A causa del fallimento del comitato scientifico voluto dalla Regione Toscana, nessuna celebrazione a Firenze per i cento anni della nascita di Leonardo Savioli. Si auspica miglior sorte per quello di Leonardo Ricci nel 2018…
Leonardo Savioli, pittore, professore, architetto, da annoverare tra i maestri italiani del dopoguerra, nasce a Firenze nel 1917 (dove muore nel 1982). Dopo cento anni la sua città non lo ricorda a causa del fallimento del comitato scientifico voluto dalla Regione Toscana, con il coordinamento incolpevole della Fondazione Michelucci e la partecipazione di istituzioni come Docomomo Italia, Museo del Novecento di Firenze, Fondazione Architetti, Archivio di Stato di Firenze, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Baco-Archivio Vittorio Giorgini. Non solo, ma la bocciatura del centenario da parte del MiBACT per motivi procedurali ingiustificati (pare per non aver segnalato i nomi degli appartenenti alle istituzioni del comitato scientifico), dimostra quanto sia ancora lunga la strada affinché l’architettura contemporanea sia considerata a livello ministeriale.
Savioli fu uno dei protagonisti della stagione accademica fiorentina all’inizio degli anni sessanta insieme all’altro Leonardo (Ricci), il cui centenario, che si festeggerà nel 2018, auspichiamo abbia più fortuna presso le oscure stanze ministeriali, e soprattutto con un diverso atteggiamento della Regione nell’erogazione dei fondi. Tuttavia si denota un’assenza di strategia nel decidere due centenari separati. Infatti le loro opere, spesso concepite insieme, soprattutto quelle pubbliche (ad esempio il quartiere di edilizia pubblica a Sorgane), si sono influenzate vicendevolmente. Predisporre un doppio centenario 2017-2018 avrebbe garantito una maggiore comprensione delle loro ricerche progettuali, basandosi su un confronto reciproco attinente alla storia di questi grandi architetti che, con il loro lavoro, influenzarono i loro allievi, alcuni dei quali fondarono il movimento dell’architettura radicale; nato proprio nella Facoltà di architettura di Firenze.
«Gli allievi di quegli anni ricordano con entusiasmo l’originale corso di Visual Design tenuto da Ricci – scrive Giovanni Bartolozzi – e caratterizzato da una serie di esercitazioni che portavano lo studente ad avere padronanza del segno, dal disegno fino alle tre dimensioni». Al pari dei corsi di Arredamento e Architettura degli Interni tenuti da Savioli nel 1966-67, il suo fu un incentivo ai giovani allievi nello sperimentare in più direzioni. Fu lui che seguendo le sollecitazioni dei suoi assistenti Adolfo Natalini (Superstudio) e Paolo Deganello (Archizoom) impostò il corso sul tema pop delle discoteche/piper. «L’università è deleteria per qualsiasi architetto senza eccezioni – scriveva Bruno Zevi – e lo è stata certamente anche per i due Leonardi. Però Savioli ha plasmato una scuola, vertebrando un costume professionale di qualità». Parole confermate dalle architetture e dagli allestimenti di mostre realizzati da Savioli, che trovano il loro culmine nelle straordinarie ville unifamiliari nella campagna toscana e rivelano la stessa qualità delle contemporanee ville del Mid-Century californiano; qualità che rimarranno nascoste ai più nei disegni conservati nella sede fiorentina dell’Archivio di Stato.
Immagine di copertina: Leonardo Savioli, villa Bayon a Firenze (1964-66)
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Last modified: 22 Maggio 2017