovo Millennio. Hanno tutte lo stesso formato agile, medesima impostazione grafica e concept basato su schede con immagini a colori che analizzano non solo opere costruite ma anche progetti in fieri. Apre le danze Milano. Nuova architettura (2005), curata da Sebastiano Brandolini, con un incipit critico che cerca con onesta obiettività di descrive l’era del rinnovamento meneghino non tralasciando lati negativi e incertezze. Con cadenza costante seguono le tre guide curate da Maria Vittoria CapitanucciMilano. Verso l’Expo. La nuova architettura (2009), Milano. Le nuove architetture (2012), Milano. Architettura, la città e l’Expo (2015)che sono come i capitoli di un reportage in continuo aggiornamento.

Nell’ultima categoria ricade infine la recente Milano. L’architettura dal 1945 a oggi (Hoepli, 2018),  guida curata da Florencia Andreola, Marco Biraghi e Gabriella Lo Ricco che rinnova e amplia precedenti pubblicazioni uscite per i tipi dello stesso editore. Con formato tascabile e con la consueta impostazione a schede vengono analizzate 178 opere suddivise con criterio geografico in 13 quadranti territoriali estesi fino all’hinterland. Tutte le opere sono facilmente localizzabili sulle mappe che accompagnano i capitoli. I testi sono scritti da 36 autori diversi, fra i quali anche i curatori, e offrono una insolita miscellanea di stili e approcci analitici. Le architetture sono illustrate da fotografie di esterni e interni in bianco/nero e, in molti casi, anche da disegni progettuali. I progetti di scala urbana – come Nuovo Portello, Porta Nuova, Maciachini Center e altri – vengono inquadrati da un testo propedeutico che ne spiega gli aspetti fondamentali e invita alla lettura delle schede che approfondiscono i singoli edifici.

Tre saggi iniziali a firma dei curatori ricostruiscono molto sinteticamente il periodo storico considerato soffermando l‘attenzione su aspetti o casi architettonici che hanno caratterizzato, in senso positivo o negativo, soprattutto la più recente stagione. Gli apparati finali a completamento della guida ne aiutano la consultazione e includono l’indice degli architetti (con tanto di riferimenti bibliografici) e la cronologia di tutte le opere.

Bergamo

Guida all’architettura di Bergamo 1907-2017,

a cura di Michela Bassanelli e Maria Cristina Rodeschini, prende in esame opere del XX secolo e del nuovo Millennio e colma un’assenza che perdura da anni. L’ultima guida sull’architettura bergamasca risale infatti al 1994 – Bergamo 1890-1990, a cura di Bertelli, Brambilla, Invernizzi – ed era da tempo indisponibile sul mercato. Con formato tascabile e grafica accattivante la nuova guida è riservata all’architettura della città e sarà probabilmente seguita da una prossima uscita dedicata ai casi della provincia. I saggi di apertura sono delle curatrici con Giacinto di Pietrantonio e di Nicola di Battista, che prende a pretesto il caso Bergamo per meditare sulla realtà urbana contemporanea e sulle trasformazioni che l’hanno attraversata.

La struttura della guida è formata da una sequenza di sette soglie storiche – dalla nascita di Bergamo moderna agli odierni interventi di rigenerazione – ciascuna introdotta da un saggio che aiuta la lettura e comprensione dei fenomeni urbani e architettonici che più hanno marcato la città. Oltre un secolo di architettura bergamasca viene analizzato attraverso una selezione limitata a 100 opere che, inevitabilmente, comporta assenze che non passano inosservate. A ogni architettura è dedicata una scheda con testi descrittivi, due fotografie in bianco/nero scattate per l’occasione da Enrico Bedolo – una d’insieme e una di particolare –, alcune note bibliografiche e anche un QRcode utilizzabile per la geolocalizzazione con smartphone o tablet. Le fotografie formano un corpus omogeneo che può essere letto anche come un racconto a sé, parallelo allo svolgersi delle schede, che si conclude idealmente nella “piccola guida” in appendice che raccoglie 20 immagini a colori di dettagli architettonici. Una conclusione insolita per una guida che congeda il lettore invitandolo a fermare il suo sguardo sui frammenti del paesaggio dell’architettura che, spesso, sfuggono all’occhio distratto.

Milano. L’architettura dal 1945 a oggi, di Florencia Andreola, Marco Biraghi, Gabriella Lo Ricco, Hoepli Milano 2018, 320 pagine, € 29,90

 

 

 

 

 

 

 

Guida all’architettura di Bergamo 1907>2017, di Michela Bassanelli, Maria Cristina Rodeschini, Lettera Ventidue Siracusa 2018, 280 pagine, € 22

 

 

 

 

 

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 30 Gennaio 2019