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Written by: Città e Territorio

La fattoria didattica è anticamorra

La fattoria didattica è anticamorra

caserta. Agrorinasce è un’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio costituita dai comuni di San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria la Fossa e Villa Literno, la quale agisce nell’ambito del Piano operativo nazionale sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno. Recentemente ha bandito un concorso d’idee per il recupero e la rivitalizzazione urbana d’immobili confiscati alla camorra. 18 i partecipanti suddivisi in quattro siti, per ripensare vari beni strappati alle mani della malavita organizzata: una grande villa già proprietà di Francesco Schiavone «Sandokan» a Casal di Principe che dovrebbe diventare centro comunale (vincitore, Giuseppe Petillo); uno spazio di circa 200 mq a San Cipriano d’Aversa da trasformare in sala polivalente (Giovanni Fazzini); un intero quartiere a Casapesenna con più immobili da riqualificare (Elena Vincenzi); infine, una masseria di Francesco Schiavone «Cicciariello», cugino omonimo di «Sandokan».
Ci soffermiamo su quest’ultimo caso nel territorio di Santa Maria la Fossa, un comune con meno di tremila anime tra Caserta e il litorale Domizio, a pochi passi da Grazianise, in un’area che conserva una spiccata vocazione agricola, come si nota osservando le ordinate coltivazioni lineari strutturate attorno alle masserie storiche. «Qui, in un’area di estrema varietà edilizia», ci racconta Luigi Centola, vincitore insieme a Innocenzo Bertone con la proposta di una fattoria didattica, «suggeriamo d’intervenire in maniera silenziosa, attraverso forme e materiali semplici, trasformando le peculiarità e i colori del territorio in elementi di architettura». Per questo motivo le forme dell’edilizia rurale tipica sono rilette e interpretate dai progettisti in chiave astratta. «La nuova masseria», continua Centola, «smaterializza le forme storiche aprendosi ai cittadini e le travi portanti in legno diventano supporto per il sistema di coltivazione verticale». L’idea è quella di realizzare (in una delle aree dove la criminalità organizzata, il clan dei casalesi, ha le sue radici più profonde e pericolose) una fattoria didattica che incentivi la partecipazione attiva dei cittadini e di tutti coloro che vorranno sostenere il programma di recupero dei beni confiscati. Lo spunto architettonico è quello di realizzare una struttura leggera, uno scheletro a forma di capanna, costituita da montanti verticali in legno che si diradano verso i margini, collegata da una serie di traversi orizzontali posti a diverse altezze che accolgono centinaia di vasi in bioplastica con ortaggi, frutti e fiori che saranno curati dalla comunità. Con il tempo, grazie all’intervento dei residenti e dei visitatori, il progetto sociale di orto didattico/produttivo assumerà i colori dell’agricoltura locale offrendo un senso di comunità. L’autoproduzione, la vendita e la degustazione serviranno a sostenere economicamente la gestione della fattoria. L’utilizzo di fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici, solare termico e microeolico) e l’isolamento termico offerto dal legno permetteranno di configurare una struttura a consumo energetico zero. Ora bisognerà capire se il progetto vincitore del concorso riuscirà a trasformarsi davvero in un’opera costruita.
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Last modified: 18 Luglio 2015