Ne abbiamo conosciuti molti di «Architetti erranti» in questi ultimi 15 anni: dallo studente col taccuino in mano, al professionista appassionato e dotato di sofisticate apparecchiature fotografiche, guidandoli dalla Cappella Notre-Dame du Haut a Ronchamp di Le Corbusier alla Casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright a Mill Run. Si conferma così la definizione di Architetti in viaggio data da questo Giornale nel numero scorso. Nonostante la difficile situazione economica del nostro paese e gli elevati numeri di architetti (circa 146.000) e studenti di architettura (circa 80.000) in Italia, più alti di ogni altro paese europeo, lappassionato di architettura non demorde. Incontrastato e attratto dal «favoloso mondo dellarchitettura» viaggia per conoscere, non più per scoprire, quasi a inseguire la lezione di Le Corbusier agli studenti delle scuole di architettura nel 1943: «larchitettura si cammina», un principio che sta alla base della filosofia di ciascun viaggiatore. Si esplora per capire, per decifrare, ma soprattutto per «vivere larchitettura». Quello che si cerca oggi, nellera del digitale, è poter sperimentare, anche fisicamente, larchitettura: come, ad esempio, dormire al convento della Tourette di Le Corbusier; degustare un vino allinterno di una cantina vinicola dautore (come quella progettata da Renzo Piano nella Maremma toscana); passare unintera giornata allinterno di un centro termale di Peter Zumthor (la Svizzera, oltre a quello di Vals progettato dal Premio Pritzker, sta puntando molto su questa offerta), oppure ascoltare un concerto in una prestigiosa sala della musica come la Philarmonie di Berlino, progettata da Hans Sharoun. Sicuramente «viaggiare, per i giovani, è una parte delleducazione, per i vecchi una parte dellesperienza», come diceva Francis Bacon, ed è questo che la nostra iniziativa ProViaggiArchitettura si propone con il progetto «fare formazione» accompagnando lappassionato dallUniversità alla professione, per conoscere e aggiornarsi. Perchè valgono, per noi, le parole di Zumthor: «Unarchitettura dei luoghi senza conoscenza del mondo è insignificante, come lo è unarchitettura del mondo senza conoscenza dei luoghi
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