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Written by: Professione e Formazione

Inglesi e spagnoli: da noi gli architetti li organizziamo così

Svolgere la professione di architetto nel Regno Unito è differente da altri paesi europei. Dipende dai tipi di progetti e dal committente, ma, prima di tutto, per lavorare come architetto non è necessario essere iscritti a un Ordine: è infatti solo il titolo di architetto a essere protetto, non la funzione, come invece è in Italia. Chiunque, in Gran Bretagna, può presentare un progetto presso un Comune. Negli ultimi anni è diventato però molto difficile, per chi non ha le competenze, avere accesso all’esercizio della professione.
Un architect nel Regno Unito fa solo architettura, non interior design, o architettura dei giardini, tantomeno estimo, pianificazione o urbanistica. Per tutte queste professioni esistono vari Royal Institutes ai quali è possibile accedere solo dopo il conseguimento di adeguati diplomi di laurea. Per iscriversi al Riba, il Royal Institute of British Architects, è necessario, oltre al possesso della laurea, il superamento del corso di «part III», equivalente all’esame di stato in Italia.

Arb e Riba
Per chi risiede in Gran Bretagna è necessario avere una doppia membership, Arb e Riba, che però non è richiesta per chi è già iscritto a un albo di un altro paese. Per esempio: un architetto italiano iscritto a un Ordine italiano può iscriversi al Riba dimostrando di avere conseguito una laurea in un istituto universitario riconosciuto dalle direttive europee EC/2005/36 e avere cinque anni di esperienza.
Arb nel Regno Unito è l’Ordine che regola e monitora la professione degli architects e svolge lo stesso ruolo degli Ordini professionali italiani. Riba, invece, è un’istituzione storica fondata nel 1834 con il proposito, attraverso i suoi 41.000 iscritti, di proteggere, promuovere e migliorare l’Architettura. Riba fornisce anche gli standard di formazione e sostegno per i suoi iscritti (nel Regno Unito e all’estero) e collabora a livello governativo a leggi e riforme per migliorare la qualità della progettazione, e ciò che essa comporta per la società.
In Gran Bretagna ci sono altre associazioni di architetti, ma Riba è il solo istituto riconosciuto da tutti gli organismi che hanno interesse alla diffusione culturale di nuovi modi di fare architettura. A livello internazionale essere iscritti al Riba fornisce prestigio e immediato riconoscimento del titolo di studio e, soprattutto, vuol dire avere alta professionalità: un architetto italiano che, ad esempio, volesse fare architettura a livello internazionale troverà molto più facile lavorare con committenti esteri se in possesso del titolo di Riba chartered member. Riba ha rappresentanze in tutto il mondo, in particolare a Singapore e Hong Kong. Nelle ex colonie inglesi la gran parte dei corsi universitari di Architettura sono accreditati dal Riba. Il contesto storico-politico fa da sfondo al riconoscimento del titolo Riba, ma oggi l’istituto è un «brand» molto ben conosciuto e stimato nel mondo.

Le tariffe
Se da una parte fattori storici inducono a impegnarsi in campo internazionale, dall’altra, fattori economici dovuti a un mercato più competitivo hanno contribuito nel passato all’abolizione del tariffario. Mediamente i progetti residenziali privati sono calcolati al 7-8% dell’importo complessivo dei lavori, mentre per quelli pubblici la percentuale per un architetto è di circa 3-4%, anche se negli ultimi anni la recessione economica globale ha portato una riduzione degli incassi. Di conseguenza, gli studi di architettura hanno dovuto ridurre sia lo staff che i compensi (crescenti fino al 2008). In base alle ultime ricerche di mercato, un project architect in uno studio può guadagnare 30-38.000 sterline, ma tutto dipende dall’esperienza maturata e dal tipo di progetti eseguiti. La regola per gli studi iscritti a Riba è che tutti i dipendenti debbono percepire un salario minimo, con pene fino all’espulsione dal registro: questo garantisce un compenso anche agli studenti che fanno solo esperienza e che, se vogliono laurearsi con un corso Riba devono dimostrare di avere fatto pratica presso uno studio e di avere avuto come tutor un architetto Riba.
In conseguenza della crisi economica, il futuro per un architetto nel Regno Unito è molto orientato sul socialesulla sostenibilità. Le leggi approvate di recente, in particolare il Localism Act, stanno avviando nuovi meccanismi che rendono i cittadini partecipi dei processi di pianificazione della città e del territorio. Il modello è ora quello della Big Society, studiato dal governo inglese per il quale gli individui e le comunità ottengono maggior potere e responsabilità per migliorare il sistema amministrativo e l’ambiente. Sviluppato per rispondere alle necessità politiche ed economiche di un mondo in continua trasformazione, la Big Society è il veicolo per progredire e costruire un futuro e dimensionato sulle effettive necessità di tutti.
Con la Big Society si svilupperanno collaborazioni fra varie professioni che influenzeranno la pratica architettonica. Essere architetto significherà innanzi tutto promuovere, a qualsiasi livello e dimensione, un’architettura accessibile a tutti. La necessità è ora di far riconoscere e valutare che architettura vuol dire innanzi tutto analizzare, e di conseguenza, migliorare il nostro vivere quotidiano. È questo il messaggio che tramite la Big Society gli architetti inglesi vogliono promuovere per generare nuove commissioni in un mercato che sta lasciando alle sue spalle l’ormai sorpassato pensiero di una società capitalistica. www.architecture.com.
Paola Boffo
La formazione dell’architetto in Spagna ha sempre avuto un’impostazione volta alla conoscenza integrale delle discipline dell’architettura e dell’urbanistica; sul mondo del lavoro questa si rifletteva soprattutto nella libera professione, con una scarsa presenza nell’industria e nell’amministrazione pubblica. Nell’edilizia presuppone la direzione integrale del progetto e dei lavori: dall’ideazione allo sviluppo dell’intero progetto, in tutti i suoi elementi costruttivi, strutturali, installazioni, fino a giungere al completamento dell’opera. L’architetto se ne assume la responsabilità totale e gli altri professionisti e specialisti lavorano sotto la sua direzione.
La complessità dei processi di pianificazione, controllo, documentazione e certificazione, nonché l’omologazione dell’insegnamento universitario in ambito europeo attraverso il Processo di Bologna, ha portato a rivedere i piani di studio e ha aperto una riflessione sull’ambito di competenza e sulle attribuzioni dell’architetto spagnolo, che, storicamente, riuniva in sé le competenze dell’architetto e dell’ingegnere civile europeo. In Spagna il titolo di architetto abilita direttamente all’esercizio della professione, senza altri requisiti se non l’iscrizione obbligatoria all’Ordine e i doveri di responsabilità civile.
I nuovi ambiti coperti nell’esercizio della professione stanno ridisegnando la mappa universitaria dell’architettura, con nuove specializzazioni che fanno la loro comparsa nei corsi di laurea e nei dottorati. Dalle discipline connesse all’energia e all’ambiente, ai progetti di conservazione e restauro, gestione del territorio, documentazione e diffusione, valutazioni e gestione del patrimonio, che sempre più richiedono una specializzazione per la quale la formazione dell’architetto è straordinaria.
L’architettura in Spagna è una professione regolamentata che in taluni campi ha competenze comuni con vari rami dell’ingegneria. Le diverse leggi esigono requisiti quali l’iscrizione all’Ordine e la vidimazione dei progetti e dei documenti tecnici da presentare alle amministrazioni. Gli architetti sono organizzati in Colegios oficiales (Ordini ufficiali), enti di diritto pubblico di ambito territoriale e con il coordinamento nazionale del Consejo Superior (Consiglio superiore). La struttura collegiale risale al 1930 e nasce a garanzia della società, per regolamentare la pratica professionale, registrando sia i professionisti e le società sia i lavori svolti. L’Ordine ha anche lo scopo di regolamentare i rapporti professionali tramite l’applicazione di norme deontologiche, sia tra colleghi che tra professionisti e clienti, nonché di fornire alla società e ai professionisti servizi quali la consulenza tecnica, la formazione continua e la difesa del ruolo sociale dell’architettura. La vidimazione collegiale garantisce l’integrità della documentazione e il rispetto delle regole urbanistiche basilari e, in alcuni casi, comincia a servire, presso alcuni municipi, come passo preliminare verso lo sveltimento delle procedure amministrative per le licenze.
Fino al 1997 esistevano tariffe ufficiali di compensi minimi, utilizzate come riferimento nelle contrattazioni, di modo che la concorrenza fosse determinata esclusivamente dalla qualità del servizio, per il valore del suo contributo, il che, trattandosi di servizi professionali e tecnici, ha particolarmente senso. Un’interpretazione radicale delle regole della concorrenza ha portato a una loro deroga: si è passati così a un mercato sregolato, in cui le tariffe al ribasso creano seri problemi a professionisti e costruttori, causando un grave deterioramento del mercato dei servizi professionali, laddove paesi come la Germania mantengono tabelle orientative che sono riferimento nello stabilire i compensi. In Spagna la legge di contrattazione del settore pubblico fissa condizioni per la concorrenza al fine di garantire servizi con il miglior rapporto qualità-prezzo. Esistono diverse tipologie di concorsi pubblici che prendono in considerazione tanto la qualità delle proposte quanto i livelli di esperienza attestata da curricula registrati presso gli Ordini degli architetti.
L’architetto ha una formazione del futuro, può svolgere svariati incarichi in numerosi campi; ha capacità di adattamento, analisi, gestione, formulare proposte e affrontare problemi complessi. Ha bisogno di aprirsi alla società per essere riconosciuto e recuperare presenza e influenza.
José Antonio Granero
 

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Last modified: 8 Luglio 2015