Quale può essere un argomento valido che risponda al tema Absorbing Modernity 1914-1924 per un paese che nellultimo secolo ha attraversato innumerevoli e intensi corsi storici? Questa è la domanda che si pone il curatore Martin Hejl (studio Kolmo) e alla quale risponde proponendo un allestimento che grazie allessenzialità diventa immediato nel suo messaggio: in 100 anni sono stati costruiti più di 200 milioni di mq di spazio residenziale ed è questo lo strumento attraverso cui leggere loccupazione nazista, il momento del credo socialista, linvasione russa e i quaranta anni di totalitarismo comunista, gli anni selvaggi che hanno preceduto la Rivoluzione di velluto e la divisione del paese in Repubblica Ceca e Slovacchia.
Il grande spazio del padiglione è un bianco e nero a tre dimensioni: una mappa nera, frastagliata da puntini bianchi raffiguranti lo spazio residenziale, occupa quasi tutta la superficie calpestabile lasciando ai lati fasce di passaggio lungo il perimetro del padiglione per osservare da vicino le tele in parete, raffiguranti le diverse tipologie di social housing. A un angolo della grande mappa il diagramma universale dellarchitettura in Cecoslovacchia, 1914-2014, spicca in altezza il totem, quale primo e più importante riferimento visivo dellallestimento. Un catalogo della storia residenziale, costituito da 8 modellini di edifici in cartone nero sovrapposti per evidenziare tutte le tipologie che si sono susseguite, dal blocco comunista alla casa unifamiliare. Un’unica grande didascalia scritta a mano spiega il collective dream che si è voluto rappresentare.
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