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Daria RicchiWritten by: Professione e Formazione

Denise Scott Brown: l’architettura per passione

Denise Scott Brown: l’architettura per passione

Pillole da una conferenza di Denise Scott Brown, fresca vincitrice (col marito Robert Venturi) della Medaglia d’oro 2016 dell’American Institute of Architects

 

Pritzker Prize. Nel 1991 è stato assegnato a Robert Venturi ma non alla sua compagna di vita Denise Scott Brown. L’associazione Women in Design ha lanciato una petizione e raccolto 20.180 firme per riconoscerla retroattivamente, senza successo. Tuttavia, grazie a questo, il 3 dicembre scorso l’American Institute of Architects (AIA) le ha assegnato (in condominio col marito Bob) la Medaglia d’oro 2016. Prima donna architetto a riceverla ancora in vita. Ma sembra un premio di consolazione.

Postmodernism. Intanto, all’età di 84 anni Denise vive a Philadelphia, dove alla Penn University conobbe suo marito. Denise partecipa a simposi. La ascoltiamo il 4 dicembre a Princeton (nella foto di copertina di Alfredo Thiermann) in occasione di «Postmodern Procedures» mentre spiega i procedimenti postmoderni in progettazione: «Facevamo parte del dibattito postmoderno degli anni sessanta e settanta, un’invenzione retroattiva come tutti i discorsi storici ma ben diverso del cosiddetto Po-Mo degli anni ottanta, di Philip Johnson e dei suoi Chippendale per farsi un’idea. Qui, qualcosa si era perso nel processo, molti dei trucchi erano stati svelati».

Progettazione era Photography: sia documento storico che progetto. Lo è ancora adesso e Denise scatta col suo ultimo modello di iPhone.

Progettazione era palinsesto: «Perché il postmoderno era prima di tutto comunicazione; e comunicazione era e dev’essere una fondamentale funzione dell’architettura».

POP: «Perché l’architettura deve parlare alla gente».

Partecipazione: «Perché l’architettura aveva bisogno della gente».

Provocazione: «Perché la gente va sorpresa, e l’architettura deve sorprendere».

Ma, soprattutto, Denise dispensa consigli per le giovani generazioni: «Per fare architettura ci vuole passione. Bob era solito dirmi che dovevo odiare qualcosa ancora più di quanto potessi amarla. Questo è architettura».

 

 

Autore

  • Daria Ricchi

    Laureata in architettura presso l’Università di Firenze nel 2003, sta completando un dottorato in storia e teoria dell’architettura presso l’Università di Princeton. Interessata alla riflessione sui confini tra i generi e le narrative storiche, nonchè ai diversi modi di scrivere di architettura, ha pubblicato un saggio sul ruolo della fantasia nei testi di storia: “There is no Fantasy Without Reality. Calvino’s Architectural Fictions" (NAi, 2015). Collabora con diverse riviste di architettura (Il Giornale dell’Architettura, A10, Area) e quotidiani (Casamica, il Corriere della Sera). Il suo primo libro (2005) raccontava il neo-modernismo olandese attraverso il lavoro dello studio Mecanoo, mentre il suo successivo (2007) riguarda il lavoro dello studio newyorkese Diller & Scofidio + Renfro.

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Last modified: 9 Dicembre 2015