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Christine DesmoulinsWritten by: Città e Territorio

Intanto a Parigi, una nuova generazione di torri alla Défense

Intanto a Parigi, una nuova generazione di torri alla Défense

La Défense sembra godere di una seconda ondata di costruzioni alte con molti nuovi interventi. Creando nel 1958 l’Etablissement public d’aménagement de La Défense (Epadesa), lo Stato francese lanciava quello che oggi è il primo quartiere d’affari d’Europa, con un’identità forte legata alle sue icone, il Cnit e la Grande Arche, alle sue torri e al suo impianto urbanistico su piastra. A breve il quartiere sarà anche servito meglio dai trasporti grazie al «Grand Paris Express», mentre sta partendo la concertazione sulla ristrutturazione del raccordo anulare.
In mezzo secolo, grazie ad architetti e promotori illuminati, diverse generazioni di torri si sono succedute. La prima limitava l’impronta al suolo e l’altezza, la seconda era quella delle terrazze paesaggistiche all’americana climatizzate e illuminate artificialmente attorno a nuclei tecnologici in calcestruzzo. Nel 2001, Jean-Paul Viguier, artefice delle cinque torri del Cœur Défense, il più grande progetto costruito sull’Esplanade, inaugurava la terza generazione in cui la scommessa era ridurre i consumi agendo sulla climatizzazione, l’isolamento, i dispositivi termici e la luce naturale e riducendo tutti gli spostamenti. Se Cœur Défense e la torre Sofitel di Chicago hanno lanciato la carriera internazionale dell’architetto francese che sta terminando anche la torre ecologica Telecom a Rabat (Marocco), la sua torre Majunga (195 m) per Unibail Rodamco (insignita dei Breeam Awards 2012 per le sue performance ambientali), trasformerà da gennaio 2014 la silhouette della Défense con audaci giardini ai piani e aperture per la ventilazione naturale. «Collocare locali tecnici ai piani intermedi consente di ridurre i costi energetici e Majunga beneficia anche di nuovi regolamenti edilizi che consentono maggiore libertà di facciata e di coronamento. Se Cœur Défense offriva 40 piani identici, Majunga integra variazioni di forma dei solai», precisa Viguier. Intanto prosegue il progetto urbano delle Terrasses de Nanterre, il cantiere della torre Carpe Diem (162 m), firmata dall’americano Robert Stern per Aviva e Crédit Agricole, l’edificio Basalte di Jean Mas (Atelier 234) per Nexity, sospeso sui viali di trasporto, e la torre Phare di Tom Mayne per Unibail Rodamco. Appoggiata sulla stazione sotterranea con la quale comunicherà attraverso il Cnit, questa torre di 300 m e 147.000 mq formata da due edifici intrecciati sarà consegnata nel 2017 se tutto va bene (i ricorsi depositati contro il progetto sono appena stati rigettati dal tribunale). Nel frattempo, sono in ristrutturazione le torri Eqho, Athena, Europe, mentre è scaglionata a partire dal 2013 la costruzione delle torri Trinity di Cuno Brullmann Jean-Luc Crochon, Ava di Manuelle Gautrand e Hermitage Plaza di Foster + Partners. Quest’ultima, un complesso di due edifici gemelli di 323 m previsto per il 2016, si candida a record europeo rivaleggiando con lo Shard di Londra. Il permesso di costruire è stato rilasciato a marzo, ma ci sono ancora incertezze.

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 18 Luglio 2015