Elisa Valero Ramos (+ Fulvio Irace)
Dopo Carme Pinós (2014) e Shelley McNamara (2016), un’altra professionista donna tiene una lezione (veramente magistrale) nel ciclo “Costruire, abitare, pensare” di questo Cersaie 2017: Elisa Valero Ramos, architetto e professoressa presso l’Università di Granada, polverizza definitivamente gli stereotipi di frivola delicatezza attribuiti al genere femminile, mostrando un fare architettura pragmatico, etico e, secondo le parole di Fulvio Irace, in grado di trasformare in opportunità “situazioni al limite della possibilità”.
Se questo Cersaie mette in mostra centinaia di ceramiche a immagine e somiglianza del cemento, la produzione di Elisa Valero Ramos è intrisa di questo materiale (quello vero!), nella sua forma più grezza. Non a caso, la carriera dell’architetto spagnolo è iniziata in Messico nel 1996, con un progetto di restauro del ristorante Los Manantiales del maestro del cemento armato Félix Candela.
Il calcestruzzo attraversa tutta l’opera dell’architetto, che ha realizzato negli ultimi vent’anni piccole strutture curate nei minimi dettagli dal suo piccolo studio di soli tre collaboratori (e, saltuariamente, alcuni tirocinanti universitari): un gruppo così piccolo che riesce a lavorare nel microscopico estudio su calle Bélen 17 a Granada, traforata reinterpretazione contemporanea dei miradores della città. Il cemento della Ramos è proiettato su pannelli di materiale isolante, quindi leggero e antisismico, oltre che decisamente economico perché veloce e senza rifiniture, non superando così costi di 400-500 euro al metro quadrato a cantiere concluso. Quasi una sfida etica, che fa eco al “principio di economia” di Pier Luigi Nervi: costruire con meno materiale, meno energia, minori costi di costruzione e manutenzione, non considerando l’economia dell’opera come un ostacolo, ma come un mezzo per raggiungere una maggiore purezza delle forme e la vera essenza di una tradizione architettonica (quella granadina).
Nonostante l’intenso lavoro strutturale e costruttivo sul cemento armato, l’architetto si sofferma sul tema cardine del Cersaie, sottolineando i diversi ruoli della ceramica nella sua opera: da un lato, vi è la ceramica come elemento artistico, che si ritrova nel colore rosso intenso delle decorazioni di Eduardo Barco nella escuela infantil en el Serrallo (la arquitectura para ninõs è uno dei più importanti filoni di ricerca dello studio Ramos); dall’altro, vi è la ceramica come rivestimento, che sostituisce la pittura delle pareti e riduce i costi e i tempi di manutenzione della facciata, come nel progetto per viviendas de alquiler en Gojar.
Usando con onestà tutti i materiali propri dell’architettura, dalla ceramica alla luce, dal calcestruzzo alla vegetazione, Elisa Valero Ramos mostra quanto “bellezza e razionalità non siano incompatibili” e quanto l’architettura, oggi più che mai, possa essere “molto con molto poco”.
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cersaie 2017
Last modified: 29 Settembre 2017