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Manuela MartorelliWritten by: Progetti

Amsterdam: qui tutto il cinema olandese: un museo dell’occhio

Amsterdam: qui tutto il cinema olandese: un museo dell’occhio

Amsterdam. Il nuovo Eye Film Instituut accoglie in un’unica sede (3.250 mq di superficie costruita per 6.300 mq di pavimento) il Filmmuseum, l’Holland Film, il Nederlands Instituut voor Filmeducatie e la Filmbank, determinando il polo indiscusso della ricerca in campo cinematografico in territorio olandese. Già nel gennaio 2010 i quattro organi avevano unito le forze in un unico istituto nazionale per volere del precedente ministro dell’Istruzione e della cultura, Ronald Plasterk (come per esempio sono il Nai o il Muziek Centrum Nederland), che ha ricevuto un capitale iniziale di 350.000 euro da rinnovarsi annualmente.
Sviluppato da Ing. Real Estate e firmato dai viennesi Delugan Meissl Associated Architects, che nel 2005 si aggiudicano un concorso a inviti, Eye non è soltanto un centro di ricerca e istruzione con i fantastici archivi del precedente Filmmuseum, ma anche uno spazio pubblico: quattro sale di proiezione per un totale di 642 posti, un bookshop e un ristorante che in estate offrirà una vista d’eccezione. È proprio la particolare location, il nord dell’IJ (nuovo quartiere in via di sviluppo dopo la dismissione dell’area industriale Shell) che ha determinato l’architettura del nuovo Film Instituut: «Volevamo un landmark, un’opera che potesse diventare l’attrazione principale di questo pezzo di città», spiegano gli architetti, meglio conosciuti per il Museo Porsche di Stoccarda, «per questo abbiamo giocato con la riflessione della luce sulla superficie dell’edificio in diversi modi, creando cambiamenti ottici durante tutto l’arco della giornata […]. La luce come cambiamento in relazione al movimento, che è in fondo alla base della creazione cinematografica».
Il progetto strutturale ha richiesto grande attenzione: una struttura ibrida definita da una base in calcestruzzo con imponenti pilastri che affondano nel terreno sabbioso tipico della capitale olandese, e uno scheletro di acciaio ricoperto di pannelli in alluminio. «All’inizio volevamo un guscio in cemento che definisse una purezza estetica, ma i costi sarebbero stati elevatissimi e così abbiamo optato per pannelli disposti secondo un disegno particolare con giunti posati a regola d’arte». Circa cinquanta strutture reticolari, che arrivano a misurare 70 m di lunghezza per 15 m di altezza, con travi da 40 cm, che determinano la forma principale dell’edificio, le cosiddette ali. Per arrivare a questa struttura a sbalzo sono stati inseriti in fase di assemblaggio due supporti provvisori su entrambi i lati dell’edificio, successivamente rimossi. Da notare inoltre la bella sala per reception vip denominata «Room with a view» che ritaglia un pezzo di cielo sul’IJ. Gli architetti non hanno partecipato all’apertura ufficiale per il pubblico, dove era presente anche la regina Beatrice, perchè insoddisfatti di alcune modifiche della disposizione interna. Interrogati in proposito dai giornalisti, hanno spiegato che la sala espositiva doveva sfociare nel foyer attraverso una serie di setti, invece i due spazi sono stati separati da una porta per soddisfare le normative antincendio olandesi.

Autore

  • Manuela Martorelli

    Dopo gli studi in architettura prima al Politecnico di Torino e poi a Rotterdam, ha iniziato un percorso da giornalista freelance con un focus in materia di architettura contemporanea e politiche urbane dei Paesi Bassi collaborando con diverse riveste di architettura e pubblicando con NAi publisher un saggio su OMA e gli anni d’oro dell’architettura olandese. Nel 2010, dopo alcune ricerche indipendenti sulla storia del costume, ha iniziato parallelamente un percorso giornalistico e di creative direction nel mondo della moda prima come corrispondente online per Vogue Italia e in seguito per i-D, Domus, A Shaded View on Fashion. Di recente pubblicazione un testo critico di ricerca sulle influenze dell’arte visiva e delle installazioni di architettura nelle sfilate di moda contemporanea per la rivista indipendente Prestage e due servizi fotografici per L’Officiel Netherlands. È autrice delle recenti guide di architettura e design di Rotterdam per il mensile Living del «Corriere della Sera» e per «Vogue Casa Brasile».

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Last modified: 18 Luglio 2015