MILANO. Cè una strana (e affascinante) distanza tra la città che guarda allExpo e quella che riflette sui suoi spazi dismessi. Immergersi nei progetti (sono più di 100) che il Politecnico di Milano espone da oggi fino a fine agosto in una delle sale della Triennale aiuta a capirlo: recupero delle tracce della storia, nuovi recinti, controllo delle misure.
Daltronde il titolo delliniziativa non lasciava spazio a fraintendimenti: Riformare Milano. Progetti per le aree e gli edifici in stato di degrado e abbandono. Dove quel trattino tra ri (suffisso che è segno emblematico della nostra epoca) e formare sta a significare il tentativo di recuperare una forma per una città che – sono parole di Ada Lucia De Cesaris, vicesindaco e assessore comunale allUrbanistica, partner del Politecnico nellevento – deve cominciare a essere ripensata attraverso un nuovo disegno urbano. Musica per le orecchie dei docenti del Politecnico che hanno schierato 40 tra laboratori e corsi per questa iniziativa, insieme didattica e di ricerca, occasione – secondo il rettore Giovanni Azzone – perché la Scuola esca dai propri confini, entrando nella città.
Una Milano che viene vivisezionata e riproposta attraverso una serie di 12 luoghi abbandonati, lungo la direttrice di Porta Vittoria. Aree (Caserma Rubattino, ex Macello, Porto di Mare, via Mecenate – via dei Pestagalli, ex Cinema Maestoso, Corso XXII Marzo, Torre Galfa, via La Marmora – via Orti, Case Bianche, via Monneret de Villard, Ripa di Porta Ticinese, Garage San Remo) diverse non solo per dimensioni ma anche per storia e dinamiche di utilizzo, accomunate – spiega ancora De Cesaris – dal fatto di essere state dimenticate, una situazione che diventa degrado.
Lallestimento – fatto con materiali grezzi e riutilizzabili, a trasmettere lidea di un laboratorio in continua produzione (infatti è stato annunciato che Ri-formare Milano avrà una seconda edizione) – restituisce un collage di luoghi (mappati, nei mesi scorsi, come abbandonati dallAssessorato) e insieme di proposte per la loro ri-generazione. Un mosaico variabile, critico, allo stesso tempo utopico e realista, il progetto e la speranza di una Milano possibile, spiega Ilaria Valente, preside della Scuola di Architettura e Società del Politecnico.
Ed è proprio attraverso laccumulo di visioni che liniziativa diventa straordinario alimento per limmaginario urbano dei suoi abitanti, spiega Paolo Mazzoleni, membro del comitato scientifico oltre che della Commissione Paesaggio del Comune. Idee anche molto lontane tra loro, sia per la differente provenienza degli studenti che per le varie scale coinvolte e per le diverse connotazioni disciplinari sollecitate: dalla progettazione architettonica e urbana allurbanistica, dalla tecnologia al restauro, a coprire tutti gli ambiti della Scuola di architettura del Politecnico.
Proprio per questa varietà risulta difficile, oltre che inutile, una comparazione puntuale. Dalla mostra emerge però con grande forza un orientamento culturale che si può riassumere in tre azioni: il ri-generare, il prendersi cura, il ri-trovare lanima di un luogo, e forse di tutta la città. Sono infatti queste le parole più usate nel corso di una presentazione della mostra, lo scorso martedì, partecipatissima: centinaia di studenti, moltissimi stranieri, in coda per guardare i progetti propri o dei compagni (con limmancabile selfie davanti a tavole e modelli, scatti poi da inviare in tempo reale via smartphone sui social network) accanto a docenti del Politecnico di ogni generazione. E sta anche in questa complessa geografia umana uno degli aspetti maggiormente stimolanti di questa esperienza urbana che Alberto Ferlenga, curatore del settore architettura e territorio alla Triennale, ha descritto così: Sottrarre i luoghi alle trasformazioni occasionali per considerarli nel loro insieme rende possibile guardare ai valori perduti e immaginare, attraverso i progetti dei più giovani, una città nuova che sulla vecchia appoggi fortemente le sue radici.
Riformare Milano. Progetti per le aree e gli edifici in stato di degrado e abbandono
16 luglio 31 agosto
Coordinamento scientifico: Ilaria Valente, Corinna Morandi, Paolo Mazzoleni
Mostra curata da Barbara Coppetti con Pierluigi Salvadeo
Collaboratori: Andrea Oldani, Giulia Setti, Martina Sogni
Triennale di Milano (www.triennale.it)
Orari: martedì-domenica: 10.30-20.30, giovedì: 10.30-23.00. Ingresso libero