Gli esiti del concorso per un progetto coordinato e un’immagine riconoscibile di 9 località portuali situate lungo un tratto costiero di 130 km comprendente 19 zone protette
L’Emilia-Romagna si conferma regione capace di intraprendere ancora strategie territoriali condivise e lo fa, in ultimo, con un concorso di idee, aperto e in un unico grado, per la riqualificazione dei luoghi della pesca quali porti e aree portuali. Il bando, bandito dal FLAG (Fishery Local Action Group) Costa dell’Emilia-Romagna nello scorso aprile, ha risposto ad uno degli obiettivi strategici del Piano di Azione Locale nei settori della Pesca e dell’Itticoltura attraverso il progetto coordinato di elementi fisici per la promozione di una immagine riconoscibile lungo i 130 km di costa che vanno da Goro a Cattolica, passando per Porto Garibaldi, Marina di Ravenna, Cervia, Cesenatico, Bellaria, Rimini, Riccione e Misano Adriatico.
Gli esiti della gara, che ha previsto quattro vincitori in altrettante categorie, sono stati presentati pubblicamente lo scorso 19 settembre nel corso di un workshop presso il Museo della Marineria di Cesenatico che ha affrontato la filiera della pesca dalla vendita del prodotto alla sua cottura e degustazione, dalla gestione dei rifiuti del pescato fino all’immagine artistica delle aree portuali.
Per la categoria “punti vendita diretta nelle banchine” è stato selezionato il progetto FLUCTUO dell’architetta Claudia Pescosolido, costituito da moduli in tre grandezze facilmente assemblabili, pensati per galleggiare (pur ancorati), ma anche per essere appoggiati a terra. Il pescato arriva direttamente dal mare e transita dal modulo per essere venduto lungo le banchine. FLUCTUO, energeticamente indipendente, reinterpreta i tradizionali banchi di vendita dei pescatori e, al contempo, il capanno da pesca in particolare nel sistema bilanciato di sostegno dell’ombreggiamento.
FISHSTOP, capogruppo architetto Michele Bondanelli, si aggiudica il primo posto nella categoria “punti di ristoro”. Si tratta di un dispositivo mobile per la degustazione dei prodotti ittici locali ma anche un intervento di “agopuntura urbana” per la riqualificazione smart delle aree portuali, basato su due elementi indipendenti ma, all’occorrenza, complementari: la cucina mobile, posta su un carrello trainabile anche con un’auto, e le “periferiche urbane”, ovvero volumi versatili e ritraibili che possono funzionare in parallelo alla cucina, come spazio di sosta, oppure come servizio permanente alla comunità: stazione di ricarica per auto elettriche, distributore pubblico di acqua potabile, punto WIFI e di ricarica per dispositivi USB.
Il progetto Isola ecologica come oasi di educazione ambientale, capogruppo architetta Adele Fiorani, per la categoria “isole ecologiche”, estende la tipologia di schermatura dei contenitori per rifiuti facendone un totem informativo, utile strumento per la sensibilizzazione al corretto conferimento sia nei confronti dei cittadini sia dei pescatori. Sotto il profilo paesaggistico, il box è avvolto, in tutti i contesti di progetto, da vegetazione con lo scopo di mitigazione visiva e olfattiva (le essenze sono state selezionate in modo da garantirne sempre la fioritura nel corso delle stagioni). La doppia esposizione dei fronti permette, sul lato terra, di fornire notizie e suggestioni sulla località e, sul lato banchina, informazioni sulla gestione dei rifiuti.
Infine, per la categoria “elementi identitari”, il progetto Mettiamoci in rete, capogruppo architetto Giovanni Mecozzi, eleva la rete da pesca da oggetto esclusivamente funzionale a elemento simbolico, naturale segno di continuità per tutte le marinerie. Lontano dall’acqua, quasi monumentalizzato su alti sostegni, può coprire aree di ristorazione, zone gioco per bambini e passeggiate, proteggere dal sole l’arrivo a terra dei pescatori. Nell’unità della materia, ma nella diversità delle forme e dei colori, può divenire anche simbolo, unico e mutevole, delle aree portuali celebrandone uno dei principali strumenti (dietro cui si sono sommate fatiche e privazioni), mutato in architettura.
Oltre alla qualità della proposta, il bando poneva in grande considerazione la sostenibilità finanziaria degli interventi, al fine di poter garantire la realizzazione, con un prossimo bando destinato alle amministrazioni locali interessate. La finestra di spesa per ogni singola categoria – distribuita, pertanto, sulle 9 marinerie – è compresa tra 50 e 200 mila euro e la precedenza nella scelta delle categorie da realizzare, tramite “progetti pilota”, è determinata dalla loro sostenibilità finanziaria, valutata in sede di concorso. I progetti vincitori delle rimanenti categorie saranno messi a gara – queste le intenzioni del FLAG Costa – a valere su eventuali economie del Piano Locale d’Azione.
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concorsi , rigenerazione urbana
Last modified: 23 Settembre 2018