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Emanuele PiccardoWritten by: Reviews

Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione

Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione

Visita alla mostra allestita nel centenario della nascita di Leonardo Ricci presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma

 

PARMA. Leonardo Ricci nasce cento anni fa a Roma. Allievo di Giovanni Michelucci, si laurea a Firenze nel 1942. Fin dall’inizio sviluppa un’intensa attività accademica in parte a Firenze (dal 1971 al 1973 sarà anche preside della Facoltà), ma soprattutto in America. Nel 1960 è visiting professor al Massachusetts Institute of Technology, nel 1965 è distinguished visiting professor alla Pennsylvania State University, dal 1968 al 1971 è graduate research professor al Department of Architecture della Florida University, e dal 1977 al 1983 distinguished visiting professor alla Kentucky University. Tra i riconoscimenti ricevuti si ricordano la Medaglia d’Oro della XI Triennale di Milano nel 1957 e il Premio In/Arch nel 1966.

Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma insieme al Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Ricci, hanno organizzato la mostra “Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione“. La mostra è il risultato del lavoro di un gruppo di ricerca composto da Loreno Arboritanza, Ilaria Cattabriga, Anna Ghiraldini, Margherita Monica, Simona Riva, sotto il coordinamento del direttore della Fondazione Michelucci Andrea Aleardi, lo storico dell’architettura e docente dell’Università di Bologna Giovanni Leoni e la presidente del Comitato del centenario e nipote dell’architetto, Clementina Ricci. L’obiettivo è analizzare l’opera dell’architetto fiorentino attraverso i disegni e gli schizzi di alcuni selezionati progetti: dai villaggi valdesi Agàpe a Prali (To, 1947-1951) e Monte degli ulivi a Riesi (Cl, 1962-1968), passando per la sua casa al Villaggio di Monterinaldi sulle colline di Firenze (1949-1963), fino ai concorsi per la sede della Camera di commercio di Carrara (1956) e per la Fortezza da basso a Firenze (1967). E ancora i progetti non realizzati della Casa Di Sopra (1972) e gli Habitation Study (1960-1970) elaborati con gli studenti di architettura fiorentini ed il realizzato allestimento per la mostra “L’espressionismo: pittura, scultura, architettura”, ospitata nel 1964 nelle sale di Palazzo Strozzi, lo stesso luogo dove Wright (1951) e Le Corbusier (1963) espongono per la prima volta in Italia la loro opera.

Il display con il quale si sviluppa la mostra, già attivato nel 2017 per l’esposizione su Ettore Sottsass, consente di entrare dentro le architetture di Ricci, attraverso il gesto dell’apertura delle cassettiere che, come forzieri, conservano i disegni tecnici e a mano libera di alcune tra le sue più importanti architetture. Tra questi i disegni di Monte degli ulivi: l’Ecclesia, lo spazio mai realizzato, la cui origine greca significa “assemblea del popolo”; i disegni delle piante dell’asilo e della scuola materna dove si percepisce in modo chiaro l’atteggiamento “organico” di Ricci di appartenenza e generazione dello spazio dalla terra. Proprio questa sua idea di architettura organica si discosta dal lessico wrightiano. Infatti Ricci usa la pietra sia per una scelta necessaria dovuta alla scarsità di risorse e di manodopera specializzata, sia come elemento linguistico che riesce a far levitare leggero annullandone la pesantezza materica. L’altro tema riguarda l’autocostruzione dei primi e più sperimentali progetti, le due opere valdesi e Monterinaldi, mentre le opere pubbliche come l’intervento residenziale a Sorgane, insieme all’amico e sodale Leonardo Savioli, pur mantenendo inalterato il carattere dell’architettura ricciana, risultano di un livello costruttivo più elevato.

L’opportunità di stabilire una nuova relazione diretta tra opera e fruitore, possibile nel passato solo agli studiosi, con la nuova politica impressa dalla presidente Francesca Zanella, rimane la caratteristica peculiare dello CSAC, fondato nel 1968 dallo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle. Qui nell’abbazia di Valserena, nella campagna di Parma, sono conservati milioni di opere di designer, fotografi, grafici, artisti e architetti compreso il fondo Ricci (923 materiali progettuali – 173 schizzi, 609 lucidi, 27 radex, 4 radex con interventi, 98 copie, 12 copie con interventi). Respirare il sapere attraverso questo viaggio a ritroso nel tempo dei fatti storici importanti della cultura italiana consente un’esperienza unica, che andrebbe sostenuta non solo dalla meritoria Università parmense, bensì dallo Stato con maggiore convinzione.

Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione

1 dicembre 2018 – 7 aprile 2019

Sala delle Colonne, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Abbazia di Valserena | Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma)

Gruppo di Ricerca: Loreno Arboritanza, Ilaria Cattabriga, Anna Ghiraldini, Margherita Monica, Simona Riva

Coordinamento: Andrea Aleardi, Giovanni Leoni, Clementina Ricci

Restauratrice: Lorena Tireni

Web: csacparma.it/leonardo-ricci-architetto

Autore

  • Emanuele Piccardo

    Architetto, critico di architettura, fotografo, dirige la webzine archphoto.it e la sua versione cartacea «archphoto2.0». Si è occupato di architettura radicale dal 2005 con libri e conferenze. Nel 2012 cura la mostra "Radical City" all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2013, insieme ad Amit Wolf, vince il Grant della Graham Foundation per il progetto “Beyond Environment”. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship per la ricerca “Living the frontier” sulla frontiera storica americana. Nel 2017 è membro del comitato scientifico della mostra "Sottsass Oltre il design" allo CSAC di Parma. Nel 2019 cura la mostra "Paolo Soleri. From Torino to the desert", per celebrare il centenario dell'architetto torinese, nell'ambito di Torino Stratosferica-Utopian Hours. Dal 2015 studia l'opera di Giancarlo De Carlo, celebrata nel libro "Giancarlo De Carlo: l'architetto di Urbino"

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Last modified: 4 Dicembre 2018