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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Reviews

Divina Sezione: 72 architetti italiani per la Divina Commedia

Divina Sezione: 72 architetti italiani per la Divina Commedia
Le visioni di Inferno, Purgatorio e Paradiso in una mostra itinerante nata da un’idea di Cherubino Gambardella e curata da Luca Molinari e Chiara Ingrosso

La rappresentazione dei tre mondi attraversati da Dante nella “Divina Commedia” ha da sempre affascinato artisti, illustratori e scienziati che hanno cercato di trasformare in immagini la complessa cosmogonia, le atmosfere e i paesaggi descritti nel resoconto del viaggio dantesco. Gli autori che, sin dall’esordio, sono stati attratti dalla potenza figurativa del linguaggio di Dante sono innumerevoli: tra gli altri ricordiamo Botticelli, autore di un codice miniato rimasto incompiuto, e gli illustratori cinquecenteschi Giovanni Stradano, Jacopo Ligozzi, Federico Zuccari. Tuttavia, la costruzione dantesca non fu esclusivamente oggetto d’interesse da parte degli artisti: nel 1588, anche Galileo Galilei partecipò al dibattito volto a comprendere la figura, la collocazione spaziale e la dimensione dell’Inferno. Tra gli importanti illustratori della Divina Commedia si ricordano anche William Blake, Gustave Doré e Salvador Dalì mentre, com’è noto, il razionalista Giuseppe Terragni è stato il primo architetto che, attraverso il progetto mai costruito del Danteum a Roma, ha tentato di tradurre in forme spaziali i luoghi descritti nell’immaginario viaggio ultraterreno di Dante.

Ciò che mancava era una lettura architettonica contemporanea dell’opera di Dante e la mostra collettiva itinerante Divina Sezione. L’architettura italiana per la Divina Commedia“, nata da un’idea di Cherubino Gambardella e curata da Luca Molinari e Chiara Ingrosso, ha provato a rispondere in questo senso attraverso il coinvolgimento di 72 architetti italiani che sono stati invitati ad elaborare una personale visione contemporanea di Inferno, Purgatorio e Paradiso descritti nella Divina Commedia. La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Skira, con saggi dei curatori, degli architetti selezionati e del dantista Riccardo Bruscagli.

Come sottolineato dai curatori, l’«obbiettivo è stato quello di fare capire al mondo dell’architettura che la Commedia dantesca era una straordinaria occasione per riflettere sul paesaggio contemporaneo e sull’esercizio della visione come atto necessario per produrre ricerca e sperimentazione capace di nascere da una tradizione ancora viva. Il risultato è un viaggio dentro un viaggio inedito che utilizza Dante e il suo testo come chiave di lettura per guardare al nostro mondo in maniera inedita».

Gli architetti coinvolti appartengono a tre differenti generazioni che appaiono comunque accomunate da una sensibilità nell’uso del disegno e, malgrado l’alto numero di invitati, si registrano significative assenze dovute probabilmente ad una prospettiva curatoriale che oscilla tra la critica militante e l’approccio accademico, restituendo visioni non sempre all’altezza delle aspettative. Tra i partecipanti che si sono discostati dalla logica del collage e dagli esiti retorici citiamo Lorenzo Degli Esposti, Emanuele Fidone, Fabio Alessandro Fusco, Vincenzo Latina, Francesco Librizzi, Domenico Pastore, Raffaele e Dora Pugliese, Michele Sbacchi e Beniamino Servino.

Una selezione dei progetti era stata presentata in anteprima a fine 2017 presso la galleria Spazio FMG di Milano; gli esiti sono stati presentati integralmente nella prima tappa della mostra che è stata ospitata fino all’8 aprile alla Reggia di Caserta, nella Sala degli Alabardieri e nella Sala delle Guardie del Corpo. La tappa ha offerto una più ampia e dettagliata visione della rilettura dell’opera dantesca, non solo per la totalità degli elaborati esposti ma anche grazie al riuscito allestimento curato da Simona Ottieri con Maria Gelvi e Concetta Tavoletta le quali, facendo un sapiente uso dei sistemi costruttivi Knauf, hanno dato forma ai paesaggi danteschi configurando un assetto evocativo che, nel riprodurre le asperità dell’Inferno, le ascese del Purgatorio e le strutture celestiali del Paradiso, è la parte migliore della mostra.

La prossima tappa di “Divina Sezione” è in programma a Foligno, a Palazzo Trinci, dal 27 aprile al 17 giugno, per iniziativa dell’Ordine degli architetti della provincia di Perugia con il supporto del Comune; nell’occasione si terranno anche un convegno e un’estemporanea volta a selezionare un’ulteriore visione che si aggiungerà alle 72 opere nella successiva tappa fiorentina.

Le tappe previste per la mostra sono numerose; un tour che, grazie alla partecipazione corale di un alto numero di architetti, rappresenta un’occasione per fotografare l’attuale condizione dell’architettura italiana. In questo senso ci auguriamo che il moltiplicarsi di simili appuntamenti possa aiutare a raccontare la nostra produzione disciplinare in modo più completo, superando gli steccati delle appartenenze, delle amicizie e degli apparentamenti in “scuderie culturali”.

 

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 1 Maggio 2018