Visita alla nuova sede dell’associazione di volontariato SALVA – Servizio Ambulanza Locarnese e Valli, progettata da studio Vacchini
Dopo la scomparsa di Livio Vacchini, dieci anni fa, l’attività dello studio locarnese è proseguita sotto la direzione della figlia Eloisa che ha portato a conclusione i cantieri avviati in precedenza e firmato nuovi progetti. Fra questi ultimi è la sede dell’associazione di volontariato SALVA – Servizio Ambulanza Locarnese e Valli, un progetto che nasce da un bando del 2011, modificato successivamente per esigenze di budget, a cui è seguita l’apertura del cantiere nel 2013 e la definitiva inaugurazione nell’estate scorsa.
L’edificio trova posto all’interno di quel quartiere Morettina in cui è presente un concentrato di architetture firmate negli anni ‘90 dallo stesso Vacchini e da Aurelio Galfetti. A poca distanza dalla neonata architettura si confrontano infatti il complesso sistema infrastrutturale disegnato da Galfetti per il nuovo accesso alla città – il portale autostradale, il ponte pedonale, il muro di sostegno e riparo fonico, lo svincolo rotatorio con piazza polifunzionale interclusa – e, dall’altro lato della strada, la centrale di cogenerazione Morettina e il CPI (Centro Servizi di Pronto Intervento) progettati da Vacchini.
La sede SALVA occupa un lotto a fianco del CPI e si relaziona direttamente con la sua movimentata facciata il cui brise soleil in lastre di vetro disegna un partito architettonico articolato arricchito dai riflessi della luce e dai giochi chiaroscurali. A questo dinamico prospetto fa da contrappunto il carattere quieto del nuovo edificio che, con lessico chiaro ed una voluta essenzialità dei materiali, dimostra un riuscito esito in particolare nella composizione dei fronti longitudinali. Nella geometria degli elementi di facciata la netta orizzontalità è interferita dalle linee verticali che segnano il passo dei pannelli di lamiera ondulata del piano terra e dei vuoti/pieni del piano basamentale. Il trattamento duale di questi prospetti denuncia la stratificazione dei due diversi livelli sui quali si struttura il volume. I pannelli orizzontali rivestono il piano alla quota del suolo urbano adibito al ricovero delle autoambulanze e sono organizzati in tre ordini, di cui il centrale è microforato e permeabile alla luce. Gli accessi dei mezzi avvengono dai portali che si aprono sulle due testate, risolte semplicemente con un rivestimento in pannelli lisci di metallo, a cui si antepongono due pensiline in cemento armato che sottolineano l’ingresso del pubblico e le uscite d’emergenza dei veicoli.
Dal profondo scavo del suolo, reso necessario per raggiungere gli strati più resistenti del terreno di fondazione, è stato ricavato il piano inferiore (una sorta di “secondo” piano terra) destinato a uffici, sale riunioni, locali di servizio e deposito. Due scarpate erbose modellano l’incavo ottenuto nel terreno e permettono di dare piena luce al piano abitato raccordandolo al suolo urbano. L’intenzione del progetto è di trasformare con il tempo questo spazio verde in un piacevole giardino con alberi e fiori per ricavarne un luogo di quiete che possa allietare il lavoro e le pause di riposo del personale delle autoambulanze.
—
Carta d’identità del progetto
Volumetria: 8.150 mc
Importo: 5.550.000 CHF (4.875.000 Euro)
Bando di concorso: 2011
Inizio lavori: 2013
Inaugurazione: giugno 2018
Chi sono i progettisti
Studio Vacchini viene fondato nel 1968 da Livio Vacchini (Locarno 1933 – Basilea 2007), dopo aver condiviso con Luigi Snozzi l’esperienza dello studio associato dal 1963 al 1968. La sua opera si è affermata come espressione colta riconducibile a un’instancabile ricerca nei fondamenti dell’architettura. Fra gli edifici più noti, il lido patriziale di Ascona (CH), l’edificio delle Poste e la Ferriera di Locarno (CH), piazza del Sole a Bellinzona (CH), la palestra di Losone (CH), la Scuola di architettura a Nancy (F), l’ampliamento degli ospedali di Coira e Basilea (CH) entrambi progettati con Silvia Gmür. Dal 2008 lo studio è diretto da Eloisa Vacchini e, fra i progetti dell’ultimo decennio, si ricordano i completamenti della Scuola media a Bellinzona, del termovalorizzatore cantonale a Giubiasco, del centro sportivo a Mülimatt, e la residenza Inti Killa a Muralto, tutti in Svizzera.
Letture a margine
All’autore del presente articolo si deve anche la pubblicazione che raccoglie la testimonianza diretta dei quattro protagonisti che hanno portato all’attenzione della critica e del pubblico internazionale il fenomeno dell’architettura contemporanea ticinese. Il loro sodalizio umano e professionale è stato caratterizzato per oltre quarant’anni da un comune senso di amicizia, intrecciato alla passione per l’architettura e il mestiere, dal quale si sono generate occasioni di confronto, collaborazione, reciproco sostegno ed insegnamento. In forma di conversazioni, vengono trattati cinque argomenti: gli inizi, il Canton Ticino, l’architettura, la didattica, i giovani. La narrazione autobiografica è affiancata da una rilettura critica della loro opera che mette a nudo un’anima recondita della poetica progettuale, condensata intorno a pochi ed essenziali presupposti, che dimostra la comune sensibilità nei confronti del contesto e del paesaggio.
MARCO ADRIANO PERLETTI, Architettura come amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini, Scholé – Editrice Morcelliana, Brescia 2018, Pagg. 190, Euro 17,50.
About Author
Tag
canton ticino , concorsi
Last modified: 22 Gennaio 2019