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Eleonora Usseglio PrinsiWritten by: Reviews

Nel magico mondo, dolcemente malinconico, di Charles Rennie Mackintosh

Nel magico mondo, dolcemente malinconico, di Charles Rennie Mackintosh

LONDRA. Immergendosi nel mondo di Charles Rennie Mackintosh (1868 – 1928), nella galleria espositiva della sede del Royal Institute of British Architects al numero 66 di Portland Place, si viene colti da un senso di dolce malinconia osservando carta da disegno e inchiostro che compongono elaborati grafici di altri tempi.
La retrospettiva, che si articola all’interno di tre sale, è frutto del minuzioso lavoro di ricerca di Pamela Robertson, curatrice e professoressa alla Huterian, University of Glasgow, e accompagna la pagina web in cui sono stati catalogati i lavori del maestro scozzese.
La mostra si sviluppa attorno ad una serie di oltre 60 disegni originali, attraverso i quali si ripercorre la storia dell’architetto dai suoi esordi, come collaboratore dello studio Honeyman e Keppie, fino agli ultimi progetti di studi per artisti a Chelsea.
La prima sala ospita un articolato story board che contestualizza le vicende di Mackintosh nello scenario storico e architettonico britannico e internazionale, evidenziando alcuni elementi di contatto come nel 1897, anno in cui prese forma la Secessione Viennese e Mackintosh vinse la commissione per la nuova Glasgow School of Art; o il 1909, anno in cui Frank Lloyd Wright completò la Robie House e a Glasgow si avviò la seconda fase della costruzione della prestigiosa università. Queste due tappe ci permettono di delineare un contesto dentro il quale la produzione dell’architetto, artefice del cosiddetto “Glasgow style”, fu riconosciuta con maggiore interesse all’estero che non in madre patria, riscuotendo un notevole interesse durante la sua partecipazione alla mostra della Secessione a Vienna nel 1900 e nell’Esposizione internazionale di Torino del 1902. Fu lo storico dell’architettura Nikolaus Pevsner a descrivere Mackintosh come l’equivalente europeo di Wright, sul quale ebbe anche una certa influenza.
Come suggerisce lo story board, a soli 29 anni, dopo il Glasgow Herald Building, l’architetto scozzese si trovò a disegnare uno dei suoi progetti più celebri, la Glasgow School of Art, alla quale seguì la commissione della Scotland Street School nel 1903. Un modello retroilluminato della sezione dell’edificio illustra come la sua meticolosa attenzione ai dettagli, tipica del movimento Arts & Craft, si estenda dalla facciata agli interni, dall’arredo agli elementi di illuminazione.
L’esibizione include anche un video girato all’interno dell’edificio prima che l’incendio del 23 maggio 2014 ne distruggesse parte degli interni. Attualmente sono in corso le procedure di valutazione per l’assegnazione dei lavori di ripristino degli interni, per la quale sono in lizza cinque prestigiosi studi di architettura britannici. Invece, risale a circa un anno fa l’inaugurazione del Reid Building, ampliamento a firma di Steven Holl. L’architetto statunitense, lavorando su volumetrie e giochi di luce con la stessa maestria del suo “ingombrante” vicino, ha concepito una scatola di luce rivestita da pannelli di vetro verde riciclato che demarcano in maniera netta la linea di confine tra i due edifici.
Nella collezione troviamo anche i disegni di opere non realizzate come gli elaborati per il concorso della Cattedrale di Liverpool, vinto da Sir Gilbert Scott, in cui si possono apprezzare i dettagli di una sublime reinterpretazione dello stile gotico e le maestose cupole per l’ingresso temporaneo all’Esposizione internazionale di Glasgow del 1901.
La terza sezione della mostra, dedicata ai progetti residenziali, si apre come con la citazione “not an Italian villa, or an English mansion, or a Swiss chalet … it is a dwelling house“. In esposizione i disegni delle celeberrime Hill House e Windyhill, affiancate alla House for an Art Lover, concepita in collaborazione con la moglie Margaret MacDonald e costruita a Glasgow solo nel 1990.
Dai disegni emerge la ricerca di un linguaggio più austero e con forti influenze dell’architettura vernacolare scozzese, che rendono la produzione di quegli anni quanto mai articolata.
La sua carriera si concluse ingloriosamente tra accuse di spionaggio e il ritiro, nel sud della Francia, insieme alla moglie.

«Mackintosh Architecture»
Fino al 23 maggio 2015
Architecture Gallery, RIBA, 66 Portland Place, Londra, W1B 1AD
www.mackintosh-architecture.gla.ac.uk/

Autore

  • Eleonora Usseglio Prinsi

    Nata a Torino nel 1986, vive a Londra. Laureata presso il Politecnico di Torino in Architettura e costruzioni con una tesi dedicata alla ricostruzione post tsunami della costa cilena, ha trascorso due anni all'estero studiando tra Madrid e Santiago del Cile. Inizia la sua esperienza editoriale nelle redazioni di «The Architectural Review» e «Port Magazine» a Londra, diventando parte, nel 2013, della redazione di Archiportale e Archilovers. Attualmente è impegnata come corrispondente britannico e communication manager presso lo studio londinese Acme

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Last modified: 30 Giugno 2015