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Stefano LentoWritten by: Progetti

Napoli riflette sul destino di due simboli monumentali

Napoli riflette sul destino di due simboli monumentali

Napoli è posto in cui la tradizione e il legame con il proprio passato hanno probabilmente rappresentato una zavorra alla sempre proclamata rinascita. È città in continua emergenza, è l’irrisolta Bagnoli e il rogo che ha mortificato la Città della scienza la scorsa primavera; ma è anche humus per un nuovo respiro europeo, quello che si sta avvertendo con i progetti di ampliamento della linea metropolitana a firma di noti architetti internazionali. C’è poi il suo costruito, l’esistente da salvaguardare affinché il trascorrere del tempo non ne cancelli la testimonianza storica.
È in tale ambito che possono essere accomunati due affini casi di valorizzazione urbana. Il primo è rappresentato dal complesso di Santa Maria della Pace, in via dei Tribunali, la parte più antica del tessuto cittadino, di cui fanno parte l’ospedale, la chiesa e la sala del lazzaretto con affreschi risalenti al XVI secolo che adornano l’intradosso delle volte di copertura. A seguito della delibera 626 approvata dal Consiglio comunale il 13 agosto 2013, parte dei fondi FESR destinati alla riqualificazione dei centri storici Unesco verrebbe investita per riconvertire la struttura in un centro benessere. La proposta non ha accolto il consenso del presidente di Municipalità, Armando Coppola, secondo il quale poco risponderebbe ai bisogni del quartiere, oltre a deprezzare la radice culturale di un manufatto sorto in origine per motivi di tutt’altra natura.
Discussioni altrettanto accese animano le tavole istituzionali in merito al Real albergo dei poveri. Progettato dall’architetto Ferdinando Fuga nel XVIII secolo e voluto da Carlo III di Borbone, rappresentava l’opera “di misericordia” del regnante che stipava così il popolo basso fuori le mura della città. I suoi 400 metri di facciata sono tutt’oggi una chiusura tra le vie di rappresentanza e le vicine aree a margine tra Scampia e Miano, nascoste dietro un imponente prospetto al quale, con una fedele intonacatura, è stata restituita la tinta settecentesca a una quinta ormai priva di funzione. In risposta all’abbandono e al degrado ancora vigente, il Comune ha deciso di lanciare una manifestazione d’interesse, occasione di confronto per raccogliere proposte atte alla costituzione di una nuova cittadella per i giovani. Sono sei le funzioni individuate: formazione, lavoro, cultura, società, tempo libero e aggregazione, che dovranno tenere in conto opportune opere di consolidamento statico – già in essere per alcuni locali – nonché interventi di restauro e riconfigurazione architettonica. Si può intendere questa come una progettazione partecipata che, nonostante non rappresenti la maniera per trovare risposte a breve termine, è un agire attento alle esigenze della comunità. Non bastano certo sporadiche iniziative per tenere in vita architetture di pregio come l’albergo Fuga o il complesso in Via dei Tribunali, ma è altrettanto inappropriato credere che business plan invasivi o politiche del non-fare siano le uniche soluzioni proponibili.

Autore

  • Stefano Lento

    Nato a Napoli nel 1983, dove si laurea nel 2009 presso la Facoltà di Architettura. In seguito, incentra la sua ricerca sul valore dei contesti, lavorando dal 2009-2011 con gli studi Keller e Pica Ciamarra nell'ambito di concorsi internazionali. Nel 2012 collabora con "Ottagono" e in seguito con altre testate tra cui "Abitare", "Living Corriere della Sera", "Elledecor", "Frame magazine" e "Il Giornale dell'Architettura". Nel 2012 fonda STARTfortalents, piattaforma d'informazione per l'architettura, con l'obiettivo di fare comunicazione in maniera sempre più dinamica ed innovativa attraverso lo sviluppo di contenuti web e social strategy.

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Last modified: 18 Luglio 2015