Il miracolo della passeggiata sul lago avviene nelle belle acque e terre lombarde, da parte delle migliaia di “azionisti” che si riuniscono in loco per vedere i frutti del loro finanziamento
Trovandomi al bookshop del Met di New York qualche anno fa osservavo, rapito, la pubblicazione che illustrava il trafilato in materiale plastico che Christo + Jeanne-Claude avevano fatto produrre per realizzare i loro grandi portali ornati di veli arancioni che quell’estate invasero Central Park. Certo, mi dissi, l’unico modo per avere un oggetto unico, un trovato che non faccia distinzione fra supporto, struttura, segno e significato è proprio questo: realizzare tutto su disegno. Tornando alla realtà di chi, invece, deve sempre avere a che fare con ciò che offre il mercato per realizzare i propri progetti, invidiai molto la formidabile coppia.
Da subito mi ricredetti, quando capii e considerai gli sforzi sovrumani che dovevano compiere per finanziare le proprie idee. Allo stesso modo, incrociandoli una fredda mattina d’inverno nei piccoli locali dei vecchi edifici della Fondazione Beyeler fuori Basilea – il cortile con le piccole vecchie casette mi parve il loro luogo ideale comparato con la pur eclatante architettura di Renzo Piano – ammirai il tessuto e le corde che avevano trovato, dopo molti tentativi, per impacchettare gli alberi disposti in lunghi filari in quella dolce e strana campagna che, ancora in Svizzera, prelude alla Germania. E il lavoro fu titanico anche in quell’occasione, anche solo per trovare le giuste settimane dell’anno per coprire gli alberi vincendo le difficoltà e i dubbi posti dai contadini e dagli amministratori locali (svizzeri).
Ora galleggiamo sul Sebino e, ancora di più, pensiamo al monstrum burocratico che il buon Christo, ora purtroppo solo, ha dovuto affrontare, e vincere, quasi un novello San Giorgio contro i funzionari (bresciani, lombardi, italici). Riuniti in questa bellissima processione laica che rende ognuno di noi capace di camminare sulle acque dobbiamo pur riconoscere che il miracolo avviene in queste belle acque e terre lombarde. L’ammirazione sorge spontanea perché la sfida tecnica è ancora più dura che a New York e a Basilea. È vero: il monstrum ha preso la sua piccola rivincita sanzionando l’uso di subacquei francesi, ma qui la straordinaria macchina autofinanziatrice che l’artista bulgaro ha messo in moto riesce nell’impresa di raccogliere una cifra francamente imbarazzante e di realizzare l’opera a dispetto di tutte le difficoltà.
Sembra impossibile ma, vendendo foto, disegni multipli e ogni “brandello” di progetto o testimonianza sia possibile immaginare, Christo da sempre finanzia le sue opere condividendole, di fatto, con la gente che, in qualche modo, ne diventa produttore e coautore. Credo che questo aspetto renda incommensurabile la grandezza delle sue opere, ribaltando il ruolo dell’artista che, in questo e negli altri casi, è sempre più vicino ad un progettista, ad un ispiratore, ad un suggeritore di azioni eclatanti. L’opera è come se fosse venduta prima di essere eseguita, spezzata in mille particole che trovano posto nelle case di tutti ed è affrontabile da tutte le tasche (alzi la mano chi, spettatore di Christo, non ha un suo quadretto in casa). L’esecuzione è la controprova che il progetto è valido, il momento nel quale le migliaia di “azionisti” si riuniscono in loco per vedere i frutti del loro finanziamento. Ed in loco e per gli anni a venire, possono incrementare il loro investimento continuando ad acquisire le testimonianze dell’installazione avvenuta. È un circolo virtuoso che, meravigliosamente, traduce la visione di un singolo nello sforzo di molti, anzi di moltissimi, per tornare a diventare l’opera artistica che ha le fattezze dell’allestimento e che svanisce dopo poco tempo. Ed è un’opera che vive e si nutre della presenza corale di decine di migliaia di persone.
Che cosa rimane? Il ricordo – che alimenta la storia – e il piccolo o grande oggetto che abbiamo acquistato, l’azione dell’impresa. Rimane qualcosa che vive dopo Christo. Non è poco.
Immagine di copertina: Christo, collage preparatorio per «The floating piers» (foto André Grossmann; © 2014 Christo)
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Last modified: 12 Luglio 2016
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