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La lezione di Wright a Venezia

“Tra paesaggi e storia. Wright e l’architettura organica allo IUAV”: due mostre ricordano il maestro americano e i suoi rapporti con gli architetti dell’ateneo veneto

L’architettura organica è un’attività sociale, tecnica e artistica allo stesso tempo, diretta a creare l’ambiente per una nuova civiltà democratica.

Architettura organica significa architettura per l’uomo, modellata secondo la scala umana, secondo le necessità spirituali, psicologiche e materiali dell’uomo…

(Bruno Zevi, Dichiarazione dei principi dell’Associazione per l’Architettura Organicain “Metron” 1945)

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VENEZIA. Un giovane Bruno Zevi, il sorriso ampio e l’aria divertita, fa capolino alle spalle del grande vate dell’architettura organica Frank Llyod Wright, un po’ stupito nell’espressione, e dell’allora direttore della Scuola Giuseppe Samonà, scuro l’abito e lo sguardo. L’immagine, presa a Venezia nel 1951 in occasione della visita del maestro americano, testimonia l’atmosfera di quegli anni e rappresenta il simbolo delle due mostre visitabili (fino al 9 ottobre) nell’Aula Magna e nelle Gallerie del Rettorato ai Tolentini: “La linea organica a nord-est” e “American Journey 1949-50 Bruno Morassutti”.

Nel 1945 Zevi era riuscito a dare alle stampe, per i tipi di Einaudi, Verso un’architettura organica, con l’immagine della Casa sulla cascata in copertina, architettura che avrebbe folgorato una generazione di giovani architetti e non solo. Con una precisa scelta di campo, che coniuga visione storica, critica, politica e sociale, il giovane Zevi si fa paladino e promotore del nuovo che avanza attraverso democrazia e nuova architettura, impersonata appunto dall’allora già anziano Wright. È un momento di passaggio, come ricorda durante l’inaugurazione il prorettore Renzo Dubbini, nel quale prende forma quella che Zevi vede come un’architettura più umana che umanistica e lo Iuav, come rivendica il rettore Alberto Ferlenga, ne diventa la culla in quell’autonomia che la Scuola di Venezia coltiva dal lontano 1926. La visita in laguna di Wright porterà -tramite il giovane Bruno Morassutti allora reduce da due stagioni a Taliesin- all’incarico per la progettazione della residenza Masieri sul Canal Grande, poi tramutata in un progetto per il Masieri Memorial dopo la tragica e prematura scomparsa del giovane e talentuoso architetto veneto in America proprio dopo un mancato incontro con il maestro. Una vicenda che ancora è viva nel rammarico -il progetto non si realizzerà mai- per l’occasione persa dalla città di Venezia “per ignoranza”, come ha giustamente rimarcato Serena Maffioletti, responsabile dell’Archivio Progetti dello Iuav, una delle curatrici dell’esposizione.

Con queste premesse, “La linea organica a nord-est”, la vicenda di Wright e dell’architettura organica alla Scuola dei Tolentini si dispiega con dovizia di materiali, fotografie, disegni originali, modelli che dai maestri, Giuseppe Samonà ed Egle Trincanato, Daniele Calabi, Edoardo Gellner e Carlo Scarpa, arriva ai brillanti allievi Gianni Avon e Francesco Tentori, Costantino Dardi, Iginio Cappai, Antonio Foscari e Piero Mainardis, Giuseppe Davanzo, Marcello D’Olivo, Federico Marconi, Angelo Masieri, Michelina Michelotto e Valeriano Pastor, Bruno Morassutti, Arrigo Rudi, Gino e Nani Valle, tutti laureati Iuav e attivi nel Triveneto ai quali si aggiunge Roberto Gottardi, che presto prese la via di Cuba dove realizzò le memorabili Scuole nazionali d’Arte all’Avana, e Gae Aulenti, assistente di Samonà.

La bella stanza dedicata a Wright e alla vicenda Masieri è l’immediata cerniera con l’altra esposizione (“American Journey 1949-50 Bruno Morassutti”) che racconta la straordinaria e inedita vicenda dell’unico italiano ad aver frequentato così a lungo lo studio di Taliesin nelle sue due location, West e East, e ad aver riportato in Italia delle preziosissime diapositive a colori del mondo di Wright, immagini che hanno costituito per anni la prova provata della “nuova architettura” americana tanto che, a lungo, Scarpa le tenne con sé per presentarle nelle proprie lezioni, al punto che i preziosi 24×36 torneranno in possesso dell’autore solo alla sua scomparsa. Gli scatti -ora ottimamente restaurati dal fotografo veneziano Francesco Barasciutti in un numero significativo grazie all’impegno di Iuav e alla collaborazione degli eredi Morassutti- hanno costituito anche una pietra miliare nell’editoria di architettura del tempo, essendo state utilizzate nel numero 227 di “Casabella” dedicato a Wright in occasione della sua scomparsa, in “Domus” 305 a documentare i laboratori Johnson Wax, in “Domus” 356 con il necrologio di Wright dello stesso Morassutti.

Si tratta di mostre realizzate per gli studenti, hanno voluto ricordare i curatori, ma che costituiscono, in quest’anno della Biennale, una stimolante occasione nella grande stagione dedicata all’architettura in laguna.

TRA PAESAGGI E STORIA. WRIGHT E L’ARCHITETTURA ORGANICA ALLO IUAV

due mostre all’Università Iuav di Venezia (fino al 9 ottobre)

Tolentini, Santa Croce 191

La linea organica a nord-est

a cura di Roberta Albiero e Serena Maffioletti

progetto espositivo Roberta Albiero

Tolentini, Gallerie del rettorato

American Journey 1949-50. Bruno Morassutti

a cura di Giulio Barazzetta e Angelo Maggi

progetto espositivo Andrea Nalesso

Tolentini, Aula Magna

coordinatore scientifico

Renzo Dubbini

comitato scientifico

Roberta Albiero, Giulio Barazzetta, Renzo Dubbini, Serena Maffioletti, Angelo Maggi, Alessandro Colombo e Valentina Morassutti (Bruno Morassutti Project)

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Last modified: 11 Luglio 2018