Nell’ambito della collaborazione con DoCoMoMo Italia, segnaliamo il riordino della documentazione conservata presso l’archivio storico dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli che apporterà nuovi contributi alla conoscenza della città
NAPOLI. Per agire sulla città è necessario prima leggerla profondamente, tentando di comprendere, come sosteneva Giancarlo De Carlo, «le interrelazioni che uniscono tra loro i vari luoghi attraverso catene di significati che entrano profondamente nello spazio e nel tempo, nella concrezione delle configurazioni tridimensionali e nella storia». Di certo, un significativo “osservatorio” delle trasformazioni urbane è fornito dalla costruzione delle case popolari, in particolar modo all’indomani della Seconda guerra mondiale. Il tema coinvolse e appassionò qualificati professionisti, protagonisti dell’architettura e dell’ingegneria napoletana e italiana, attenti a cimentarsi, almeno in sede di progetto, sia sulle abitazioni che su quelle infrastrutture di servizio, indispensabili a “fare città”, di cui oggi si avverte con disagio la mancata realizzazione. Nell’ambito dunque del complesso sistema delle “città dei ricchi e città dei poveri” indicato da Bernardo Secchi, e considerato da un lato il fenomeno della gentrification che sta interessando le sue parti più antiche e dall’altro la necessità di rendere vivibili le periferie, non è senza significato provare a rileggere la crescita urbana partendo dalla sua storia più recente, sulla base di nuove acquisizioni documentarie, prima di affrontare interventi progettuali e di riqualificazione urbana.
Va pertanto segnalata la lodevole iniziativa dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli nell’attivarsi per la conservazione della consistente mole di documentazione grafica e amministrativa, prodotta nella sua più che secolare attività, riferita all’edificazione, trasformazione e manutenzione dei rioni sorti in ottemperanza ai suoi scopi istituzionali, accantonata e dislocata nel corso degli anni nelle diverse sedi di deposito. L’Ente ha destinato a nuova sede dell’Archivio storico IACP i locali appositamente attrezzati nel rione Stella Polare, iniziando a trasferirvi una parte del materiale documentario. Nel 2015 ha stipulato una convenzione con il Dipartimento di Ingegneria Civile Design Edilizia e Ambiente (DICDEA, ora aggregato nel Dipartimento di Ingegneria) dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, di concerto con la Soprintendenza Archivistica per la Campania. Dell’attività di consulenza per la “Conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico storico dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli” è stato responsabile il professor Pasquale Belfiore.
Durante questa prima esperienza, non priva di difficoltà (a cui chi scrive ha partecipato con un ruolo di coordinamento), una parte del materiale è stato censito, riordinato, inventariato, catalogato con il software “Arianna” e digitalizzato, dando conferma del rilevante interesse storico-architettonico e culturale del patrimonio documentario, come testimonianza sia delle trasformazioni urbanistiche che della cultura tecnica del Novecento. Sono di particolare pregio, oltre naturalmente ai grafici conservati in originale dei primi insediamenti, come il Duca d’Aosta, il Santa Caterina da Siena, il Duca di Genova o ancora i Rioni Galleria della Vittoria e Nicola Amore, anche le copie, ripiegate nei faldoni, dei progetti attuati per la ricostruzione post-bellica, che aggiungono preziosi tasselli alla conoscenza di episodi urbani meno noti, ad esempio nello sviluppo occidentale della città, o di figure di rilievo, ma ancora poco indagate, quali Carlo Cocchia e Stefania Filo Speziale. È dunque di auspicio che il lavoro possa proseguire per consentire quanto prima una fruizione del patrimonio archivistico, non solo agli addetti ai lavori dell’IACP, ma anche agli studiosi.
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Last modified: 5 Marzo 2018