PARIGI. In occasione del bicentenario della nascita, la Cité de lArchitecture et du Patrimoine dedica una grande mostra a Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879). Per loccasione sono esposti più di 200 documenti, per la maggior parte provenienti dalla Médiathèque de lArchitecture et du Patrimoine, che ha collaborato con la Cité per lorganizzazione della mostra. La scelta espositiva dinserire le opere in cornici identiche, o in teche con la stessa tinta delle pareti, rivela lintenzione di mettere in evidenza la qualità grafica dei disegni di Viollet-le-Duc, che appaiono così i veri protagonisti dellesposizione.
Curata dallautorevole storico francese Jean-Michel Leniaud, lesposizione non vuole essere solo una rassegna di architettura, ma uno spazio in cui il visitatore può seguire, attraverso disegni e fotografie, il percorso creativo dellartista, che trae ispirazione dallosservazione diretta delle antiche rovine romane, tradotta in suggestioni immaginifiche, come dimostrano i documenti esposti quali lettere e carnet di schizzi dal sapore quasi fumettistico. Viene da chiedersi quale sia, nel mostrare le visioni di Viollet-le-Duc, lintento del curatore: giustificarne i restauri azzardati o, piuttosto, decifrarne lorigine culturale?
A trentanni dallultima monografica a lui consacrata, lesposizione odierna non si limita a presentare larchitettura di questo artista poliedrico, ma si concentra sui suoi aspetti meno conosciuti, i cui molteplici interessi sono mostrati al pubblico a testimonianza della complessa personalità. Si sottolinea, in particolare, il carattere visionario dellarchitetto, sintesi del sistema positivista in cui è immerso, nonchè dei personali deliri romantici. Daltra parte, il contesto storico da cui origina la figura di Viollet-le-Duc è quello post illuminista in cui lo studio del Medioevo e linterpretazione del restauro attraversa tutta lEuropa, dallInghilterra di William Morris e John Ruskin alla Francia di Victor Hugo, di cui, in mostra, sono presenti le bozze corrette e pronte alla stampa del romanzo Nôtre Dame de Paris, testo simbolo della riflessione sulla conservazione dei monumenti storici di quegli anni. Ed è proprio la parte consacrata al restauro di Nôtre Dame, ricca di documenti a testimonianza dellindagine iconografica, documentaria e metrica, che descrive la chiave di lettura del Medioevo di Viollet-le-Duc. Uno stile che larchitetto prende come modello alternativo a quelli proposti dalle accademie, ispirati al mondo classico e romano, facendolo diventare il simbolo della cultura nazionale. Ma un altro aspetto della cultura medievale viene seguito da Viollet-le-Duc, quello della stretta connessione tra struttura e ornamento, che nei suoi restauri si traduce in ripristini strutturali e nuove integrazioni di guglie, chimere e fregi.
Il tema del Medioevo è presente fino nellultima sala, che costituisce una parte permanente del museo della Cité de lArchitecture et du Patrimoine. In essa è stata ricostruita una parte della Galerie des moulages, sezione del Musée de Sculpture comparée, progettata nel 1848 da Viollet-le-Duc su richiesta della Commissione dei Monumenti storici. Il museo, attraverso il metodo comparativo, si poneva come obiettivo lesaltazione della scultura francese del periodo compreso tra il XII e il XVI secolo rispetto alla più illustre scultura internazionale.
Della Galerie des moulages è stata ricreata, in particolare, la parte della sala consacrata a pezzi ornamentali appartenenti a importanti monumenti francesi del Medioevo, qui affiancati a calchi(moulages) di opere darte italiane, come il bassorilievo della porta del Battistero di Firenze, capolavoro di Lorenzo Ghiberti, o la statua della chiesa di San Giovanni fuorcivitas a Pistoia, di Luca della Robbia. Tale ricostruzione fa parte dellesposizione permanente della Cité perché è qui (nel Palais de Chaillot che dal 1937 ha sostituito il Palais du Trocadero) che il museo di Viollet-le-Duc era stato pensato, come dimostra un disegno a carboncino di Raphaël Boutillié qui esposto. A completare la ricostruzione, insieme allesposizione del disegno della sala del Rinascimento di Adolphe-Victor-Geoffry-Dechaume, due tomi del Dictionnaire raisonné de larchitecture française: il tomo 8 (article sculpture) con il disegno del rilievo della cornice della facciata occidentale della chiesa di Nôtre-Dame-la-Grande a Poitiers; il tomo 3, (article clef) con il disegno della chiave di volta di una cappella della cattedrale di Nôtre-Dame di Laon. Nella stessa sala un touchscreen sostituisce le didascalie dei calchi ornamentali esposti: questo strumento permette una visita virtuale degli edifici nei quali erano originariamente inseriti gli ornamenti, contestualizzandoli. Viene attualizzata lidea di Viollet-le-Duc di accostare a ogni decoro una fotografia delledificio in cui si trovava.
Alla fine del percorso espositivo, interamente dedicato al Medioevo e al restauro, rimane da chiedersi come mai manchino riferimenti alla città di Carcassonne che, con il totale rifacimento delle mura, rappresenta uno dei maggiori cantieri di “restauro” dellEuropa del XIX secolo. Eppure periodo, area geografica, tipologia di interventi, committenza sembrano non differire troppo dagli altri esempi portati in mostra. Forse però è il tema dellarchitettura militare a non voler essere trattato.
Viollet-le-Duc. Les visions dun architecte, Cité de lArchitecture et du Patrimoine, Parigi, dal 20 novembre 2014 al 9 marzo 2015.
Catalogo a cura di Laurence de Finance e Jean-Michel Leniaud (Norma Editions, Parigi 2014, pp. 240, euro 38).