BERLINO. Regula Lüscher, responsabile del dipartimento per l’edilizia, ha annunciato lunedì l’approvazione da parte del Senato cittadino della torre progettata da Frank Gehry per la società immobiliare Hines, singaporiana con sede a Houston, finanziatrice di grandi interventi in tutto il mondo, tra cui la riqualificazione milanese di Porta Nuova. Dopo l’edificio per la Dz Bank in Pariser Platz (1998), l’archistar di origine canadese torna nella capitale prevalendo sui progetti di altri 8 partecipanti al concorso a inviti bandito nel luglio 2013 dalla stessa Hines. 39 piani rivestiti di pietra color crema mossi da una multipla rotazione in asse: i primi 9 destinati a hotel, i restanti a residenze, per un totale di 150 m di altezza e 250 milioni di budget; un investimento straniero rivolto a una domanda straniera, come sempre più spesso accade nella capitale tedesca. «Berlino sta diventando una metropoli internazionale e questo progetto ne è un chiaro segno. Sarà un nuovo landmark, attirerà compratori da tutto il mondo», ha dichiarato la stessa Lüscher, riaccendendo il dibattito in corso da anni sullo sviluppo della piazza simbolo della DDR. La realizzazione del grattacielo residenziale più alto della Germania supererà anche i 140 m della Colonia Tower mette ancora una volta in discussione il masterplan elaborato nel 1993 da Hans Kollhoff e Helga Timmermann. Vent’anni di modifiche, interventi puntuali e aspre polemiche (soprattutto riguardo la demolizione del blocco sovietico e l’interpretazione dell’area come nuova Manhattan berlinese) hanno inesorabilmente indebolito la possibilità di attuazione uniforme del piano, che ora probabilmente verrà del tutto abbandonato. «Prevediamo di iniziare i lavori nel 2015 e terminarli entro due anni», ha dichiarato Christoph Reschke, amministratore delegato della filiale tedesca Hines, aggiungendo che «la dimensione degli appartamenti varierà da 40 mq a generosi attici, per un totale di circa 32.000 mq di nuove abitazioni». Resta ignoto (ma facilmente presumibile) il costo di vendita.
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