Visita all’intervento dello studio Allmann Sattler Wappner per l’area della cattedrale di Colonia, punto nevralgico fra battistero paleocristiano, corte di Dioniso, musei e stazione centrale
COLONIA (GERMANIA). La metropoli renana restituisce finalmente la dignità dovuta al suo tesoro più grande, la maestosa cattedrale in opus francigenum alle porte della città. L’intervento che la riguarda, pur non toccandola direttamente, è parte di un’opera più ampia di ridisegno urbano di sei punti nevralgici nell’area di raccordo fra il livello rialzato della piattaforma su cui sorge (Domplatte) e quello stradale sottostante sull’antico cardo romano (Trankgasse). A Est dell’imponente coro, dove da tempo convivono il cimitero capitolare, i musei Ludwig (1976) e di storia romano-germanica (1961) con alle spalle la stazione centrale (1854), si trova l’area più critica dell’intero progetto, da sempre ghiotto terreno di sperimentazione per gli architetti coloniesi – più di 8 secoli di storia (6 solo per l’edificazione della fabbrica, conclusa nel 1880) e cantiere urbano per eccellenza che, col progetto dello studio tedesco Allmann–Sattler–Wappner, trova felice conclusione.
“Omogeneità, chiarezza, leggibilità”: questi gli imperativi categorici formulati nel bando di concorso/workshop (2002) dall’ente organizzatore, il governo della Città di Colonia. Ma pur essendosi aggiudicato il primo posto, il trio bavarese ha dovuto aspettare diversi anni per poter operare nell’area interessata, ovvero non prima che workshop, seminari, incontri con le diverse maestranze e figure di spicco della scena culturale locale potessero garantire il raggiungimento di un accordo fra tutte le parti in gioco, al fine di evitare i compromessi del passato. Negli anni ’70 infatti, nel tentativo di difendere l’isola paleocristiana del Battistero (una fonte battesimale portata in luce dagli scavi del 1864) e il vicino Duomo dal caos di Stazione e adiacenti maestose vie di traffico, alcuni noti professionisti cittadini si erano già cimentati nei più disparati progetti, con scarsi risultati in termini di dialogo fra le parti, generando negli anni caos e insoddisfazione. Nessuno di loro si era potuto sottrarre al confronto col Monolito, contornandolo con architetture e spazi di forte singolarità e – come nella celebre Domplatte di Fritz Schaller del 1970 – scavandovi sotto strade, passaggi per pedoni troppo angusti e in ombra.
Il simbolo turrito del potere spirituale-temporale della Chiesa, ianua urbis di Colonia, nota meta di turismo (inter)nazionale, viene oggi rivalorizzato, ma senza troppa pretenziosità e bandendo le tensioni individualiste del passato. Fra la cattedrale, i musei e la stazione centrale si concentrano i principali interventi di risanamento e ridisegno urbano: nel progetto targato ASW le vie pedonali, un tempo sacrificate al traffico imponente della Trankgasse, vengono ripulite e rivestite (insieme al basamento) con lastre di pietra chiara naturale, mentre una nuova, ridotta strada a doppio senso di marcia corre loro parallelamente e permette alle auto un transito discreto e regolamentato in direzione tunnel am Domhof. Le scelte messe in atto dallo studio ASW rispettano le linee guida già espresse nell’intervento targato Schaller/Theodor (Schaller Architekten Stadtplaner, Colonia, 2004-2006) quanto a demolizione della scalinata degli anni ’70 e relativa riorganizzazione funzionale e spaziale dell’area – con la realizzazione di una nuova scalinata a tre rampe e di un nuovo, riordinato piazzale antistazione -, così come nelle scelte di materiali e dettagli costruttivo-decorativi. Luminosa ed accogliente, la “nuova zona urbana” diventa foyer fisico ed emotivo alla città storica, invitando ad una sosta sulla Domplatte, qui ridimensionata ed arretrata rispetto alla posizione precedente grazie alla demolizione delle preesistenti irregolarità. Da quassù, percorsa la rampa che abbraccia il basamento seguendo idealmente le sinuosità dell’insula, si gode di un bell’affaccio sulla fonte di Dioniso e l’attiguo Battistero.
Un grande salto di qualità per questo importante frammento costruito di storia europea, dei cui meravigliosi eventi, con la sua capacità di adattamento e trasformazione nei secoli, è davvero quintessenza.
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Immagine di copertina: vista dall’alto ©Wikimedia
La carta d’identità del progetto
Committente: Città di Colonia
Progetto: Studio Allmann – Sattler – Wappner, Monaco (Germania)
Team concorso: Frank Karlheim (Projektleiter), Hana Asaleh, Julia Behm, Fabian Getto, Thorsten Overberg, Manuel Riavez, Olga Ritter, Alex Wagner
Team realizzazione (dal 2013): Frank Karlheim (Projektleiter), Julia Behm Rouven Würfel (Projektleiter), Marion Bruns, Johannes Sailer
Strutture: Pirlet & Partner Baukonstruktion Ingenieurgesellschaft mbH Köln
Impianti ed installazioni: Ingenieurbüro Heiming, Köln
Progettazione superfici libere: t17 Landschaftsarchitekten, München
Direzione lavori: Geocell Schaumglas GmbH – Deutschland
Costo iniziale previsto: 24 milioni circa
Costo finale: 20 milioni circa (finanziati da Bund e Città di Colonia)
Cronologia
2002: workshop/concorso internazionale (lo Studio Allmann–Sattler–Wappner, Monaco di Baviera, vince su OMA–Rem Koolhaas, Rotterdam)
2005: rinvio per mancanza di fondi
2008: consegna ufficiale agli architetti ASW
2009: per il finanziamento si opta per l’impiego dei fondi del progetto UNESCO; primo studio di fattibilità
2010: nuovo workshop con le diverse maestranze cittadine (oltre 70 partecipanti si incontrano in 4 differenti occasioni); aprile 2010: presentazione nuovo progetto per l’area Fonte di Dioniso-Battistero
2011: inizio fasi di progetto
2013: inizio lavori
2015: fine lavori sull’area di fronte al piazzale della stazione
2017: fine lavori area Est
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germania , rigenerazione urbana
Last modified: 15 Maggio 2017