parigi. Dopo un concorso del 2005 bandito per un altro sito e rimasto lettera morta, il Palagiustizia firmato Rpbw dovrebbe diventare realtà nel 2017. Affacciata sul boulevard périphérique, questa città verticale culmina a 160 m e offre al quartiere Clichy Batignolles una «nave ammiraglia» da cui percepire la capitale e la sua banlieue. Da quarantanni, il Centre Pompidou vivifica la Parigi storica, e costruire una seconda grande opera nella capitale francese rallegra Renzo Piano. «Questi grandi edifici esprimono lurbanistica e la civiltà. Allepoca del Pompidou, i dibattiti riguardavano i centri storici. Oggi, bisogna salvare le periferie. Cancellare la nozione di periferia è la sfida dei prossimi trentanni».
Questo palazzo di 61.500 mq destinato al Tribunal de grande instance di Parigi e al Tribunal de police sostituirà il Palazzo di giustizia sullIle de la Cité. Riunendo 90 aule di udienza, uffici, spazi di sicurezza e la maestosa salle des pas perdus (uno zoccolo di vetro in osmosi con lesterno), traduce in unarchitettura lieve e affusolata la trasparenza e lequità che simbolicamente si vogliono associare al concetto di giustizia. Piano, che sovrappone le funzioni in tre prismi circondati da un ettaro di foreste pensili, ritiene che «questo edificio luminoso, aperto sulla città, permettendo di comprendere la legge con serenità, è lantitesi del palazzo ermetico e buio del passato».
Ma rispetto al Pompidou, la politica dei grands projets è molto cambiata. Le prerogative dello Stato committente lasciano così spazio ai partenariati pubblico privati (Ppp), finalizzati a ridurre lindebitamento pubblico. Prima ad applicarlo fin dal 1992, la Gran Bretagna lo ha tuttavia rimesso in discussione in ragione delle pesanti conseguenze a lungo termine per i contribuenti. La Francia non vi ricorre che dal 2004, ma il cattivo esempio del nuovo Centro ospedaliero Sud Francilien a Corbeil-Essonnes (totale entrata a regime attesa a marzo), in cui la Corte dei conti ha stimato che una committenza pubblica classica sarebbe stata meno costosa, incita alla prudenza. Nel caso del Palagiustizia, limpresa Bouygues finanzierà la costruzione (575 milioni), così come la gestione e manutenzione per 27 anni. Come contropartita, lo Stato verserà un affitto, prima di diventare proprietario dellimmobile.
«Un Ppp funziona solo se tutto è perfettamente studiato», precisa Piano, «e qui, dopo 18 mesi di studi, tutto è definito». La capacità di persuasione e larchitettura di questo eminente protagonista, con la sua potenza poetica e tecnica e la sua intrinseca flessibilità sono uno stimolo, ma riusciranno ad avere la meglio sulle varie incognite? Il celebre ispettore Maigret potrà condurre linchiesta poiché il 36 Quai des Orfèvres, mitico indirizzo della polizia giudiziaria nellIle de la Cité, beneficerà anchesso di un edificio nuovo adiacente al futuro Palazzo di giustizia.
Articoli recenti
- Design biofilico: quando la natura incontra l’architettura 20 Giugno 2025
- Shanghai, semi di cultura tra finanza e gentrification 18 Giugno 2025
- Pierre Nora (1931-2025) 18 Giugno 2025
- Archi lignei e pannelli traslucidi. Il Serpentine 2025 è una capsula poco vivace 17 Giugno 2025
- Ritratti di città. Tokyo, grande e piccolo nella metropoli che non si ferma 16 Giugno 2025
- Il paesaggio: progetto culturale e utopia del buon vivere 15 Giugno 2025
- Versailles, quanta vita nella città palazzo 11 Giugno 2025
- Expo di Osaka, la ricetta della felicità è un grande Ring in legno 11 Giugno 2025
- Ordine e caos nel giardino mediterraneo 10 Giugno 2025
- Architetti intellettuali e italofilia novecentesca 10 Giugno 2025
- Venezia, Roma e Ferrara per festeggiare un trentennale 4 Giugno 2025
- Il Maxxi compie 15 anni: festa tra design, arte e stadi 2 Giugno 2025
- Victoria&Albert: il museo è un deposito, e viceversa 1 Giugno 2025
- Conflitti e informalità contro le disuguaglianze 30 Maggio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata