La Fondazione Ragghianti dedica un convegno, una mostra e un catalogo alla mostra del 1963 a Palazzo Strozzi su Le Corbusier, in chiusura delle celebrazioni per il 50° della morte
LUCCA. In una fase storica in cui il consumismo culturale ha trovato nelle celebrazioni e negli anniversari un terreno quasi privilegiato (noi siamo alle estreme… propaggini del cinquantenario dalla morte di Le Corbusier), resuscitare, mi si scusi l’ironia, una mostra del 1963, può apparire solo un ennesimo strumento di legittimazione di studiosi e istituzioni o forse solo un anacronismo, un autentico delitto cioè, soprattutto per uno storico come scriveva Marc Bloch ancora negli anni trenta! Ma forse non è proprio così.
Mostra, catalogo e saggi ci sottraggono in primo luogo a letture che si scambiano tra gruppi ristretti – cioè proprio all’atmosfera consolatoria e legittimante della celebrazione – e ci immergono nel mondo della ricerca e della restituzione della necessaria problematicità circa la riconfigurazione storica. Con la mostra si sceglie di offrire un panorama di documenti che ne raccontino la storia, mentre il volume di saggi (e il convegno del 27 novembre) ci restituisce invece un esperimento di histoire croisée: accanto a storici dell’architettura hanno lavorato storici delll’arte, del cinema, architetti e storici della comunicazione. Con tre spunti che vanno segnalati.
La mostra su Le Corbusier in Palazzo Strozzi a Firenze nel 1963 segna uno spartiacque nell’interpretazione della figura dell’architetto franco-svizzero in Italia. Ma segna anche un passo importante di una strategia di Le Corbusier nel volersi affermare come artista totale e non più solo come architetto; strategia perseguita almeno dall’immediato secondo dopoguerra. La mostra è altresì una delle tre (le altre due sono su Frank Lloyd Wright e su Alvar Aalto) che Carlo Ludovico Ragghianti dedica all’architettura in quell’importante fucina di conoscenza e divulgazione che fu nel dopoguerra italiano Palazzo Strozzi. Aiutandoci così a capire il ruolo pedagogico e politico davvero rilevante, non solo per Ragghianti, della divulgazione ad alto livello nell’Italia del periodo.
Infine, esposizione, catalogo, saggi e convegno pongono il problema di riaprire la discussione su come si mette in mostra l’architettura, oggi che le nuove tecnologie di rappresentazione e di comunicazione sembrano aver quasi annullato quella ricerca che forse ogni mostra dovrebbe avere dietro per poter portare un piccolo contributo alla conoscenza del tema trattato: ritornando al consumismo, provare almeno a violarne le regole. Un modo anche di chiudere le celebrazioni per l’anno cinquantenario della morte di Le Corbusier in contrasto con una pubblicistica davvero iperspecialistica, ridondante e troppo spesso consolatoria sulla figura dell’architetto di La Chaux-de-Fonds.
«Esporre Le Corbusier. Ragghianti e la mostra fiorentina del 1963» |
(esposizione e catalogo a cura di Susanna Caccia Gherardini, Maria Grazia Eccheli, Saverio Mecca, |
Emanuele Pellegrini) |
Fondazione Centro studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti |
28 novembre 2015 | 10 gennaio 2016 |
Complesso monumentale di San Micheletto – Via San Micheletto 3 – LUCCA |
fondazioneragghianti.it |
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le corbusier , mostre
Last modified: 7 Dicembre 2015