Palermo, negli ultimi trentanni, è stata interessata da vari piani che hanno accesso un vivo dibattito culturale e professionale. Il principale centro dinteresse è stata la città storica: cuore del Piano Programma del 1979-83 di Giuseppe Samonà, Giancarlo De Carlo, Anna Maria Sciorra Borzì e Umberto di Cristina che, nel rispetto della storia, prevedeva linserimento dellarchitettura contemporanea e del successivo Ppe di Leonardo Benevolo, Pierluigi Cervellati e Italo Insolera che ha guidato il recupero in unottica di restauro e ripristino tipo e filologico. Per lungo tempo è stato come se, dopo il sacco di Palermo, ci si dovesse dimenticare della città nella sua interezza e la necessità di ricostruire la memoria storica ha fatto prevalere lidea che concentrarsi sullidentità del grande centro storico violato dal disastro della guerra e dal successivo abbandono potesse risarcire la città della depredazione verificatasi negli anni dellincontrollata espansione la cui violenza si manifesta oggi nella disgregazione degli edifici della città nuova.
Negli ultimi dieci anni guidati da una giunta di centrodestra, lidea di rinascita del centro storico è parsa superata o forse risolta; linteresse si è così spostato verso il più remunerativo settore delle infrastrutture, per affrontare i problemi della mobilità concentrandosi sui progetti del tram e della metropolitana e producendo studi e lavori per stralci ancora da completare. A questindirizzo è corrisposta la promozione dellimmagine di una Palermo irreale, comè emerso con la trovata dei cartelloni pubblicitari pagati con i fondi delle emergenze comunali che invasero la città «più cool dItalia», con la trasferta palermitana della Biennale di Venezia nel 2006, con linattuata promessa dei ponti di Dominique Perrault e con molte altre operazioni di comunicazione tese a dimenticare la realtà di una città fatta di recinti e tribù che viaggiano a velocità incompatibili e in cui le eccellenze convivono con la stessa dimensione di povertà e disperazione descritta negli anni cinquanta nell«Inchiesta» su Palermo di Danilo Dolci.
A causa del ritardo con cui la Regione Sicilia ha recepito la legge sui lavori pubblici, Palermo è stata patria dellincarico diretto con progetti che, pur dichiarando lintenzione di proiettare la città nella dimensione europea, per il metodo di cooptazione applicato, hanno rivelato una portata provinciale. Del resto, limitandosi a copiare le forme di rinascita di Barcellona, Bilbao, Amsterdam o Copenaghen senza sforzarsi di applicare le procedure di confronto concorsuale che le hanno rese possibili, non potevano esservi altri esiti. Limmobilismo socio-economico della città si riflette nella perdita di oltre 30.000 abitanti verificatasi nellultimo decennio, un fenomeno migratorio che ha interessato soprattutto i giovani con un livello distruzione medio-alto. In architettura, questo ha significato che molti laureati, non riuscendo a realizzare nulla nella propria città, sono dovuti andare altrove facendo la fortuna dimportanti studi professionali in Europa!
Sotto la precedente giunta ha anche visto la luce il Piano Strategico ed è stata presentata la visione autoreferenziale del Piano redatto da Confindustria. In un clima di apparente pax sociale è stato poi affrontato il tema centrale del ridisegno della costa: il Piano del Porto (approvato poco prima delle elezioni) mostra i limiti di una progettazione in cui ampie porzioni di città sono assoggettate alle esigenze del porto pur non essendovi in prossimità. Quello del waterfront è un problema ancora aperto.
Tra le recenti attività che si sono mosse contro corrente va ricordato il progetto «Parterre» con lesperienza partecipativa dellElectronic Town Meeting, nato dalla richiesta di associazioni attive nel quartiere di Brancaccio. Il progetto (finanziato dallEuropa e attuato da un consorzio pubblico-privato di cui fanno parte Università di Palermo, Turku University, Ulster University, Aalto School of Economics, Regione Toscana, città di Amburgo, Avventura Urbana, Tutech e altri) ha permesso di far rete nella Seconda Circoscrizione accelerando i processi di riqualificazione del Castello di Maredolce e del Parco della Favara, due gioielli dellarabo-normanno. In una realtà apparentemente periferica, si é così attivata unesperienza che dimostra la presenza di una società capace di esprimere forme di partecipazione innovative che occorrere intercettare. La procedura «Parterre», valutata positivamente dalla commissione europea, potrà essere applicata in altre città, e, come suggerisce Dino Trapani, coordinatore palermitano del progetto, il risultato servirà come guida per interpretare le direttive del Prg e potrà essere usato per la Vas e per Agenda locale 21. Tra le note positive va segnalato che a giugno, nellambito del bando «Smart Cities and Communities and Social Innovation», è stato approvato il progetto «Overgrid», un intervento da 15 milioni di euro che sarà realizzato tra Palermo e Bagheria e coinvolgerà Italtel (capofila del progetto), Università di Palermo, Cnr Messina, Exalto e Avensis per ottimizzare l’interazione tra la domanda di energia, la produzione da fonti rinnovabili e l’accumulo denergia attuando interventi finalizzati al risparmio energetico su edifici del Comune e dellUniversità di Palermo. Intanto, dopo una lunga vertenza legata allassegnazione dellappalto e alla lievitazione dei costi in fase di progettazione esecutiva, con una crescita di ben 86 milioni di euro rispetto a un costo iniziale previsto di 76, è di questi giorni la notizia dellarrivo dei fondi per la chiusura dellanello ferroviario di Palermo: oltre 1,7 km quasi esclusivamente in galleria artificiale e di tre nuove stazioni: (Libertà, Politeama e Porto) che saranno concluse entro i prossimi tre anni per un importo dei lavori di 115 milioni di euro, di cui 45 saranno a carico dello Stato e il resto a carico dellUe, mentre il Comune di Palermo spenderà 250.000 euro. Mentre nel Mediterraneo gli equilibri stanno rapidamente cambiando per disegnare scenari fino a poco prima inimmaginabili, a Palermo, per guidare la città verso il futuro si è richiamato alla guida il sindaco Orlando, giunto al suo quarto mandato. La consapevolezza di doversi confrontare con una città separata deve tener conto della sua complessità, per questo auspichiamo che i prossimi anni non siano unennesima fuga verso il passato e che ci simpegni a intercettare e dare spazio a quelle energie che in questa città non hanno avuto voce, considerandole un bene comune. È questo il ruolo che lamministrazione dovrebbe svolgere per proiettare la città nella sua dimensione metropolitana senza riproporre storie ormai esaurite.
Ulteriori approfondimenti su Palermo tra cui un testo di Clelia Bartoli con le foto di Mario Spada che descrive le due velocità con le quali si muovono gli abitanti di Palermo sono su www.ilgiornaledellarchitettura.com