Lo studio britannico festeggia i 25 anni di lavoro con due gallerie d’arte a Londra: Newport Street per Damien Hirst e Grosvenor Hill per Larry Gagosian
LONDRA. Dopo un’estate all’insegna di parcheggi convertiti in ristoranti, gallerie d’arte, sale da concerto e rooftop di complessi industriali utilizzati come cinema all’aperto, l’area a sud del Tamigi si riconferma tra le più effervescenti della capitale nell’ambito della proposta artistico-culturale.
Ed è Vauxall il quartiere designato per ospitare la Newport Street Gallery, nuovo hub artistico commissionato dall’eclettico artista inglese Damien Hirst allo studio Caruso St John, che solo due anni fa inaugurò sull’altra riva del Tamigi il progetto di recupero del Milliank side della Tate British. Hirst, diventato personaggio di spicco nel panorama artistico internazionale per le sue istallazioni con animali immersi nella formaldeide, festeggia i suoi cinquant’anni con l’apertura della nuova galleria per condividere con il pubblico la sua collezione privata di oltre 3.000 opere. Il progetto, costato all’artista 25 milioni di sterline, si sviluppa su due piani e comprende cinque volumi, di cui due progettati ex novo, sapientemente connessi attraverso il disegno della muratura in mattoni a vista. A differenza del calibrato lavoro sartoriale di ricucitura di facciate, gli asettici interni in total white si propongono come un canovaccio intonso pronto per essere utilizzato dall’irriverente artista britannico. Dai pattern escheriani della scalinata della Tate Britain alle curve sinuose che sembrano riprodursi all’infinito della Newport Gallery: il ruolo della scala diventa fondamentale nel percorso curatoriale e progettuale dello spazio. Studiata dallo studio inglese per creare interessanti giochi prospettici, la scala elicoidale risulta uno degli elementi più intriganti degli interni. Il complesso venne costruito nel 1913 per realizzare le scenografie durante il boom dei teatri nel West End. Ed è proprio l’originaria vocazione dell’edificio con le sue alte soffittature a essere mantenuta e valorizzata anche nell’attuale progetto di recupero. I quasi 3.500 mq ospitano oltre alla galleria, uno shop e un ristorante non ancora in funzione.
Il timore (o forse l’amara consapevolezza) è che un edificio, potenziale elemento di rinnovamento, diventi incentivo per la gentrificazione selvaggia che sta svuotando il centro di Londra, diventato un allettante cumulo di appartamenti di lusso per investitori stranieri, confinando la classe media sempre più lontano e contribuendo al trasferimento di artisti e creativi in capitali più economiche come Berlino e Lisbona.
Ma non è la sola galleria che ha aperto le porte in occasione della fiera d’arte «Frieze London». Ci si deve spingere fino alla superglamour Mayfair per visitare il secondo progetto di Caruso St John, la Gagosian Grosvenor Hill che, insieme alla Newport Street Gallery, celebra il 25° compleanno dello studio britannico: 1.600 mq consacrano una collaborazione ventennale che lo ha portato a lavorare con il gallerista statunitense Larry Gagosian per le sue sedi in Britannia Street e in Davies Street, oltre che a Roma e Parigi. Al variare dell’illuminazione esterna, cambiano di tonalità i led istallati nelle aperture sul soffitto, mentre il legno di quercia scuro del pavimento produce forti contrasti. Qui la palette di materiali e tonalità si riduce all’essenziale, facendo emergere la maestria di Adam Caruso e Peter St John, e creando uno spazio in cui l’atmosfera si avvicina più a quella di un autorevole museo che non a quella di una mera galleria commerciale.
Al di là dell’infuocatissimo dibattito urbano, Londra si conferma ancora una volta al top tra le capitali europee per l’offerta culturale. Il prossimo anno sono infatti in programma le inaugurazioni di due attesissimi interventi: il nuovo Design Museum Kensington di John Pawson e l’ampliamento della Tate Gallery, firmato sempre Herzog & de Meuron.
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gallerie d'arte , londra
Last modified: 26 Ottobre 2016
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