AFH, lassociazione statunitense fondata nel 1999 da Cameron Sinclair e Kate Stohr (lasciata da entrambi nel corso del 2013), allo scopo di portare servizi architettonici di qualità al minor prezzo possibile alle comunità colpite da calamità naturali o da crisi umanitarie, ha cessato le sue attività a gennaio.
Operante su scala mondiale, per il tramite dei suoi 59 chapter locali, ha chiuso per bancarotta. Vani sono stati i tentativi di tenerla in vita, ma il calo generale delle donazioni e dei fondi ha portato alla chiusura dellufficio centrale di San Francisco e al licenziamento di tutto il personale (una trentina di persone circa, tra i quali numerosi architetti).
Architecture for Humanity in 15 anni di attività ha fornito sostegno alle comunità colpite da guerre, terremoti, tifoni, tsunami, ecc. Presente con uffici decentrati negli Stati Uniti, Haiti, Filippine, Sud Africa, Giappone, è inoltre intervenuta in ogni parte del mondo per ricostruire case, ospedali, scuole, campi da calcio e quanto necessario per ristabilire il senso di collettività dei luoghi, secondo unottica di design sostenibile e, usando un termine caro ai nostri giorni, a km 0 (impiegando in gran parte materiali e staff del posto).
Nel 2006 lassociazione ha ricevuto un TED Prize per la sua attività e nel 2008 un Design Patron Award dal Cooper-Hewitt National Design Museum di New York. Sempre nel 2006 ha creato la rete Open Architecture Network in collaborazione con Sun Microsystems e Creative Commons. Per quanto è dato sapere, anche le attività di questo network sono cessate a gennaio.
Sinclair attualmente è executive director della Fondazione Jolie-Pitt e gestisce un collettivo internazionale di design chiamato The Department of Small Works, che ha come interessi le ricostruzioni post-conflitto e progetti di tipo sociale.
In questa debacle tuttavia resta un segnale positivo: la gran parte dei chapter locali (57 su 59), organizzati già al di fuori degli Stati Uniti come associazioni indipendenti dalla casa madre, continuerà le attività sul territorio, cercando autonome forme di sostentamento.
I chapter italiani, che si trovano a Genova e Venezia (quest’ultimo nato dopo la collaborazione per la Biennale di Venezia del 2012 in occasione della mostra «Un restricted access | the bunker» presso Palazzo Bembo), stanno seguendo gli sviluppi del network internazionale al fine di definire le loro strategie per il futuro. Dal 2009 al 2013 il chapter di Genova ha partecipato ad alcuni workshop (coordinati dagli architetti Lorenzo Fontana e Sara Capurro), insieme alla Facoltà di Architettura di Genova e altri soggetti sostenitori e associazioni ONG: oltre a strutture di supporto, sono stati costruiti un Training Center e un asilo rurale per la comunità locale di Ropi, nella regione di Oromia. Ora il progetto è autonomo ed è seguito da diverse associazioni.
Per saperne di più:
http://architectureforhumanity.org/
http://openarchitecturenetwork.org/
http://a4hnetwork.jimdo.com/ (per seguire il lavoro dei chapter internazionali)
www.architectureforhumanityitaly.org
www.cameronsinclair.com/
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