Il 6 luglio, con il Requiem di Giuseppe Verdi rappresentato al sacrario militare di Redipuglia da un coro e orchestra di oltre 300 componenti diretti dal maestro Riccardo Muti, si sono ufficialmente aperte le commemorazioni legate al centenario della Grande Guerra che proseguiranno fino al 2018.
Lungo gli oltre 1.000 km che dal 1915 definirono il fronte tra Italia e Austria-Ungheria, da Livigno a Monfalcone, tra le numerose iniziative legate a rievocazioni, valorizzazioni e recuperi, va ricordata la musealizzazione del forte austroungarico di Pozzacchio (Trambileno, Trento), in Vallarsa, tra Rovereto e il Pasubio (progetto di Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli).
Sempre in terra trentina, dal 12 luglio è visitabile nel gruppo montuoso Ortles-Cevedale il sito di Punta Linke che, con i suoi 3629 metri di quota, rappresenta uno dei punti più alti in cui sono stati attrezzati presidi militari permanenti durante le ostilità. Qui, a partire dal 2009, grazie al lavoro dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali di Trento, in collaborazione con il Museo “Peio 1914-1918. La Guerra sulla porta”, sono stati messi in valore e restaurati, a seguito di indagini di carattere archeologico, vari reperti in parte intrappolati tra le nevi del ghiacciaio dei Forni, il cui ritiro li aveva esposti ai saccheggi. Oltre a numerosi oggetti, anche alcuni manufatti: come la stazione d’arrivo del doppio impianto teleferico che collegava il reparto avanzato imperiale (il cui comando di settore era stanziato nella vicina Vioz Hütte, oggi rifugio Mantova al Monte Vioz, 3535 m) col fondovalle di Pejo e col Coston delle barache brusade” verso la vetta del Palon de la Mare, allinterno della quale è stato riposizionato il motore diesel di fabbricazione tedesca; o come il tunnel, scavato in parte in permafrost e in parte in roccia, che permetteva di operare in sicurezza nellultimo tratto della teleferica. Le indagini hanno restituito dati importanti sulla vita in guerra in condizioni proibitive e ora permettono di realizzare un itinerario di visita di grande impatto emotivo che consente il contatto fisico con gli ambienti e con i materiali che videro lo svolgersi di quei drammatici eventi (la cosiddetta «guerra bianca»). Oltre agli archeologi, nell’iniziativa sono state coinvolte le guide alpine del Trentino (per la sicurezza del cantiere) e un’equipe di glaciologi delle Università di Pisa, Roma, Milano-Bicocca e Padova, da anni impegnati in area alpina ma anche nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide. A documentazione delle attività svolte dal 2009 al 2013 è stato realizzato il film Punta Linke. La memoria, diretto dal regista Paolo Chiodarelli e prodotto dalla Provincia autonoma di Trento e dalla SAP (Società archeologica di Mantova), presentato alla 62° edizione del Trento Film Festival, svoltasi dal 24 aprile al 7 maggio.
Sul fronte degli eventi culturali, nell’attesa delle tre mostre del MART («LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014», al MART Rovereto dal 4 ottobre 2014 al 20 settembre 2015; «CALPESTARE LA GUERRA», alla Casa darte futurista Depero Rovereto dall’11 ottobre 2014 al 20 settembre 2015; «AFTERIMAGE. RAPPRESENTAZIONI DEL CONFLITTO», alla Galleria Civica di Trento dal 25 ottobre 2014 all’1 febbraio 2015), nella già citata Vallarsa, in occasione del Festival «Tra le rocce e il cielo» (dal 21 al 24 agosto; www.tralerocceeilcielo.it), già a partire dal 2 agosto il teatro tenda di Raossi raccoglie 5 mostre dedicate al primo conflitto mondiale e dintorni: «FIGURE BAMBINE. La Grande Guerra nelle illustrazioni e nei fumetti tra propaganda e memoria»; «ABBASSO LA GUERRA. Persone e movimenti per la pace dall800 ad oggi»; «LA VALLARSA DI CARTA. Le immagini del territorio nella Grande Guerra sulle mappe del genio militare Italiano»; «SENTIERO DI PACE. 1914-2014. Viaggio lungo il fronte restituito alla natura grazie alle fotografie di Massimo Falqui Massidda»; «LA GRANDE GUERRA E LA MEMORIA DEL TERRITORIO SUL SENTIERO DELLA PACE».
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