Le elezioni di giugno (che chiudono il decennio del sindaco leghista Attilio Fontana) sono l’occasione per uno sguardo sulle prospettive di sviluppo e di trasformazione della città, a partire da alcuni recenti quanto dibattuti progetti
VARESE. La città (80.000 abitanti) è compresa tra la fascia prealpina e quella di pianura, che si estende a sud fino all’area metropolitana milanese. Due caratteri, per certi versi antitetici, ne caratterizzano il territorio che, da una parte, ha una precisa connotazione e una forte identità in termini ambientali, economici e relazionali; dall’altra, a causa di uno sviluppo infrastrutturale non compiuto, si è invece configurato nel tempo come “capolinea” nelle relazioni con gli altri ambiti urbani. Ed è proprio questo aspetto ad imporsi come un potenziale punto di forza nelle politiche urbane: Varese, grazie ad una valorizzazione del suo ruolo e della sua posizione, potrebbe essere in grado di ridisegnarsi come crocevia tra la Svizzera e Milano. Questo anche grazie ad un intenso impegno di sensibilizzazione condotto, negli ultimi 15 anni, dal locale Ordine degli Architetti, attraverso mostre e cicli di conferenze orientati a sviluppare una rinnovata cultura architettonica contemporanea.
I progetti di trasformazione – e in particolare il concorso indetto dal Comune per piazza della Repubblica e per il Teatro – sono, a detta di molti, l’ultima chiamata per riaffermare un ruolo sovralocale, anche in considerazione dell’elevata accessibilità sia stradale che ferroviaria, oltre che della vicinanza con l’aeroporto di Malpensa. Si tratta d’interventi che rientrano in un ampio tentativo di riorganizzare la città pubblica, con l’opportunità di definire nuovi poli e servizi, trasformando e recuperando strutture esistenti.
In questo senso vanno lette le prime ipotesi per la riqualificazione dello stadio “Franco Ossola”; il progetto, presentato dallo studio varesino Gruppo Trenta, intende riqualificare la struttura e di conseguenza elevare la zona circostante, mettendola in connessione con i parchi esistenti e il percorso ciclopedonale.
Allo stesso modo, si può far riferimento al progetto di trasformazione per l’Ospedale di circolo “Fondazione Macchi Varese”, ultimato nel 2007 (su progetto di Tekne Spa in ATI con Ishimoto Architettura &
Piazza della Repubblica e l’ex caserma: nuovo cuore pulsante della città
A distanza di circa un secolo dall’ultimo concorso pubblico, nel maggio 2015 il Comune ha bandito un concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione urbanistica e funzionale di piazza della Repubblica (nella foto di copertina di Stefano Anzini) e dell’ex caserma, tassello fondamentale delle trasformazioni che punta a valorizzare uno spazio sottoutilizzato e periferico rispetto ai flussi urbani, sebbene posto nel centro cittadino. Situata alle pendici collinari e nel solco del Foro Boario, la piazza riconfigurata vuole essere una continuazione del disegno orografico della città, recuperando il carattere dominante di questa porzione di territorio. Il concorso, come affermato anche dal presidente dell’Ordine degli architetti Laura Gianetti, «è stato un grande successo e ha visto la partecipazione di numerosissimi studi di grande influenza nel panorama italiano e straniero. Inoltre, grazie all’utilizzo di una piattaforma online, i concorrenti hanno potuto partecipare con poche spese e soprattutto senza problematiche».
Il progetto vincitore, del gruppo guidato dallo studio milanese di Mauro Galantino, si fonda sulla trasformazione della piazza in un vero e proprio giardino, grazie al forte incremento di vegetazione a sud, con la piantumazione di cedri, faggi ed ippocastani vicino al monumento dei caduti. Invece la caserma, oggi inutilizzata e bisognosa d’interventi anche strutturali, è stata ripensata come centro culturale polifunzionale con bar, sale per lettura, musica e conferenze, oltre a una serra.
Nell’ambito dello stesso concorso, a conferma della volontà di reimpossessarsi dell’area, è prevista anche la realizzazione di un nuovo teatro. Il progetto vincitore è dello studio spagnolo di Fernando Pardo Calvo (capogruppo), che grazie alla frammentazione degli elementi cerca di adattarsi alla scala ridotta della città. Volumetricamente, infatti, il grande edificio si scompone in quattro elementi saldati da una piattaforma e, a completamento dell’impianto, dispone due volumi accessori destinati all’accesso e all’area amministrativa oltre, infine, al grande volume della sala. Lo spazio retrostante il teatro è pensato come un susseguirsi di spazi urbani pubblici, da utilizzarsi per proiezioni od esposizioni, in continuità con la nuova piazza disegnata da Galantino.
La nuova porta urbana
Già da diversi anni, per favorire la rivitalizzazione di Varese come snodo di traffici, la città si è posta l’obiettivo dell’unificazione delle due stazioni ferroviarie che, insieme al progetto per piazza della Repubblica, risulterebbe centrale per lo sviluppo di una nuova area funzionale. Il progetto di Infrastrutture Lombarde, rimasto per ora sulla carta, darebbe vita a un nuovo grande spazio strategico per l’accesso al centro storico, sia per i pedoni ampliando l’area pedonale, sia per i veicoli realizzando nuovi parcheggi. Il primo obiettivo consiste nella riqualificazione e potenziamento del trasporto su ferro grazie alla realizzazione di un nuovo edificio pubblico e relative connessioni a servizio dei viaggiatori. L’infrastruttura diventerebbe così parte qualificante del disegno urbano. A questo si aggiungerebbe un nuovo spazio pubblico su piazzale Kennedy, in grado di riconnettere parti della città oggi nettamente divise da uno spazio vuoto (e da una differenza di quote altimetriche), costituendo un nuovo collegamento al centro culturale di piazza della Repubblica.
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rigenerazione urbana
Last modified: 1 Giugno 2016