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Fabrizio AimarWritten by: Forum

Gli interni personalizzati del Belgio

Gli interni personalizzati del Belgio

Di un candore accecante, minimal e concettuale, il Padiglione belga dimostra una coerenza di fondo nel suo approccio espositivo che si focalizza sugli interni quale nozione fondamentale della concezione architettonica. La curatela artistica pone una riflessione sulle trasformazioni che subiscono gli spazi interni abitati nel costruito, indagandone le personalizzazioni quali fenomeni consumistici di proprietari e occupanti. Ne deriva però un aspetto vernacolare, nel quale la modernità trova il suo compimento venendone assorbita per rigenerarsi, senza peraltro mutare l’esteriorità del costruito. Un approccio perciò d’indagine stratigrafica temporale, la cui chiave per la corretta comprensione è custodita proprio dall’installazione che vi risiede al centro, assai simile al “Cubo Aperto Incompleto” del 1974 di Sol Lewitt. Punto di approdo nella riflessione spaziale dell’artista statunitense, Lewitt indagò il cubo come mezzo per cambiare le sorti dell’arte, arrivandone al cuore, alle fondamenta della creazione, mettendone a nudo le logiche creative, razionali e minimali: la griglia concettuale. Essa è perciò la relazione fra lo spazio e il tempo, e di come noi interpretiamo i rapporti fra le cose. Quindi, l’intenzione è di mostrare il significante, le giunture, le sintassi, i rapporti, in perfetta aderenza con il programma-manifesto nazionale di cui sopra. Da queste riflessioni sul domestico maturano una serie d’interpretazioni sugli studi relativi ai trattamenti delle superfici spaziali e comportamentali come percorsi progettuali. Il tutto è racchiuso in un libro spin-off della partecipazione nazionale dal titolo Intérieurs, notes et figures, quasi una somma cromatica di tutti i fattori dell’abitare, la cui unione genera il bianco candido del Padiglione, ma lo rende troppo etereo e un po’ impalpabile.

Autore

  • Fabrizio Aimar

    Nato ad Asti nel 1983 e laureato a pieni voti presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino nel 2008, ha collaborato per alcuni anni studi professionali (contribuendo al progetto costruttivo del grattacielo Intesa Sanpaolo di RPBW a Torino). Nel 2014 apre il proprio studio ad Asti. Dal 2009 collabora per diverse testate di settore, sia nazionali che estere, tra cui “Il Giornale dell’Architettura” (fino al 2014), architetto.info, ingegneri.info e “C3 magazine” (Corea del Sud). Dal 2010 è membro della Commissione cultura dell’Ordine degli Architetti di Asti. È stato guest lecturer presso l’Università di Auckland e relatore invitato al XXVIII Salone Internazionale del Libro di Torino.

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Last modified: 6 Luglio 2015