La lunga marcia di avvicinamento alla XXII Triennale del 2019 si è arricchita di una nuova tappa con il simposio tenuto il 19 giugno scorso presso il teatro dell’istituzione di viale Alemagna a Milano
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MILANO. Articolata in quattro capitoli, la lunga giornata ha visto un susseguirsi di interventi, dibattiti, confronti, domande e risposte che hanno coinvolto ospiti, curatori, organizzatori e pubblico. Con l’inglese come lingua ufficiale, le macro aree proposte sono state Restorative Design, Magic Pragmatism, Complex Systems, Long-Term Attitudes che, tradotte non solo linguisticamente, corrispondono al Design ricostituente, volto ad individuare le strategie per contrastare le crisi ambientali e sociali, al Pragmatismo magico, ovvero il design che tra utopia e creatività ricerca un cambiamento positivo, ai Sistemi complessi, che strumenti raffinati indagano per una comprensione migliore e interconnessa del mondo, ed infine alle Prospettive di lungo termine, per le quali la progettazione può aiutare a trovare una visione lungimirante e matura sui problemi.
Nella sua introduzione Stefano Boeri, presidente della Triennale, ha posto l’attenzione sul concetto di Technosphere, la tecnosfera luogo di incontro/scontro fra uomo e natura ove è la natura a dover essere risarcita, mentre Paola Antonelli, a capo del team curatoriale della XXII esposizione e nota curatrice del Dipartimento di architettura e design nonché direttrice Ricerca e sviluppo del MoMA di New York, ha sottolineato con forza la centralità dell’individuo anche oltre regole e governi, a patto che questi sia conscio di appartenere ad un sistema che ha bisogno di strategie di riparazione che non possono che partire dall’individuo stesso. Su tutto aleggia l’interrogativo su cosa possa e debba essere il design una volta superata la missione di pensare e produrre oggetti: possono il design e i designer prendersi carico della sopravvivenza umana, dei problemi legati all’ambiente e al sociale? La piattaforma online voluta da Antonelli, Broken Nature, ove sono caricati anche i contenuti del simposio, inizia ad accogliere proposte e documentazioni nonché progetti e oggetti che verranno presi in considerazione per la mostra vera e propria in un percorso lungo, partecipato e trasparente.
In attesa di una prossima tappa, probabilmente un simposio a New York, e di vedere, partecipando, come “atterreranno” a Milano dall’1 marzo all’1 settembre 2019 questi temi di grandissimo respiro ed importanza, ci portiamo nel cuore una piccola immagine alla quale ci siamo affezionati durante la lunga giornata: la sedia di Clara Porset rifatta dagli artigiani di Città del Messico. Un piccolo oggetto che più di ogni altro rende chiara la volontà, con le parole di Antonelli, di «fare una mostra in cui i cittadini possano immaginarsi i progetti nella loro realtà» e di «far in modo che quando le persone verranno a visitare la Triennale se ne usciranno con delle idee pratiche di quello che possono fare nella loro vita».
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BrokenNature: a Public Symposium
La Triennale di Milano
19 giugno 2018
Welcome by Stefano Boeri, President of La Triennale di Milano
Introduction by Paola Antonelli, Curator of the XXII Triennale
Restorative Design
Sarah Ichioka
Lorenzo Pezzani
Khaled Malas
Conversation moderated by Ala Tannir
Gabriella Gómez-Mont, followed by a conversation with Stefano Micelli
Magic Pragmatism
Introduction by Paola Antonelli
Mariana Pestana
Maholo Uchida
Video: Formafantasma
Respondent: Rania Ghosn
Conversation moderated by Paola Antonelli
Complex Systems
Video contributions
Introduction by Adam Bly
Michael John Gorman
Koyo Kouoh
Marina Otero Verzier
Conversation moderated by Adam Bly
Long-Term Attitudes
Video contributions
Introduction by Paola Antonelli
Stefano Boeri
Alexandra Daisy Ginsberg
Elisa Pasqual
Jamer Hunt
Conversation moderated by Lorenza Baroncelli
Closing remarks by Paola Antonelli
Screening of Donna Haraway: Story Telling for Earthly Survival (2016) by Fabrizio Terranova
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congressi , triennale milano
Last modified: 27 Giugno 2018