Visita – piuttosto deludente – al nuovo edificio per la musica, progettato da Shigeru Ban e Jean de Gastines sull’isola “maledetta” per i naufragi dei programmi di architettura
BOULOGNE BILLANCOURT (FRANCIA). A Metz, Shigeru Ban e Jean de Gastines avevano evocato un cappello cinese per disegnare la copertura del Centre Pompidou, edificio sovente giudicato più rimarchevole per il suo programma che per la sua architettura. Si era infatti lontani dalla raffinatezza degli esordi di Ban, che miscelavano con maestria vetro e tubi di cartone in un’elegante galleria d’arte curva e longilinea.
Si poteva fare di meglio
Il 22 aprile, sempre con de Gastines, il Pritzker nipponico ha inaugurato la Seine musicale, teatro musicale realizzato dall’impresa Bouygues nell’ambito d’un partenariato pubblico-privato trentennale con il Conseil général des Hauts de Seine, rappresentato dal suo presidente nonché deputato Patrick Devedjian. Collocando sulla punta dell’île Seguin la più grande boccia di pétanque [gioco delle bocce; ndt] del mondo che essi avvolgono d’un velo di pannelli fotovoltaici mobile e costoso, i due architetti non vanno oltre l’intuizione e il “grande vascello” evocato da “Ban in banlieue” suona falso per tale piroscafo goffo. Sia per le qualità paesaggistiche dell’isola sulla Senna che per la memoria operaia legata alla presenza delle fabbriche Renault tra il 1929 e il 1992, molti stimano che il sito meritasse di meglio.
Finalmente, sull’isola “maledetta”
Nel 2005, a causa d’innumerevoli lungaggini e complicazioni amministrative legate ai ricorsi presentati dalle associazioni nei confronti dei piani urbanistici per l’isola, François Pinault rinunciò a costruirvi la sua Fondazione, preferendo investire a Venezia su Palazzo Grassi. In seguito, altri progetti si sono arenati, ed è solo dopo l’acquisto – per un euro simbolico – di un terzo dell’isola da parte del Conseil départemental des Hauts de Seine nel 2010, che l’opera si è concretizzata. Essa rientra nel progetto globale di sistemazione dell’isola che prevede l’edificazione di 255.000 mq (residenze, hotel, uffici, servizi), di cui 84.000 dedicati alla cultura. Lo schema direttore, elaborato da Jean Nouvel, è organizzato intorno a due poli consacrati all’arte e alla musica; tra le altre cose, esso intende favorire l’accessibilità nonché un’interconnessione tra i principali servizi e gli spazi pubblici.
Vive la pétanque!
Collegata con due passerelle a Boulogne e a Meudon, e collocata su un lotto di 2,35 ettari, la Seine musicale riunisce su 36.500 mq una sala da spettacoli da 4.000 a 6.000 posti, un auditorium da 1.150 posti, gli spazi per le residenze d’artista, le attività commerciali, i ristoranti e le funzioni annesse. Il percorso si sviluppa lungo una strada coperta e un grande foyer piuttosto scialbo che attraversa l’intero edificio, collegando i sei ambiti principali: gli uffici di Hauts-de-Seine, la grande sala con la sua scatola nera musicale, gli spazi delle performance, l’auditorium, gli studi di registrazione e i locali dell’orchestra residente. La deambulazione prosegue all’esterno, dove le due ali in cemento che inquadrano la piazza delimitano anche una passeggiata minerale di fronte a Boulogne e una seconda più vegetale rivolta verso Meudon. Sulla piazza, una scala monumentale conduce al giardino di 7.410 mq che caratterizza la copertura della grande sala.
Yasushisa Toyota, l’esperto acustico delle sale delle Filarmoniche di Parigi e Amburgo, è anche intervenuto qui; in particolare, nella sfera dell’auditorium, spazio interessante – protetto da un involucro vitreo – nonostante il suo accesso attraverso una serie di ascensori dalla strettezza sconcertante. Un mosaico di un verde iridescente adorna il suo guscio acustico, mentre l’interno è caratterizzato dalla geometria più spigolosa d’un soffitto formato da un assemblaggio di listelli di legno, carta e cartoni e da rivestimenti lignei alle pareti. Uscendo, la promenade rivela la struttura in legno e la vista panoramica sul paesaggio circostante
Il costo della costruzione ammonta a 170 milioni, ma solo un bilancio a lungo termine permetterà di giudicare se il ricorso al partenariato pubblico-privato è stato azzeccato, tanto in termini di manutenzione quanto di costo globale per la collettività.
Parole parole parole…
Rafforzando un’offerta parigina già copiosa nell’ambito
– il che solleva degli interrogativi -, l’apertura della Seine musicale segna tuttavia una tappa decisiva per tale sito ove tanti progetti di architettura faticano a vedere la luce, sebbene l’inaugurazione del ponte Renault firmato da Marc Barani abbia nel 2009 affrancato l’isola dal suo stato di enclave. Altri programmi d’ampio respiro sono stati annunciati. Un centro d’arte realizzato da Emerige su progetto dello studio RCR fresco di Pritzker sarà, se tutto va bene, inaugurato nel 2021 su un lotto di 14.000 mq sulla punta a monte dell’isola; un art-hotel da 220 camere firmato dagli architetti Eberle & Speicher; un cinema multiplex da 8 sale.
Tra i progetti principali della Zac (zone d’aménagement concerté) Seguin – Rives de Seine, bisogna anche menzionare il lieto annuncio inerente la riconversione del 57 Métal, costruito da Claude Vasconi nel 1984 per Renault, che valse al suo autore il Grand Prix National d’Architecture. Da tempo minacciato di demolizione, questo edificio mitico dovrà essere trasformato in uffici da BNP Real Estate su progetto di Dominique Perrault.
Va infine ricordato il ruolo del Grand Paris per questo quartiere, con in particolare la stazione Pont de Sèvres, la cui apertura è annunciata nel 2022: disegnata da Jean-Marie Duthilleul, permetterà di raggiungere l’isola in 28 minuti dall’aeroporto di Orly e in 13 minuti dalla Défense.
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parigi , rigenerazione urbana
Last modified: 24 Maggio 2017