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Luca GibelloWritten by: Reviews

«ArchAlp», un riferimento per lo spazio alpino

«ArchAlp», un riferimento per lo spazio alpino

Esce in versione cartacea la nuova serie della rivista internazionale di architettura e paesaggio alpino pubblicata dall’Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino

 

Visti i tempi che corrono, l’iniziativa è di quelle coraggiose. Perché, se è pur vero che non è di natura imprenditoriale (i finanziamenti provengono interamente dal Politecnico di Torino), ci permette tuttavia di trovarci tra le mani un corposo prodotto cartaceo, più libro che rivista, dalle chiare ambizioni. Non un’assoluta novità, in quanto «ArchAlp» esisteva già dal luglio 2012 come “foglio semestrale” dell’Istituto di Architettura Montana (IAM) del  Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. E, dopo 16 numeri digitali (qui il download dei formati pdf), ecco disponibile da dicembre il primo numero della nuova serie, pubblicato da Bononia University Press, sempre semestrale e sempre espressione dello IAM, il centro di ricerca sulle trasformazioni dello spazio alpino, unico nel suo genere nell’ambito accademico (e non) italiano. Ora però è una “rivista internazionale di architettura e paesaggio alpino” con un comitato scientifico di alto profilo (da Werner Bätzing a Giuseppe Dematteis, Michael Jakob e Alberto Winterle, per fare solo qualche nome), una serie di corrispondenti dai quattro angoli delle Alpi, e testi plurilingue con abstract in inglese. Direttore scientifico è Antonio De Rossi, da anni animatore di numerose iniziative dell’ateneo torinese legate alla montagna, nonché autore di due testi storiografici fondamentali per la sistematizzazione dell’interpretazione del paesaggio alpino nelle sue molteplici chiavi di lettura (cfr. box in calce). La direzione responsabile è invece affidata a Enrico Camanni, il giornalista e storico dell’alpinismo più affermato tra gli scrittori italiani di montagna per la sua capacità d’incrociare sguardi trasversali sui fenomeni di antropizzazione delle terre alte.

 

Le Alpi come laboratorio

Al di là dei rischi di cadere nella retorica, e al netto di talune manifestazioni “fashion” davvero eccessive (dalle provocazioni delle infrastrutture per il turismo “estremo” al lusso del wellness), lo spazio alpino ormai da alcuni anni è fertile terreno di sperimentazione di linguaggi, pratiche, tecniche e procedure. Superata da tempo la dicotomia tra vernacolo (con tradizioni quasi sempre “inventate”) da un lato, e modernismo o trasposizione decontestualizzata di modelli urbani dall’altro, la progettualità intorno alle terre alte è alla faticosa ricerca di una “terza via”, spinta in questo da inedite espressioni della domanda, frutto dei mutati assetti economico-sociali. Sul fronte disciplinare, l’interesse è dimostrato da svariati segnali: dalla rilevanza di un premio ormai consolidato come ConstructiveAlps, partito nel 2010 e giunto alla quarta edizione, raccogliendo complessivamente 1.300 candidature inerenti opere realizzate; alla pubblicazione di numerosi testi sul tema (cfr. box); all’impegno di specifiche realtà di recente costituzione, come l’associazione Architetti Arco Alpino (AAA). Rispetto a tutto ciò, «ArchAlp» intende porsi come momento di coagulo e riflessione, ma anche come antenna che rileva i mutamenti in atto.

 

Regionalità vs identità

Conservando il taglio tematico che caratterizzava le precedenti uscite (ma eliminando la rassegna di lavori accademici che l’apparentava anche a un house organ del Politecnico torinese), la nuova serie della rivista esordisce con un tema di questi tempi assai caldo, e soggetto a facili strumentalizzazioni sul fronte politico: “Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi”. All’introduzione dei curatori del numero, nonché componenti del Comitato di redazione (Antonio De Rossi, Roberto Dini, Stefano Girodo), seguono quattro saggi che analizzano il tema dal punto di vista delle scienze storico-sociali (Werner Bätzing, Luigi Lorenzetti, Carlo Olmo, Enrico Camanni), preludio al cuore della pubblicazione, dedicato alle “Esperienze”, ovvero ai reportage da Francia, Valle d’Aosta, Piemonte, vari Cantoni della Svizzera, Valtellina, Vorarlberg, Trentino, Alto Adige, Tirolo, Bellunese e Slovenia. Chiude la sezione “Approfondimenti”, dedicata proprio al Premio ConstructiveAlps e ad AAA.

Nell’insieme, uno sguardo panoramico panoramico che discute criticamente di peculiarità locali e circolazione d’immaginari. A grandi linee, si evince che la sfida è quella di conciliare le istanze della patrimonializzazione (a rischio di museificazione imbalsamante ed esaltazione dello stereotipo, come talvolta nel versante meridionale dell’arco alpino) con quelle dell’inedita residenzialità, dei mutati stili di vita e degli usi produttivi del territorio (soprattutto versante Nord) dopo il tramonto del miraggio/incubo del turismo di massa.

Il prossimo numero, in uscita a giugno, sarà dedicato alla manipolazione del patrimonio. Attendiamo con curiosità e interesse: buona fortuna «ArchAlp»!

 

Immagine di copertina: Jaccaud Zein, casa a La Forclaz, Svizzera, 2015 (foto David Carlier)

 

«ArchAlp», nuova serie, n.1 – 2018: “Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi”, pp. 208, euro 28.

Distribuzione: librerie specializzate e presso Bononia University Press (anche in abbonamento).

Sfoglia il numero in formato pdf

 

 

 

 

 

 

Architettura alpina: itinerari di lettura tra alcune recenti pubblicazioni

Storia generale
ANTONIO DE ROSSI, La costruzione delle Alpi. Immagini e scenari del pittoresco alpino (1773-1914), Donzelli 2014
ANTONIO DE ROSSI, La costruzione delle Alpi. Il Novecento e il modernismo alpino (1917-2017), Donzelli 2016
SUSANNE STACHER, Sublime visions. Architecture in the Alps, Birkhäuser 2018
GIACOMO MENINI, Costruire in cielo, Mimesis 2017

Saggistica
DAVIDE DEL CURTO, ROBERTO DINI, GIACOMO MENINI (a cura di), Alpi e architettura: patrimonio, progetto, sviluppo locale, Mimesis 2016
FEDERICO MENTIL (a cura di, con testi di Giovanni Corbellini, Davide Tommaso Ferrando, Luca Gibello, Marco Ragonese, Pietro Valle), TTT. Tradizione Traduzione Tradimento. Riflessioni sull’architettura montana, LetteraVentidue 2018
MARCO MULAZZANI, FRANCESCA CHIORINO, Vivere le Alpi. Materiali per una ricerca, Rubbettino 2015

Monografie, rassegne
MARCO MULAZZANI, FRANCESCA CHIORINO, Super-quaderno di architettura alpina, Musumeci 2017
ROBERTO DINI, LUCA GIBELLO, STEFANO GIRODO, Rifugi e bivacchi. Gli imperdibili delle Alpi, Hoepli 2018
LAURA MILAN, SERGIO PACE, Carlo Mollino. L’arte di costruire in montagna. Casa Garelli, Champoluc, Electa 2018
MARIO BOTTA, Fiore di pietra. Monte Generoso, Skira 2018

Buone pratiche
DAVIDE DEL CURTO, GIACOMO MENINI (a cura di), Gli insediamenti tradizionali delle Alpi. Conservazione e riuso, Mimesis 2018

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 3 Gennaio 2019