Due recenti esposizioni, alla Kunsthalle di Vienna («Carlo Mollino. Un messaggio dalla camera oscura», dal 31 agosto al 25 settembre 2011)
e allHaus der Kunst di Monaco di Baviera («Carlo Mollino. Maniera moderna», dal 16 settembre 2011 all8 gennaio 2012), hanno puntato i riflettori sullopera dellarchitetto torinese. Se Mollino era già noto al pubblico internazionale come architetto, fotografo, sciatore, pilota, autore e designer, ci si rallegra di vedere oggi due approcci espositivi radicalmente diversi nel presentare il suo lavoro estetico e intellettuale. Gli organizzatori della mostra alla Kunsthalle hanno deciso di concentrarsi sulla sua produzione fotografica. Su una parete nera si trovavano appese varie Polaroid, a volte ritoccate, raffiguranti figure femminili (quasi) nude.
Le immagini erano accompagnate da alcuni oggetti utilizzati da Mollino sui suoi set fotografici e il risultato è stato impareggiabile: un visitatore non preparato avrà pensato di trovarsi di fronte alle opere di un erotomane degli anni sessanta-settanta senza immaginare lontanamente la complessità del mondo celato dietro quelle immagini. Avete mai notato la somiglianza fisica tra Mollino e il francese Pierre Molinier (persino i loro cognomi hanno un suono simile)? Entrambi vollero immortalare la bellezza femminile prestando estrema attenzione alla composizione degli scatti, agli strumenti e ai costumi di scena. Entrambi inventarono un gioco di ruoli segreto del quale loro soltanto comprendevano
le implicazioni e, stranamente, dopo la loro morte, entrambi sono stati riscoperti dallarte contemporanea. Non a caso, tanto Mollino quanto Molinier sono oggi inseriti in un mercato dellarte che predilige pezzi unici dal costo esorbitante.
E la stessa cosa è successa a Jean Prouvé: se da un lato rivoluzionò la produzione industriale per ledilizia, dallaltro continuò a produrre nel suo studio oggetti in serie limitata, quali mobili e prototipi che, seguendo la legge della domanda e dellofferta («quello che è raro è caro»), trovano oggi come acquirente solo chi può spendere cifre
da capogiro. Così gli oggetti darredamento che Mollino concepì per ambienti ben specifici si ritrovano come splendidi pezzi unici avulsi dal loro contesto e collocati
su un piedistallo bianco. Ed è proprio quello che hanno fatto i curatori della mostra alla Haus der Kunst, i quali tuttavia hanno messo in risalto tutte le sfaccettature di un creatore dai molteplici talenti. Larchitettura e il design hanno qui un ruolo fondamentale; i disegni, la fotografia, larredamento e le pubblicazioni svelano la portata
delle sue invenzioni formali. Non molto tempo fa, uno scandalo ha scosso il piccolo mondo della moda in seguito alle foto alquanto iconoclaste scattate da Juergen Teller per la rivista «032c» allinterno di Casa Mollino (ci aveva già provato con il divano di Sigmund Freud a Londra). Nulla di che, solo qualche scatto trash-chic secondo
il suo stile; il vero scandalo stava più nelletà della modella che non nello sguardo sullarchitettura di Mollino.
Tuttavia, questa volta Teller ha saputo restituire alle architetture privatedi Mollino la loro funzione primaria:
fare da cornice a foto erotiche (si veda su questo il testo di Béatrice Colomina nel catalogo di «Maniera moderna»). Lungi da me lidea di criticare chi dopo la morte di un
artista cerca di farne rivivere lopera. Fa bene Vitra a commercializzare di nuovo le sedie di Prouvé (sebbene siano ancora troppo costose);
è fondamentale che si allestiscano mostre sullarredamento, le fotografie e i disegni di Mollino, ma mette tristezza vedere che i fondi darchivio vengano dispersi con le aste (come avvenne per André Breton).
Soltanto oggi il pubblico tedesco e, anche se in misura minore, quello austriaco, scoprono in modo esaustivo
e intensivo lopera di Mollino. Esiste però anche il rischio che se ne dimentichino non appena lattenzione dei media
si sposterà altrove. Dobbiamo ancora imparare molte cose di Mollino; cose che ci fanno capire non tanto la dimensione formale dellarchitettura, ma il nostro modo di fare ed essere in rapporto allarchitettura. Mollino è entrato nei musei
e dovrà, presto o tardi, entrare nel xxi secolo, trovandosi così messo a confronto, adattato, addomesticato, trasformato, associato e appropriato.
E, comè giusto, anche opportunamente conservato.
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