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Luca GibelloWritten by: Progetti

Un faro in periferia

Un faro in periferia

TORINO. Sarà che, almeno a livello inconscio, la massima «stucco e pittura fan sempre figura» ha una sua presa; o sarà che, nel passaggio dal piano al progetto molte delle promesse di redenzione correlate alla trasformazione delle aree lungo la Spina 4 sono andate perdute. Ad ogni modo, l’ingresso al MEF (Museo Ettore Fico), inaugurato nel settembre scorso, rivela un’inattesa catarsi.

Spazi netti dalle geometrie elementari; distribuzione schematica quanto efficace a pettine al livello terra, con percorso ad anello attraverso il livello superiore che ci evita di ritornare sui nostri passi; ambienti in sequenza declinati secondo il total white boxe. Eppure, solo a metà strada, ovvero nell’ultima sala aperta a tutt’altezza sulla copertura, e da qui salendo al livello superiore, si esperisce la forza del contenitore: la navata unica di un’ex cattedrale del lavoro lunga 100 metri e sviluppata trasversalmente più in altezza (17 metri) che in larghezza (10 metri).

Assurge così a nuova funzione un capannone della Sicme (Società industriale costruzioni meccaniche ed elettriche), costruito nel 1968 e dismesso nel 2004, grazie al progetto dell’architetto Alex Cepernich per la Fondazione Ettore Fico, nata nel 2007 per valorizzare l’opera del pittore di origine biellese (1917-2004).
Certo, si potrebbe obiettare che le potenzialità della preesistenza non siano state appieno sfruttate nella profusione di cartongessi, se non addirittura mortificate nella leggibilità dell’impianto spaziale dall’inserimento a mezz’altezza del massiccio solettone, che però consente così di raddoppiare la superficie espositiva grazie alla galleria superiore a spazio indiviso.

Ci sembra tuttavia più importante rimarcare la virtuosità e il coraggio di un’operazione, presentata in modo del tutto antiretorico, che innesca fermenti di cultura in un contesto che è periferico non solo dal punto di vista della geografia urbana.
www.museofico.it

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 6 Ottobre 2015