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Stefano LentoWritten by: Città e Territorio

Sei nuove scuole per Bari e dintorni

Sei nuove scuole per Bari e dintorni

I recenti programmi politici mettono al centro dell’interesse l’edilizia scolastica e l’urgenza di rimettere in pristino istituti ormai obsoleti o nella maggior parte dei casi ormai fatiscenti. Questo non esclude il proposito di costruire nuovi complessi scolastici, esigenza che il più delle volte scaturisce non solo dalla crescente richiesta delle comunità ma anche da cause naturali, come nel caso degli eventi sismici (da San Giuliano di Puglia all’Abruzzo) che si sommano a carenze progettuali come esecutive.
Se i propositi del governo Renzi dovrebbero dare respiro all’economia nazionale con l’apertura di nuovi cantieri, un caso significativo è rappresentato dalle sei scuole costruite di recente tra Bari e i due Comuni di Putignano e Bitonto. Un progetto (studio Dongiovanni) commissionato dalle amministrazioni pubbliche in forma diretta con budget low cost (circa un milione di euro cadauna) e tempi ridotti di cantiere (12 mesi), grazie a sistemi prefabbricati con caratteristiche antisismiche (fornitura, Prefabbricati pugliesi srl).
Le sei strutture presentano uno schema planimetrico simile, con aree verdi pertinenziali e percorsi atti a separare i flussi d’uso da quelli di servizio: la flessibilità garantisce una diversificazione nel numero di aule (compreso tra le 45-32 unità) e nella loro tipologia. La volumetria di base permette un distinguo tra i corpi destinati alle classi, distribuiti su stecche ognuna con tre livelli fuori terra, e quelli per la didattica partecipata, auditorium e palestra, a loro volta affiancati da spazi in cui trovano posto gli uffici dedicati al personale. Nel linguaggio architettonico prevale l’omogeneità, con prospetti scanditi unitariamente senza gerarchie tra parti.
L’utilizzo di componenti finiti e posti in opera in situ fa pensare a questo come un organismo d’assemblaggio chiamato a misurarsi con urgenze di carattere energetico. Le pareti presentano isolamenti a cappotto termico, mentre le bucature di facciata sono schermate da pannellature mobili che permettono il controllo del soleggiamento. Rinnovano l’attenzione per la termodinamica interna serpentine a pavimento inserite nei solai in alveolare estruso precompresso. La biocompatibilità è riscontrabile anche alla scala di dettaglio; nell’uso di gomma a teli per il calpestio di tutti gli spazi fatta esclusione per le palestre, in cui sono stati posati listoni in legno a tre strati.

Autore

  • Stefano Lento

    Nato a Napoli nel 1983, dove si laurea nel 2009 presso la Facoltà di Architettura. In seguito, incentra la sua ricerca sul valore dei contesti, lavorando dal 2009-2011 con gli studi Keller e Pica Ciamarra nell'ambito di concorsi internazionali. Nel 2012 collabora con "Ottagono" e in seguito con altre testate tra cui "Abitare", "Living Corriere della Sera", "Elledecor", "Frame magazine" e "Il Giornale dell'Architettura". Nel 2012 fonda STARTfortalents, piattaforma d'informazione per l'architettura, con l'obiettivo di fare comunicazione in maniera sempre più dinamica ed innovativa attraverso lo sviluppo di contenuti web e social strategy.

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Last modified: 7 Luglio 2015