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Roberta ChionneWritten by: Biennale di Venezia

Nigeria: “Diminished Capacity”

Nigeria: “Diminished Capacity”

VENEZIA. Per il suo debutto alla Biennale, la Nigeria lancia una spiazzante sfida concettuale. La mostra «Diminished Capacity» comunica attraverso una serie d’installazioni site specific dell’architetto, teorico e artista Ola-Dele Kuku, generate da intriganti riflessioni su questo momento di grandi transizioni caratterizzato da una capacità diminuita di risorse, territori e comprensione. Alla base, la scelta di non comunicare niente della Nigeria ma di lavorare sui conflitti che caratterizzano la situazione culturale globale, riflettendo non sulle strutture fisiche ma sociali che generano l’architettura.

Il messaggio più chiaro e illuminante, anche dal punto di vista pratico, è la grande scritta al neon, a sottolineare innanzitutto la necessità di trasformare una lettura distorta e limitata di paesi assimilati a un unico grande concetto. «Africa is not a Country», pare ancora non scontato ribadirlo, ma un insieme di 54 nazioni molto diverse tra loro. Tra queste, la Nigeria, paese dal grande fermento creativo. Ma i fronti della mostra «Diminished Capacity» sono molteplici. L’ignoto, il non conosciuto, l’erroneamente valutato, il sottovalutato, il non compreso. E all’incapacità di comprendersi e trovare soluzioni in un contesto di lingue e fedi diverse, in cui tutti gli uomini nascono forse liberi ma non uguali, allude l’installazione luminosa all’ingresso che riproduce il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel sistema di scrittura Braille, il linguaggio tattile che viene dal buio e annulla tutte le lingue. Nelle intenzioni, un appello per un’arte-architettura guidata dai contenuti, oltre lo stile, il formalismo e i confini stereotipati del mondo progettuale. Una tappa sicuramente “diversa” nel percorso di questa biennale, che può disorientare o irritare gli architetti in cerca di risposte e soluzioni, o al contrario diventare un’imprevedibile esplorazione su vari livelli, soprattutto se si ha la fortuna di visitare la mostra in compagnia di Ola-Dele Kuku.

 

Commissario: Nkanta George Ufot (Ministry of Information and Culture) Curatore: Camilla Boemio Espositore: Ola-Dele Kuku  Sede: Spazio Punch, Fondamenta San Biagio 800/O, Giudecca

Autore

  • Roberta Chionne

    Architetta e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino, collabora dal 2002 con “Il Giornale dell’Architettura”, di cui è redattrice dal 2007 al 2014, responsabile in particolare del settore cultura e degli inserti monografici mensili. Iscritta all'Ordine dei giornalisti, è autrice per centri culturali e riviste tra cui «Nigrizia», «Pagina99», «Cer Magazine» e l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, con cui collabora dal 2001 al 2008 al progetto «Polonia tra passato e futuro», curando la sezione architettura della mostra «Costruttivismo in Polonia» (Bollati Boringhieri, 2005). Dal 2010 si occupa di progetti e autori africani che promuovono i valori della sostenibilità e della creatività, scrivendo articoli e saggi tra cui «Made in Mali - Cheick Diallo designer» (Silvana editoriale, 2011)

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Last modified: 27 Maggio 2016