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Davide FragassoWritten by: Progetti

Un nastro (autoreferenziale) per il nuovo terminal di Leixões in Portogallo

Un nastro (autoreferenziale) per il nuovo terminal di Leixões in Portogallo

Nei dintorni di Porto (vicino alle piscine di Alvaro Siza), il nuovo terminal passeggeri firmato da Luis Pedro Silva

 

PORTO (PORTOGALLO). Se la parola crisi ha, almeno apparentemente abbandonato i nostri quotidiani, una visita a Porto può dare un’idea di come questa abbia colpito duramente la città anche in senso urbanistico e architettonico. Ciononostante, importanti investimenti si stanno completando, in un’ottica di rilancio economico basato sui traffici marittimi e turistici. Effettivamente il Portogallo ha registrato negli ultimi anni un’impennata del settore turistico che (stando ai dati dell’OMT – Organizzazione mondiale del turismo) lo colloca tra le prime 20 posizioni a livello mondiale.

Il nuovo terminal crocieristico del porto di Leixões, a soli 10 km da Porto, realizzato dallo studio Luis Pedro Silva Arquiteto, autore del Projeto de renovação urbana do porto de Leixões, nonché docente della locale Facoltà di Architettura, s’inserisce in questo quadro di rilancio. Leixões infatti è il secondo porto nazionale per quel che riguarda il traffico container e si candida a giocare un ruolo importante anche in funzione della nuova strategia commerciale europea. Si pensi al suo ruolo nella prospettiva della ratifica del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).

Inaugurato a luglio e aperto al pubblico il 26 settembre, il nuovo edificio di circa 1.500 mq comprende la stazione passeggeri, un’agorà, una galleria-museo con laboratori di divulgazione scientifica legati al Parco della scienza e tecnologia marina dell’Università di Porto, un acquario, un garage sotterraneo e un grande anfiteatro in copertura con suggestiva vista sull’oceano.

Il Piano urbano si estende su un’area pubblica di circa 5 ettari, caratterizzata da 20.000 mq di costruzioni. Il porto e il prolungamento della sua banchina terminati nel 2011 ne fanno parte. L’edificio si colloca nella parte terminale del nuovo molo ed è concepito come un nastro che dal livello del mare si avvolge in un continuo alternarsi di superfici vetrate e opache, generando un volume di quattro livelli che per taglia compete con le navi da crociera che è destinato a ricevere. La sinuosità delle forme avvolge il visitatore che è attratto all’interno da una sorta di forza centripeta che lo spinge verso la grande hall centrale invasa dalla luce filtrante attraverso un enorme lucernario e che si riflette nella vasca centrale. Il percorso che dalla hall si sviluppa come un nastro elicoidale ai livelli superiori è esso stesso un viaggio in mare aperto il cui effetto è accentuato dalla trasparenza delle generose vetrate dei piani, aperte sull’oceano.

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L’edificio si trova a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Leça de Palmeira, nota soprattutto per l’opera prima di uno degli architetti e intellettuali, padri spirituali del paese. Alvaro Siza Vieira vi realizza infatti negli anni 60, due fra i principali manifesti dell’architettura contemporanea: le piscine delle maree e la casa del tè; due edifici che s’inseriscono con sensibilità paesaggistica e un’idea di progetto urbano straordinariamente discreti in un contesto che, nel frattempo, si è radicalmente modificatoUn paesaggio, appunto, segnato oggi dai monolitici blocchi residenziali di lusso e dal nuovo skyline del terminal passeggeri che stravolge gli equilibri territoriali senza realmente entrare in dialogo con il territorio. Al di là della nota difficoltà di relazione tra le architetture infrastrutturali e la città, problema comune a tutte le realtà portuali, a mancare sono soprattutto un orientamento, una direzione, un fronte rispetto al territorio. L’edificio, al netto della sua spettacolarità intrinseca, se da un lato convince per la stereometria e la fluidità dei percorsi che sono essi stessi spazio, si limita tuttavia a un formalismo gestuale che nulla ha della delicatezza e insieme della capacità morfologica e paesaggistica delle vicine opere di Siza.

Autore

  • Davide Fragasso

    Nasce a Pescara nel 1982 dove, senza troppa fretta, nel 2012 si laurea in architettura con una tesi sulla rigenerazione urbana dei quartieri fascisti. Interessato dalle mutazioni urbane e dalla conservazione e trasformazione del patrimonio architettonico è co-fondatore, insieme a colleghi e amici di battaglie intellettuali, del Comitato Abruzzese del paesaggio, impegnato in prima linea nella sensibilizzazione sui temi del paesaggio e dell’architettura. Nel 2009 organizza il workshop internazionale “Metro-Borghi” a cui partecipano le Università di Lubiana, Pescara e della Florida. Dal 2013 è dottorando in architettura con una ricerca sul ruolo del metodo nella pratica professionale e nell’insegnamento dell’architettura. Nel 2014 la sua ricerca è selezionata per il convegno “La ricerca che cambia” – convegno nazionale dei dottorati italiani dell’architettura, organizzata dallo IUAV. Vive e lavora come architetto in Svizzera dove, parallelamente alla professione, coltiva con ottimistica pazienza la propria personale ricerca partecipando a concorsi e convegni senza dimenticare nei ritagli di tempo la passione per la musica, la fotografia e la bicicletta.

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Last modified: 15 Ottobre 2015