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Luca GibelloWritten by: Senza categoria

Marmomacc, passeggiando tra gli stand e… in città

Marmomacc, passeggiando tra gli stand e… in città

La top ten degli allestimenti in fiera e le otto installazioni nel centro storico di Verona per la rassegna “Marmomacc & the city”

 

VERONA. Premesso che l’appuntamento del Marmomacc è affascinante anche perchè, in alcuni padiglioni, si possono vedere in funzione macchinari sempre più colossali che simulano le lavorazioni (felice portato delle esposioni internazionali dell’industria, antenate tardo illuministe delle ben più note Esposizioni universali e figlie del primato della tecnica), siamo andati a zonzo tra gli stand degli espositori che dialogano più direttamente con gli architetti alla ricerca dei più interessanti. Eccone una selezione di dieci.

 

Cereser: on show, sul palco

Una vistosa cappa sospesa a grande altezza, contrassegnata da un’efficace grafica per presentare un’app, proietta l’attenzione su sei preziose lastre disposte sulla pedana come pezzi unici. Sull’unica parete di fondo, segni di domesticità friendly.marmomacc_cereser

 

Franchi Umberto Marmi: indoor living

Un grande stand a telaio-galleria, accogliente e luminoso, squaderna eleganti ambientazioni domestiche dove i marmi sono mostrati nel loro impiego e non a catalogo. Su un lato, da rimarcare il lineare piano d’appoggio cucina-pranzo, sviluppato a tutta parete.

marmomacc_franchiumberto

 

Henraux / Luce di Carrara: architettura vs tettonica

Una piastra completamente libera senza pareti né soffitti, i cui rapporti spaziali sono definiti dalla disposizione degli oggetti: di qua, lastre marmoree come tableaux; al centro lo spazio di relazione con le divertenti panche “Molletta” (disegnate da Baldessari e Baldessari e prodotte in collaborazione con Riva 1920); a delimitare un lato lungo, il setto traforato composto dal libero assemblaggio della “Marmeria” (set di 4 elementi per libreria disegnato da Archea Associati).

 

Pibamarmi: minimalismo ieratico e sacrale

Proseguendo le collaborazioni con affermati progettisti e designer internazionali, stavolta l’azienda vicentina (presente contemporaneamente anche al Cersaie) si è affidata al nipponico Go Hasegawa. Monumentale e introverso prisma poligonale riscaldato da soffuse trasparenze luminose che, all’interno, rivela un claustrale spazio di contemplazione e raccoglimento.

 

Porfido fratelli Pedretti: monoblocco d’elite

Un barbacue-piano cottura per esterno, realizzato in collaborazione con Cucine Minotti, non esattamente per tutte le tasche. Potenza della materia allo stato quasi puro, spacchi naturali compresi.

marmomacc_pedretti

 

Quadrifoglio: fiction ciclopica

Una parete di cava con enormi blocchi marmorei appena tagliati che poi si trasformano nel pavimento della piastra. Efficace allestimento, ovviamente in cartapesta, date le dimensioni.

marmomacc_quadrifoglio

 

Marmi Remuzzi Bergamo: design d’arredo

Raffinato stand più da Salone del mobile che non da fiera. E infatti dalla scorsa edizione della kermesse milanese giunge la libreria disegnata da Enrico Baleri e realizzata, come gli altri pezzi di produzione aziendale, o come quelli presentati da Marcello Morandini in New Marble Generation), in Bislapis® (composito di limitato spessore dato dall’abbinamento di due materiali lapidei).

marmomacc_remuzzi

 

Sagevan Marmi: shaping environment from waste

Gli sfridi di cava (il cosiddetto “primo pelo” dei materiali litoidici affioranti, tolto come una buccia per avere tagli regolari) caratterizzano tutto l’allestimento, marcando quasi archeologicamente l’articolazione degli spazi e fornendo la materia prima per librerie informali disegnate da Diana Pelaez e Franco Germignani.

marmomacc_sagevan

 

Santa Margherita: concettualismo archetipico

Un telaio metallico a capanna che si fa gabbia involucrante e supporto d’appoggio per le lastre. Al centro, sviluppato longitudinalmente a tutto campo, un tavolo per conversare amabilmente.

marmomacc_santa-margherita

 

Scalvini marmi: design open air

Nessun soffitto e pochi raffinati oggetti marmorei che dialogano in una composizione scultorea.

marmomacc_scalvini

 

 

Marmomacc & the city 2016

Curata anche quest’anno dall’architetta scaligera Laura De Stefano (grazie alla collaborazione di Veronafiere, Comune e Ordine degli Architetti), è giunta alla quinta edizione la rassegna di allestimenti che coinvolge direttamente la città e il pubblico. Fino a tutto il mese di ottobre è infatti possibile ammirare, in alcuni dei più emblematici spazi pubblici di Verona, otto installazioni realizzate su disegno da alcune tra le principali aziende del settore. Si va da interventi prettamente scultorei (come quello di Craig Copeland per Travertini Paradiso), ad altri legati all’arredo urbano (come i vasi di Giuseppe Venuta, GA-Design.it per Franchi Umberto Marmi, quasi assaltati dai turisti), fino alla microarchitettura del divertente quanto ironico “Amarmi” (di Michele Boldi per Barsi Marmi): una scaletta-balcone che regala un’inedita visuale sulle bancarelle della brulicante Piazza Erbe, per dichiarazioni d’amore ai quattro venti. guarda il video

© fotogallery: ENNEVI

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 6 Ottobre 2016