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Daniele CampobenedettoWritten by: Forum

Padiglione tedesco: il passato non può che lasciare tracce

Curato da Alex Lehnerer e Savvas Ciriacidis il padiglione tedesco si sviluppa attorno al tema dell’edificio dentro l’edificio. Ma non si tratta di edifici qualsiasi. L’austero padiglione teutonico, costruito nel 1938 da Ernst Heiger con l’intenzione di rappresentare lo spirito della nazione, ingloba il moderno “bungalow del cancelliere“ realizzato a Bonn nel 1964 per ospitare la massima carica della federazione tedesca. Le pietre della Germania imperiale si incastrano perfettamente con i moderni pannelli scorrevoli della Repubblica, e la compenetrazione delle due Germanie sembra essere completa. Almeno fino a quando non ci si imbatte in uno dei pochi arredi ricostruiti, un divano, che mantenendo la posizione originale all’interno della residenza presidenziale viene tagliato di netto da un solido muro totalitario. La compenetrazione riesce dunque in modo imperfetto, ricordandoci che il passato non può che lasciare tracce.

Autore

  • Daniele Campobenedetto

    Nato a Torino nel 1986, è architetto e ricercatore. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino e in Architettura presso l’Université Paris Est. Dal 2015 è docente a contratto in progettazione architettonica e urbana presso il Politecnico di Torino. La sua attività esplora in particolare le trasformazioni urbane attraverso ricerche svolte a Parigi, Shanghai e Torino. Collabora come libero professionista con diversi studi e istituzioni su progetti architettonici e di ricerca.

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Last modified: 2 Luglio 2015