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Written by: Inchieste Progetti

Nei dintorni di Milano, due segni del sacro

Nei dintorni di Milano, due segni del sacro

Visita ai complessi parrocchiali Madonna delle Grazie a Dresano (Corvino + Multari) e Pentecoste a Quarto Oggiaro (Boris Podrecca e Marco Castelletti)

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Entrambi i progetti sono l’esito di concorsi ad invito e nascono per essere punti di riferimento per le comunità locali. Quello di Dresano, firmato dal duo partenopeo Corvino+Multari, è uno dei diciotto Progetti Pilota prescelto nel 2008 dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), mentre quello di Quarto Oggiaro porta la firma di Boris Podrecca e Marco Castelletti ed è il vincitore del bando internazionale lanciato nel 2001 dall’Arcidiocesi di Milano. Fra le diverse chiavi di lettura che si possono utilizzare per analizzare le due opere, tre sembrano particolarmente rivelatrici dei caratteri che li contraddistinguono: il rapporto fra l’architettura e il contesto, l’interpretazione architettonica dello spazio sacro, il dialogo fra chiesa e centro pastorale.

Il segno nella campagna

Complesso parrocchiale Madonna delle Grazie a Dresano (Milano)

Il nuovo centro pastorale di Dresano (un Comune di 3.000 anime poco distante da Lodi) sorge in posizione decentrata su un ampio terreno inedificato intercluso fra tessuti residenziali, industriali e l’impianto sportivo comunale. In questo “collage” disaggregato di parti urbane il concept del progetto dichiara la volontà di porre un ordine, chiaro e rigoroso, che emerga e si contraddistingua come segno di riferimento. L’impianto planimetrico si costruisce sull’asse longitudinale nord/sud che è ortogonale alla via Pavia. Su questo asse di “processione” si ordina la sequenza sagrato-portico-ingresso-aula liturgica. A partire da questo principio Corvino e Multari compongono la pianta come un gioco rigoroso di figure geometriche primarie: il rettangolo del centro pastorale che racchiude il cerchio della chiesa. In alzato le due figure generano il basamento parallelepipedo – che ingloba  le varie funzioni del centro – e il corpo cilindrico della chiesa che su di esso s’innesta. Una sintassi di forme elementari, permeata da uno spirito di radice razionalista, che dà forma a un insieme architettonico chiaramente intelligibile. È un’architettura che parla un linguaggio piano e si esprime con l’uso di pochi materiali e colori. Il basamento è trattato con intonaco bianco e si eleva dal suolo con una struttura ad intreccio reticolare in cemento armato, trattata con ossidi di ferro per richiamare alla memoria il colore del laterizio, materiale di antica tradizione costruttiva lombarda. Dal basamento si alza il solido volume della chiesa, un tamburo bianco solcato in mezzeria da una croce bronzea. L’immagine sacra è un segno, materico e grezzo, creato dallo scultore napoletano Nino Longobardi che indica l’ingresso della chiesa in contrasto con il nitore dell’intonaco.

Lo spazio interno dell’aula liturgica è un grembo luminoso a doppia altezza pensato per abbracciare la comunità pastorale. Le pareti curve generate dai due cerchi concentrici della pianta avvolgono l’assemblea e riflettono la luce che piove dai lucernari in copertura, ampliandone l’effetto luminoso. Lo spazio è di dimensioni contenute e infonde una sensazione di sereno raccoglimento. L’essenziale trattamento degli arredi in legno, le forme nude del fonte battesimale – nient’altro che un recipiente in pietra –  e dell’altare sono ispirate a un canone minimalista. La croce in grande scala, anch’essa opera del Longobardi, sovrasta con la sua immagine l’abside e conferma un riuscito dialogo fra arte e architettura.

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Il portale del quartiere

Complesso parrocchiale Pentecoste a Quarto Oggiaro (Milano)

Il nuovo centro parrocchiale sorge in quello che, un tempo, era considerato uno dei quartieri residenziali periferici della Milano industriale. Oggi è parte della grande metropoli che si estende a dismisura ed è stato fagocitato da uno sviluppo urbano diffuso segnato dalle maglie delle grandi infrastrutture (di poco distanti sono l’autostrada A4 e il nodo dello svincolo di viale Certosa). Il nuovo centro è stato previsto all’interno di un programma di riqualificazione urbana che ha integrato lo storico quartiere con una serie di nuove unità residenziali. La nuova architettura di Podrecca e Castelletti è caratterizzata da un grande portale in cemento armato che chiude la prospettiva della via Perini facendo da fondale al sagrato antistante. Quest’ultimo è conformato come uno spazio urbano pubblico di relazione fra il quartiere e le funzioni parrocchiali. Il grande trilite in cemento armato ricerca il dialogo con la dimensione degli edifici residenziali limitrofi, incornicia il volume della chiesa e della cappella feriale e accoglie il simbolo della croce formata da una struttura tridimensionale in profilati di acciaio (forse un richiamo alla storica tradizione industriale milanese).

L’impianto architettonico assume le giaciture del contesto che, in pianta, determinano la forma trapezoidale della chiesa e della cappella feriale, a cui si affianca la manica allungata del centro pastorale. I due volumi sono mediati da uno spazio di relazione intercluso che permette di accedere agli spazi parrocchiali dalla chiesa e dal sagrato. È una sorta di corte coperta da un grande lucernario e chiusa da una facciata in vetro: al suo interno una scenografica rampa in acciaio con pannelli di vetro blu permette di raggiungere i locali al piano superiore. Le dotazioni del centro includono anche spazi all’aperto dove si possono svolgere attività ricreative e sportive. Sebbene le varie funzioni siano chiaramente distinte in pianta, la composizione architettonica delle facciate ricerca il senso dell’unitarietà. Una fascia perimetrale, formata da pannelli in cemento grigi bitonali e da lastre di vetro strutturale, contorna tutto il complesso inglobando il volume bianco della chiesa per concludersi, verso il quartiere, con un pergolato in legno lamellare.

L’aula liturgica ha proporzioni che slanciano lo spazio verso l’alto. È un insieme architettonico in cui emerge una raffinata ricerca progettuale associata alla cura del dettaglio e alla qualità dell’esecuzione. Ne sono un esempio l’elaborato sistema di pannelli in legno, che dal soffitto scendono su una parete laterale con un morbido movimento, e la navata laterale in legno che, come un cannocchiale, inquadra la prospettiva verso la cappella mariana. La luminosità naturale è studiata attentamente e si affida al lucernario, sul lato nord della copertura, e al fondale absidale in pannelli di alabastro sul quale campeggia il crocifisso, opera dello scultore Karl Schlamminger di Monaco di Baviera.

 

Carta d’identità dei progetti

Complesso parrocchiale Madonna delle Grazie a Dresano (Milano)

Progettisti: Vincenzo Corvino, Giovanni Multari Liturgista: don Antonio Giannotti Artista: Nino Longobardi Consulenti: Gabriele Salvatoni (opere strutturali), Riccardo Caniparoli (geologia e impatto ambientale) Collaboratori: Michele Natale, Marco Poerio, Giovanna Castaldo, Marco Polito, Giovanni Podestà, Elisa Magliarditi, Salvatore Carleo, Manuela Ferro Impresa: Ecocostruzioni Sup. lorda: 2.265 mq Completamento: gennaio 2017 Costo: euro 4.525.000

Complesso parrocchiale Pentecoste a Quarto Oggiaro (Milano)

ProgettistiBoris Podrecca Architects – Vienna – Studio Marco Castelletti – Erba Progetto strutture: Sajni e Zambetti s.r.l. – Milano Progetto impianti: AZETA s.r.l. – Arona Impresa costruttrice: Colombo Costruzioni S.p.a. – Lecco Sup. lotto: 5.000 mq  Volume: 18.000 mc Superficie coperta: 1.800 mq Completamento: agosto 2016 Costo: euro 5.200.000

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 11 Ottobre 2017