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Antonello AliciWritten by: Reviews

Sukiya. Japanese Teahouse

Sukiya. Japanese Teahouse

Al Museo dell’Architettura Finlandese di Helsinki una mostra sulle case de tè e la sapienza delle antiche costruzioni in legno

HELSINKI. In Giappone, come in Finlandia, la foresta ha assicurato fin dall’antichità la risorsa primaria per la costruzione. L’intensa relazione tra uomo e albero ha dato origine a una cultura dell’architettura del legno altamente sofisticata, un culto del legno che significa anche rispetto del paesaggio e delle leggi della natura. La “Casa del tè” esposta al Museo dell’Architettura finlandese è un mirabile esempio di questo rapporto che ha radici lontane.
La mostra “Sukiya. Japanese Teahouse”, nel raffinato minimale allestimento curato dal Takenaka Carpentry Tools Museum di Kobe, ci conduce alla scoperta della cultura Sukiya e del suo stile architettonico. La cerimonia del tè (chanoyo) – spiegano i curatori – ha generato nell’èlite della Kyoto del XVI secolo uno straordinario seguito devozionale ed esercitato una decisa influenza estetica sulla produzione artistica del Paese. I celebri maestri del tè Sen-No Rikyu (1522-1591) e Furuta Oribe (1544-1615) preferivano ospitare tale rito in piccole costruzioni rustiche, capaci di esprimere i valori dell’umiltà e di un rispettoso silenzio.
La casa del tè ricostruita nella sala grande del Museo di Helsinki si ispira a tali valori e condensa secoli di paziente evoluzione di una tecnica costruttiva capace di assemblare materiali diversi creando trame esili e fragili. Il protagonista – accanto al maestro del tè – è il carpentiere (daiku) che impara a conoscere e a riconoscere il legno secondo la provenienza e sa di dover selezionare con pazienza tutti i materiali della costruzione prima di completare il progetto, “spesso trovando ispirazione formale nelle irregolarità e imperfezioni della natura”. La sapienza degli antichi maestri insegna, ad esempio, che una costruzione deve essere composta da alberi tutti provenienti dallo stesso luogo, che dunque tornano a vivere in altra forma conservando la loro prossimità. La sapienza del sukiya-daiku è raccontata attraverso l’esposizione dei materiali usati nella costruzione – tronchi, bambù, cannette, carta, stuoie e tatami – e dei numerosi e sofisticati strumenti per il taglio e la lavorazione, asce, seghe, trapani, ceselli e pialle di varie forme e dimensioni.
L’esposizione è accompagnata da un calendario di incontri con i maestri carpentieri Sukiya e con carpentieri finlandesi, e da alcune dimostrazioni della tradizionale cerimonia del tè.

Museo dell’Architettura Finlandese, Helsinki
Fino al 15 novembre 2015

WEB
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Sukiya-Japanese-Teahouse—Photo-Takenaka-Carpentry-Tool-Museum

Autore

  • Antonello Alici

    Architetto, laureato nel 1986 alla Facoltà di Architettura di Firenze, è professore associato di Storia dell’architettura all’Università Politecnica delle Marche. Le sue ricerche, oltre la tesi di dottorato sulle chiese a pianta centrale del Rinascimento in Umbria, privilegiano i Paesi Nordici, in particolare Finlandia e Svezia, seguendo le traiettorie di viaggio degli architetti tra Baltico e Mediterraneo. Nel 2017 e 2020 è stato Visiting Scholar presso il Martin Centre for Architectural and Urban Studies e il St John’s College (Università di Cambridge). Dal 2015 è Visiting Professor presso la Silpakorn University di Bangkok. Ha promosso il Comitato scientifico per il Centenario di Giancarlo De Carlo presso l’Accademia Nazionale di San Luca, oltre a essere membro del Comitato scientifico del Centro Studi Vitruviani di Fano, fondatore e direttore della summer school "The Culture of the City. Understanding the Urban Landscape", dal 2017 impegnata nei paesaggi della ricostruzione del terremoto. Tra le pubblicazioni recenti: "The Journey to the North. The Italian Cultural Institute in Stockholm in the context of the relationships between Swedish and Italian Architects", in "Enchanting Architecture" (Five Continents, 2021); "Franco Albini and Leslie Martin: a parallel working life", in "Postwar Architecture Between Italy and the UK. Exchanges and transcultural influences" (UCL Press, 2021)

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Last modified: 25 Settembre 2015