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Paola BiancoWritten by: Progetti

Fashion Research Italy, moda & architettura a Bologna

Fashion Research Italy, moda & architettura a Bologna
Visita al polo didattico, archivistico e di innovazione dedicato alla valorizzazione del settore moda, esito della riqualificazione del comparto tessile La Perla a firma di Studio Cervellati

 

BOLOGNA. Che il capoluogo emiliano sia legato per lunghissima tradizione – a partire dal ‘500 – all’industria tessile è cosa che forse non tutti sanno. In città numerosi erano i mulini che, grazie alla presenza di una fitta rete di canali, permettevano la filatura della seta. Che tale tradizione si sia perpetuata fino ai giorni nostri è cosa invece assai più nota. Nel bolognese hanno sede diverse case di moda conosciute internazionalmente. Aziende dalla spiccata vocazione artigianale che rappresentano una notevole ricchezza per il territorio e manifestano una dinamicità che altri settori purtroppo non possono più vantare.

Tra queste spicca La Perla, marchio storico della lingerie (oggi aperta ad altri settori del comparto moda), presente sul mercato italiano dagli anni ’50. È da questo ambito che arriva il progetto di Fashion Research Italy (FRI), al contempo Fondazione no profit e ora centro didattico e di innovazione, polo espositivo e archivistico dedicato al settore della moda. Se ne è preso carico – inventandoselo ex novo, a dire il vero – l’ex patron del gruppo, Alberto Masotti, un imprenditore illuminato che, come altri del territorio (il caso Opificio Golinelli ha fatto scuola), hanno deciso d’investire sul futuro, in questo caso dei creativi di casa nostra.

Da tale auspicio ha preso le mosse il progetto di risanamento, ora portato a termine, della sede storica del gruppo La Perla, in zona Roveri (un’area a est del centro città, trasformata da agricola ad industriale nel secondo dopoguerra). Siamo non lontani da un altro comparto oggetto di trasformazione in anni recenti, ovverosia la sede Unipol di Via Larga. Il rapporto con le preesistenze non potrebbe essere più drammatico: la nuova sede di FRI è un complesso con una sua identità architettonica ben precisa e di colore bianco, tutt’intorno capannoni industriali di grandi dimensioni in gran parte ancora utilizzati.

Negli anni ’80 furono ristrutturati l’officina che lì sorgeva e realizzati un nuovo accesso e una palazzina per uffici, nonché un magazzino ulteriore; il tutto ad opera del bolognese Studio Cervellati. I corpi di fabbrica, con l’ultima conversione sempre ad opera di Studio Cervellati, sono stati in parte mantenuti ed in parte demoliti: tra i primi, la palazzina uffici e quella d’accesso, tra i secondi il fabbricato collegato all’ex officina meccanica.

L’accesso è caratterizzato da un edificio dalle forme “palladiane”, sormontato da un frontone classico (con orologio). Ospiterà un bar/caffetteria; vi si trovano inoltre servizi accessori alle attività della Fondazione. Da questo corpo di fabbrica si diparte una pensilina che funge da passerella virtuale: caratterizzata da grandi schermi posti in verticale, proietta in continuo video di sfilate realizzati appositamente.

Il corpo centrale – l’ex fabbricato unito all’officina meccanica – è stato invece abbattuto e ricostruito ex novo. Oggi si caratterizza per un corpo semicircolare aggettante (l’auditorium) e due corpi rettangolari a ciascuno dei due lati: ospita al piano terra una hall; gli spazi formativi e di ricerca ai piani inferiore e superiore. In tutto, circa 2.000 mq di superficie. La porzione di facciata non cilindrica è rivestita di pannelli in krion (un materiale a base di alluminio miscelato con resine) che tendono a richiamare nel loro intrecciarsi la trama di un tessuto. Vi si svolgeranno, in collaborazione con l’Università di Bologna, master e corsi di Architettura per la moda (con dieci borse di studio a copertura totale dei costi), oltre alla scuola in Archivi della moda.

La palazzina uffici, dalle forme che richiamano le stalle-fienili tipiche di questa parte di pianura (modello settecentesco del Dotti), ha mantenuto l’involucro esterno ed è stata rimodernata internamente. Accoglie al suo interno la statua di luce cangiante dalle sembianze di donna, frutto dell’assemblaggio, all’interno di sfere bianche, di ben 21.120 led. Gli spazi ospitano gli uffici, un archivio (con una collezione di 20.000 disegni su carta e tessuto; principalmente texture ma anche disegni di grandi stilisti italiani) e la biblioteca intitolata a Renzo Brandone (5.000 volumi). Gli archivi si sviluppano su 600 mq; la restante parte, circa 3.000 mq, sono adibiti a spazio espositivo. Tutto intorno circa 3.000 mq di spazi verdi.

In occasione dell’opening, la mattina del 21 ottobre, si è tenuta una conferenza dal titolo “Moda 4.0, le sfide della filiera e il ruolo dell’alta formazione”, che ha affrontato alcune domande chiave per il futuro del settore: ad esempio, quale debba essere oggi il ruolo della formazione per la preparazione di una nuova generazione di manager e di esperti per l’innovazione; oppure, come interagire con i mercati globali e con quali strumenti comunicare il fashion italiano a livello internazionale. Nella palazzina uffici invece è stata allestita – purtroppo solo in occasione dell’inaugurazione – la mostra “Out of Archives. Moda e contromoda dagli anni Sessanta ad oggi”: interessante dimostrazione sia dell’importanza degli archivi di moda come costante fonte d’ispirazione per i designer, sia della concezione della moda come forma d’arte (pare essersene accorto anche il MOMA, con la recentissima mostra “Items: Is Fashion Modern?”, curata da Paola Antonelli, fino al 28 gennaio).

 

Carta d’identità del progetto

2.000 mq di AREA DIDATTICA
Laboratori strutturati per assecondare i più differenti approcci didattici a supporto dell’azione creativa di studenti e docenti. Oltre 120 postazioni dotate di lavagne multimediali ed aggiornati strumenti di interazione digitale. Auditorium, spazi per convegni, seminari e shooting

3.000 mq di SPAZI ESPOSITIVI
Periodicamente adibiti a galleria di presentazione dell’attività di ricerca svolta dai talenti del Master in Design & Technology For Fashion Communication

600 mq di ARCHIVI
Un archivio di oltre 20.000 disegni di textile design, su carta e tessuto, patrimonio di ispirazione, sperimentazione ed approfondimento culturale; u
na raccolta di circa 5.000 libri a supporto dell’attività di ricerca ed analisi di studenti, docenti e addetti ai lavori

3.000 mq di SPAZI VERDI (passerella multimediale inclusa)

Autore

  • Paola Bianco

    Nata a Padova (1969) e laureata in Architettura a Venezia nel 1997. Nel 1998 ottiene un Master in Energy and Sustainable Development presso la De Montfort University di Leicester (UK). Nel 2000 è a Bruxelles per uno stage alla Commissione Europea (DG Transport and Energy). Successivamente si trasferisce a Bologna, dove si occupa per alcuni anni di temi ambientali presso varie pubbliche amministrazioni. Dal 2004 si iscrive all’Ordine degli Architetti della Provincia di Bologna, presso il quale si impegna in diverse Commissioni. Nel 2006 apre il suo studio, dove si occupa prevalentemente di certificazione energetica, sicurezza nei cantieri e dove ospita periodicamente mostre legate a diverse forme d’arte (fotografia, scultura, fumetto, giardinaggio). Partecipa a concorsi di architettura e a bandi di pubbliche amministrazioni. Collabora dal 2008 con "Il Giornale dell’Architettura"

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Last modified: 25 Ottobre 2017