Bergamo. Stazione. Il luogo dove passa, da sessantanni, un futuro negato alla città, dove tante ipotesi di progetto urbano hanno fallito, trasformandosi in altrettante occasioni sprecate. Piazza Marconi e via Bono: unarea di 30.000 mq che nel corso degli ultimi 150 anni ha visto insediarsi disorganicamente la stazione ferroviaria (1857), le stazioni di testa delle ferrovie delle valli (1884-1906), il terminal delle autolinee provinciali (1957), il parcheggio taxi, la tramvia della val Seriana (2009), il deposito delle biciclette. E sulla quale a breve dovrebbero sorgere un parcheggio dinterscambio e un collegamento diretto con laeroporto: un hub urbano di grande potenzialità. In realtà, invece, un sistema intermodale monco, uno spazio frammentario, un nodo cruciale privo della prospettiva dinsieme in grado di rappresentare le ambizioni di Bergamo e dinterpretare la contemporaneità.
Che larea sia strategica lo attestano, già dagli anni cinquanta, le previsioni urbanistiche del piano Muzio-Morini, così come la serie di concorsi a tema che si succedono sul sito, a partire dal lungimirante progetto di scavalcamento della ferrovia di Giuseppe Pizzigoni (1947). I fatti recenti, al contrario, costringono a raccontare la storia di questo angolo di città come una vicenda nella quale laffermarsi di un realismo ordinario ha negato progressivamente, quasi fosse un contrappasso, la dimensione visionaria del progetto.
Ne sono testimonianza il tanto atteso bypass ferroviario che, da ambiziosa infrastruttura, è diventato, nella realizzazione, un misero prolungamento del sottopasso dei binari, e la pervicace logica dell«ambito di pertinenza» che impedisce di mettere insieme i diversi interessi e proprietà insistenti sullarea in una prospettiva di progetto strategico. Una «vocazione» al basso profilo ribadita dagli ultimi avvenimenti: il 25 novembre 2011 il Comune mette a gara (con procedura aperta) «lappalto dei lavori di riqualificazione ambito urbano di piazzale Marconi e stazione autolinee per la realizzazione di un nuovo polo intermodale». Sostanzialmente una soluzione già definita e non modificabile: un ridisegno dellintera area della stazione, sviluppato dagli uffici tecnici comunali, che prevede un parcheggio dinterscambio nella zona est del terminal autolinee senza neanche laccortezza dintegrare la struttura preesistente, amputata per fare spazio a un volume di nessun valore architettonico. Un progetto pubblico che incide in modo importante sullidentità di uno dei luoghi daccesso privilegiati alla città, sul quale lamministrazione non promuove alcuna discussione, consentendo che unarea strategica venga trasformata sulla base di un improbabile disegno da realizzare «al ribasso».
E così una delle aree più progettate e meno risolte di Bergamo esce miseramente dal dibattito cittadino senza che il suo destino/declino riscuota più nemmeno lattenzione dellOrdine professionale, né sia più in grado di generare un degno confronto tra addetti ai lavori.
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