Marco Scarpinato e Lucia Pierro di AutonomeForme (storica firma del nostro Giornale) con il progetto di riqualificazione (con Francisco Leiva di Grupo aranea di Alicante) del waterfront di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, si aggiudicano il primo premio degli Holcim Awards 2014 europei, i premi nati per mostrare come le costruzioni sostenibili continuino ad evolversi, trovando risposte sempre più sofisticate e multi-disciplinari alle sfide che il settore edilizio e delle costruzioni si trova ad affrontare. La giuria di esperti internazionali presieduta da Jean-Philippe Vassal (Francia) ha selezionato il progetto di risanamento ambientale sulla costa meridionale italiana, che permette la coesistenza della natura e della presenza dell’uomo in un’area compromessa dalla presenza di impianti industriali, “per la sua spiccata posizione filosofica volta all’esame dei ruoli dell’architettura, della progettazione del paesaggio, della pianificazione urbana e delle loro limitazioni, attraverso la necessità di consentire la presenza dell’essere umano. Il progetto racchiude un discorso sulle potenziali forme di relazione tra attività umana e ambiente naturale, proponendo strategie per la comprensione dell’architettura quale forma di azione in un rapporto simbiotico con la natura” ha dichiarato rappresentante della giuria Arno Brandlhuber (Germania).
Il progetto si era aggudicato il concorso internazionale di idee nel 2012. Riproponiamo l’articolo uscito sul n.11 di dicembre del 2012 a firma di Silvia Mazza, che descriveva il progetto.
Montebello Jonico (Reggio Calabria). Un territorio ricco di risorse naturali e culturali eppure tra i più poveri dItalia, già «tradito» negli anni settanta da un fallimentare progetto di sviluppo industriale, attende oggi di conoscere il proprio destino. Si estende tra Capo dArmi e la fiumara SantElia, e su di esso la Provincia di Reggio Calabria ha indetto un concorso internazionale didee per la «Riqualificazione del waterfront di Saline Joniche e la realizzazione di un Parco naturale e Antropico». Il bando richiedeva lelaborazione di proposte per il recupero sostenibile a partire da quattro punti focali dintervento: lex Liquichimica (mai entrata in funzione, una cittadella di ferraglia arrugginita «inchiodata» in riva al mare da unimmensa ciminiera) con il porto di Saline (una darsena inutilizzabile persino dai pescatori perché perennemente insabbiata)
e il relitto della Laura C; lOasi faunistica dei laghetti del Pantano; le Officine grandi riparazioni (il più grande centro per la manutenzione dei vagoni ferroviari del Meridione, dismesso dopo pochi anni); il suggestivo borgo di Pentedattilo.
Su 22 partecipanti, il primo premio (20.000 euro) è andato al team italo-spagnolo coordinato da AutonomeForme di Palermo e guidato dagli architetti Marco Scarpinato e Francisco Leiva
Ivorra, e composto da Giuseppe Guerrera, Lucia Pierro, Elena Velasco Román e Martín López Robles. Su unarea di oltre 170 ettari lungo 8 km di costa, «a partire dalla dismissione del porto e dalla rinaturaliz-zazione della costa», con il ripristino delloriginario paesaggio acquatico della
salina, il progetto vincitore propone il disegno di un parco naturale e marittimo nellex Liquichimica, e la «smaterializzazione e archeologizzazione» delle Ogr, da riutilizzare come «centro di riferimento internazionale per la ricerca e il recupero dei paesaggi ». Insomma, la conversione delle Ogr e la rinascita di Pentedattilo «sintegreranno con la rigenerazione del waterfront in una trama unica che sinnerverà nellarea di Saline favorendone la rinascita, lattrattività e una nuova e duratura sostenibilità sociale, economica e ambientale caratterizzata da usi solidali ed ecologici ». Il secondo premio (10.000 euro) è andato a un team di ricercatori dellUniversità di Reggio Calabria guidato da Maria Rosa Russo, mentre il terzo (5.000 euro) a un gruppo italo-greco guidato da Yannis Tsiomis; sette le menzioni speciali (1.000 euro ciascuna).
Tutto bene quindi? Neanche per sogno.
Proprio il luogo cardine del waterfront, la fabbrica dellex Liquichimica, è a sua volta al centro di un altro progetto, in stadio ben più avanzato e già autorizzato dal Governo attraverso il Decreto «Via» del 15 giugno 2012 del Ministero dellAmbiente.
Un progetto avversato da buona parte della popolazione locale (e contro cui la Regione ha presentato ricorso al Tar) che di «solidale ed ecologico» ha ben poco: una centrale termoelettrica a carbone da 1.320 Mw, per cui la multinazionale svizzera Sei-Repower è pronta a investire
oltre 1 miliardo. Decisamente contrario il governatore Giuseppe Scopelliti che, presentando un investimento di ben 45 milioni nei Beni culturali calabresi, ha sottolineato il ruolo strategico che proprio Saline potrebbe avere in prospettiva di sviluppo turistico.