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Monica ZerboniWritten by: Progetti

Kraftwerk Mitte a Dresda, da centrale elettrica a polo culturale

Kraftwerk Mitte a Dresda, da centrale elettrica a polo culturale

Lo studio PFP ha recuperato a Dresda un impianto del XIX secolo riconvertendolo – con un’aggiunta ex novo – in spazi dedicati alla cultura giovanile

 

DRESDA. Il restauro di vecchi manufatti industriali e la loro riconversione in luoghi dedicati alla cultura soprattutto giovanile è prassi comune in Germania e rappresenta, accanto o in alternativa alle ricostruzioni conservative dei centri storici, un aspetto non marginale nel programma di recupero di un passato cancellato dalla guerra.

Un contributo significativo a tale percorso spetta alla città di Dresda, famosa non soltanto per i suoi monumenti barocchi ma anche per un importante passato industriale. Dopo aver dedicato gli scorsi due decenni alla fedele ricostruzione del proprio centro storico, la città ha ora finanziato la realizzazione del nuovo polo culturale Kraftwerk Mitte, dedicato alle attività teatrali.

Inaugurato lo scorso dicembre, sorge – come dice il nome – sull’area dell’ex centrale elettrica cittadina, un mastodontico impianto del XIX secolo, ampliato nei decenni successivi. Caratterizzata da facciate in laterizio rosso, tipiche dell’architettura nordeuropea, e impreziosita da guglie in stile gotico nel suo corpo centrale, la struttura attendeva da tempo nuova destinazione dopo la messa a riposo dell’impianto a inizio anni novanta.

Alla non facile impresa del recuperocondizionato fra l’altro da un budget limitato – è stato chiamato lo studio PFP di Amburgo, il cui titolare Joerg Friedrich è nome noto anche in Italia soprattutto per la realizzazione a Genova nel 2014 di un edificio scolastico che, pur rispettando i delicati equilibri del tessuto storico cittadino, afferma la propria autonomia contemporanea, semplice ed essenziale.

La medesima sensibilità per il contesto ha guidato la mano di PFP a Dresda, dove la realizzazione di una serie di sale per il teatro “alternativo”, dedicato all’operetta e agli spettacoli per i giovani, rappresentava anche l’occasione per valorizzare un’area urbana periferica, se pur a breve distanza dalle cupole barocche del centro storico. «In Europa i teatri sono strutture essenziali nel panorama urbano in quanto rappresentano dei punti di identificazione importanti per i cittadini», sostiene Friedrich, «dunque fare dell’architettura teatrale di buona qualità è indispensabile per lo sviluppo delle nostre città».

Per rispettare tale principio e al tempo stesso tutelare la memoria industriale di Dresda, il progetto ha previsto la conservazione e il risanamento dei padiglioni più rappresentativi del complesso. Tra questi l’imponente sala delle macchine, oggi trasformata nel vasto foyer d’ingresso, e la stazione delle turbine, ora adibita a sala per gli spettacoli del Teatro dei giovani.

Ma è nell’area lasciata libera dalle demolizioni dei vecchi impianti che i progettisti hanno trovato libertà d’espressione. Consapevoli di dover realizzare un’architettura dall’alto contenuto simbolico ma al tempo stesso funzionale, essi hanno edificato accanto ai padiglioni originari un edificio a piastra di geometrica regolarità che, pur con rimandi alla tradizione Bauhaus nella forma e nei materiali, utilizza il linguaggio minimalista dell’architettura contemporanea. Al suo interno, in un’organizzazione fluida e razionale degli spazi, smistati attraverso il grande atrio d’ingresso, trovano posto le sale teatrali, le sale prova, gli uffici e i locali tecnici, oltre a un bar-ristorante, alcune aule della Scuola di musica, una discoteca e a breve un museo dedicato all’energia elettrica. Rivestito esternamente da pannelli di corten ora lisci ora traforati per il passaggio della luce naturale, il nuovo corpo orizzontale minimizza la propria presenza nello storico contesto e funge al tempo stesso da base per lo sviluppo di tre corpi emergenti: due torri rivestite di klinker rosso che ospitano le strutture dei due palcoscenici e una torre di vetro chiaro per le sale prova. Come vessilli di un rinnovamento urbano, esse si contrappongono alle volute barocche del centro storico e rappresentano una ventata di gradevole modernità nella consolidata silhouette cittadina.

Immagine di copertina: © Oliver Killig

 

La carta d’identità del progetto

Destinazione d’uso: Teatro dell’operetta e Teatro delle giovani generazioni

Committente: Kommunale Immobilien Dresden GmbH & Co. KG

Progetto: PFP Planungs GmbH, Amburgo (prof. Jörg Friedrich Architekt BDA)

Direzione lavori: Ulf Sturm

Collaboratori: Götz Schneider, Christoff Oltmann, Phillip Wendt, Lucie Müller, Yvonne Hahn, Sven Ulrich, Jessica Kempe

Superficie complessiva: 34.970 mq

Volumetria: 204.910 mc

Costi complessivi: 104 milioni

Foto: PFP Planungs GmbH

Web: kraftwerk-mitte-dresden.de

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

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Last modified: 25 Aprile 2017