Segnali di movimento in Calabria per una città che negli ultimi 20 anni ha dimostrato una rinnovata sensibilità collettiva. L’occasione dell’inaugurazione del ponte progettato da Santiago Calatrava
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COSENZA. In Calabria, la contemporaneità si è sempre manifestata per lo più sotto forma di seconde case, di reinterpretazioni abusive dello spazio o attraverso le abitazioni in serie delle “città nuove”. Nei centri abitati minori, sono state le stratificazioni audaci dei linguaggi dell’edilizia o dei media, attraverso forme e materiali a basso costo, a definire la scena urbana degli ultimi trent’anni. Questa ipotesi rappresenta il canovaccio sul quale l’architettura contemporanea ha potuto innestarsi in questa regione. Pochi gli interventi autoriali, spesso in ritardo o non completati.
Paradossalmente però è sempre esistita, in questa area geografica, una forte permeabilità degli uomini e dei paesaggi ai valori nuovi. Pur mantenendo caratteri e convinzioni di una storia antica, il Sud accoglie da sempre l’ignoto che da millenni appare su queste coste e modifica gli usi, gli spazi, le architetture ed il futuro. Come in un progetto di paesaggio, si ricercano qui momenti di equilibrio nell’affermare i caratteri esistenti di un luogo ma, allo stesso tempo si accolgono le innovazioni che giungono dall’esterno.
Il ponte di Calatrava
L’immagine dell’ennesimo veliero di Calatrava, come in procinto di disancorarsi, interessa forse rileggerla da questo angolo critico di costante viaggio, che è contemporaneamente azione e destinazione e muove da una rinegoziazione continua del paesaggio.
Un arco strallato di circa 150 metri per una larghezza di 22 supera il fiume Crati, nella zona a sud-est della città, congiungendo la Contrada Gergeri (tra le aree più degradate della città), con la più urbana Via Reggio Calabria; arco teso con ostentata eleganza da un fuso bianco di 80 metri. Dotato di quattro corsie ed un percorso ciclopedonale, ha possibilità di accogliere anche la metropolitana leggera di superficie di recente discussione. Una piazza-mirador, sotto l’antenna del ponte, apre verso il fiume e i monti della Sila. Esito di un concorso vinto nel 2000 dall’architetto spagnolo, l’opera pubblica, come spesso accade in Italia, se completata, ha il paradosso di rappresentare la contemporaneità con uno scarto sedimentale di circa vent’anni, mentre le continue polemiche sui costi, sull’esuberanza formale o sull’autoreferenzialità dell’autore, che solitamente accompagnano le sue architetture, vanno forse rilette come apportatrici di cadenza, ritmo e humor ad un operare oramai stanco.
Avanguardia Cosenza
L’opera s’inserisce in un ampio programma che, negli ultimi vent’anni, ha visto la città crescere più degli altri capoluoghi calabresi, sia per qualità della vita sia per opere dedicate alla collettività.
Se Reggio Calabria nel 2016 abbandona definitivamente, e nel silenzio di molti, il progetto del Waterfront-Museo del Mare di Zaha Hadid (2006) per un anonimo project financing, Cosenza invece recupera anche nella qualità dei progetti passati, occasioni importanti di rigenerazione urbana. Il ponte sbarca in corrispondenza del Planetario e Museo della Scienza, opera di Antonio Monestiroli (2001), anch’esso risultato di un concorso ed in fase di completamento, aggiungendo così tasselli, assieme alla recente riqualificazione della centrale piazza Bilotti, ad un sistema di azioni all’interno del paesaggio urbano, col tentativo di riscrivere alcuni fuochi strategici all’interno della città. L’obiettivo, come spesso accade, è quello di fissare attraverso elementi di qualità, una nuova sintassi e una riorganizzazione della “città non città”, producendo nuove polarità capaci di rigenerare lo spazio pubblico e fornendo risposte ad una sempre più spontanea ed insistente richiesta di maggiore qualità dell’habitat. La Calabria muove.
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Calabria , concorsi , infrastrutture , rigenerazione urbana
Last modified: 5 Novembre 2019
[…] Associati, giunge al completamento a distanza di circa 18 anni dal progetto. Un destino comune, che come già detto in occasione del ponte, ha il paradosso di rappresentare la contemporaneità con uno scarto sedimentale di circa […]