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Luca GibelloWritten by: Inchieste

Kosovo vs Bahrain: traumi vs pan-arabismo (ma anche cuore vs freddezza)

Kosovo vs Bahrain: traumi vs pan-arabismo (ma anche cuore vs freddezza)

Stanno accostati a metà della manica delle Artiglierie dell’Arsenale, i due padiglioni nazionali. Quello del Kosovo occupa meno della metà dello spazio del confratello del Bahrain, eppure emoziona più del doppio. L’allestimento è confrontabile per forma, ma non per contenuti (né per possibilità economiche).
I curatori della Repubblica ex jugoslava dichiarano, senza mezzi termini, che il Kosovo la modernità non l’ha mai assorbita bensì subita, perché sinonimo di distruzione e di importazione di valori e linguaggi estranei: «Ecco che cosa abbiamo perso e che cosa abbiamo lasciato in questo periodo di panico del XX secolo». Così, per dimostrare l’inconciliabile dicotomia tra modernità e tradizione, su una parete si trovano 360 cartoline (che si possono strappare e portare a casa) raffiguranti spazi urbani e rurali d’epoca e il loro corrispettivo oggi, mentre lo spazio è occupato da una torre cilindrica ottenuta dalla sovrapposizione di 692 shkambi, sgabelli lignei tradizionali, su tre piedi, realizzati ancora così oggi; un varco permette di sostare all’interno in contemplazione, avvolti dalla deliziosa essenza di abete, protetti dalla cortina curva che rivolge verso l’interno i sedili e verso l’esterno, come aculei, le zampe. Un’architettura vera e propria, fatta con un ancestrale elemento d’arredo. Poesia pura e denuncia socio-politica.
Anche lo spazio del Bahrain, curato dall’Arab Center for Architecture (associazione per la preservazione e disseminazione patrimonio arabo costruito moderno, fondata a Beirut nel 2008) è delimitato da un cilindro costituito da un unico scaffale multilivello curvo che introduce a una grande tavola rotonda raffigurante in maniera piuttosto astrusa l’area geografica pan-araba, punteggiata di cilindri che segnano importanti accadimenti storici dell’ultimo secolo (tra colonialismo, fondamentalismo e modernità), di cui si può recuperare traccia nelle postazioni audio con sedie tutt’intorno, per capire che cosa resta del grande progetto politico Pan-Arabo. Sugli scaffali, centinaia di copie (prelevabili free) di un interessante catalogo di 100 edifici del XX secolo selezionati dal Marocco all’Iran, esito di una grande ricerca transnazionale i cui database sono disponibili on line (proprio a partire dalla vernice della Biennale) su www.arab-architecture.org.

Kosovo

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Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 al 2024 è direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 6 Luglio 2015