NAPOLI. Il luogo è prossimo allarea di porta Capuana, antico ingresso che separava il nucleo storico dalla restante parte della città fuori le mura di difesa. Poco distante cè la chiesa di Santa Caterina a Formello con annesso chiostro, databile allepoca rinascimentale, che nel XIX secolo vennero requisiti da Ferdinando di Borbone come fabbrica per la lavorazione della lana. Una piccola copertura lignea arreda tuttoggi la corte di uno spazio che nel linguaggio popolare porta ancora il nome di Lanificio. Di recente, due imprenditori nonché coniugi, Davide De Blasio e Rosalba Improta, da sempre impegnati a portare avanti leccellenza partenopea, in sinergia con larchitetto Antonio Martiniello, fondatore dello studio Keller, hanno unito le forze per portare avanti un proposito di recupero del complesso.
È nata così liniziativa Made in Cloister, con lambizioso progetto di rimettere in pristino lintero manufatto senza prevedere apporti esterni da parte pubblica. Il business plan di raccolta fondi, messo in moto attraverso un processo di crowdfunding, si è concluso da pochi mesi oltre le più rosee aspettative ed è stato avviato tramite la piattaforma multimediale Kickstarter mettendo così a disposizione degli investitori un budget di circa 100.000 euro; è in sede di vaglio un calendario di eventi attraverso i quali si conta di ampliare la forbice di investimento e definire nel dettaglio gli interventi plausibili.
Lopera dello studio Keller, ben radicato sul territorio e che conta dellapprovazione da parte della Soprintendenza, insisterà sullidea di riportare alla luce gli affreschi inopportunamente coperti dagli intonaci di superficie, di ripristinare il colonnato cinquecentesco e di migliorare la statica della struttura, adattandola a un nuovo uso. Il tutto facendo leva sul segno essenziale e ponderato proprio della filosofia degli architetti. Simmagina un polo dincontro su circa 2.000 mq di superficie – che oltre ad accogliere artigiani rappresenterà un servizio aggiunto per lintera comunità. Il ridisegno dei locali insisterà sullimplementazione di nuove funzioni. Si conta di iniziare i lavori entro marzo e saranno previste: camere-dormitorio per coloro che vorranno prolungare la permanenza in loco, un ristorante e una caffetteria che proporranno prodotti tipici negli spazi dellantico chiostro, sale espositive per la vendita le opere degli artisti e uffici per il personale di Made in Cloister. Un progetto ardito che, supportato da competenze multidisciplinari, potrebbe portare nuova linfa in una delle aree di maggior pregio della città.
Napoli: nel chiostro, un segnale di rinascita per un polo dell’artigianato (e non solo)
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